Cambio al vertice del Co.Ge.Sa, il bilancio del direttore uscente Piero Botto

Cambio ai vertici del Co.Ge.Sa., il Consorzio per la gestione dei servizi socio assistenziali tra i 65 Comuni del Nord Astigiano.

Il Direttore uscente Piero Botto lascia l’incarico dopo 21 anni, a seguito del raggiungimento dell’età pensionabile. Gli subentra Maura Robba, già responsabile del settore amministrativo contabile del Co.Ge.Sa e, da ottobre 2017, Direttore del Consorzio C.A.S.A. di Gattinara, nel vercellese (dove manterrà a scavalco l’incarico, fino all’individuazione di un sostituto).

Il passaggio del testimone è avvenuto il primo dicembre, mentre a gennaio 2019 scatterà la titolarità del neo Direttore, fino ad allora affiancato dal collega uscente. Con 45 anni di lavoro all’attivo, di cui la maggior parte spesi nel settore socio assistenziale, Botto ripercorre le tappe principali della propria carriera, tracciando in particolare un bilancio dell’esperienza maturata al Consorzio.

Direttore, com’è approdato al Co.Ge.Sa.?

L’iter parte da lontano, nell’82, quando diventai responsabile dei Servizi sociali della Provincia di Asti, dopo aver vinto il relativo concorso. Nel ’95, sempre dietro concorso, fui nominato direttore del Servizio socio assistenziale dell’allora Usl 19 (oggi Asl At). Fin dall’anno prima, avevo contribuito alla nascita di quel settore, su proposta dell’allora Direttore Generale Dr. Pietro Ingrao (prematuramente scomparso). Nel ’95, si impose, per legge, la trasformazione dei Servizi sociali in realtà autonome, esterne alle aziende sanitarie. Si stava imboccando la strada consortile e, nello specifico, del Co.Ge.Sa., la cui costituzione fu sancita il primo marzo 1997. Quella stessa legge stabiliva che il Direttore del Servizio Assistenziale, prima interno all’Asl, passasse alla Direzione del Consorzio.

E’ stato, quindi, il “padre fondatore” del Co.Ge.Sa.?

Sì, considero, infatti, il Consorzio un po’ una mia creatura. Siamo partiti quasi da zero, con la volontà dei sindaci coinvolti e una decina circa di operatori. Ai più, l’Ente era però sconosciuto. Si sono concentrati dunque gli sforzi per divulgarne la conoscenza sul territorio. Un’opera di sensibilizzazione, alla quale è corrisposta una crescente manifestazione dei bisogni e delle richieste da parte della cittadinanza, che si è tradotta in un’esperienza stimolante, in continua evoluzione, e catalizzatrice di entusiasmi, perchè consentiva di individuare soluzioni ai problemi delle persone e delle famiglie in gravi difficoltà. Nel tempo, si sono moltiplicati, com’è noto, i servizi. I numeri oggi parlano chiaro: gli operatori, circa 50, sono quadruplicati rispetto all’inizio, mentre gli assistiti sono passati da alcune centinaia ad oltre 2.000 l’anno.

Quale direzione ha cercato di imprimere all’Ente?

Mi piace pensare di averlo fatto diventare una realtà al servizio della popolazione e del territorio. Fondamentale è stato l’impegno nel coltivare le relazioni, politiche e non, con quanti potevano far crescere il Consorzio. Al riguardo, ho sempre ricevuto fiducia. C’è stata una collaborazione a 360 gradi, nell’ottica di perseguire il bene dell’Ente, con i Sindaci del Nord-Astigiano e con tutti gli Amministratori che si sono susseguiti nell’arco di quest’ultimo quarto di secolo.

Uno o più obiettivi raggiunti di cui è orgoglioso.

Il trasferimento della sede consortile dai locali in affitto di corso Einaudi a quelli attuali in via Baroncini ad Asti, con l’acquisto e la ristrutturazione dell’immobile: un’operazione che ha conferito maggiore dignità all’Ente. La realizzazione di quattro Centri diurni per ragazzi disabili, di cui uno al piano superiore della sede centrale, che hanno consentito a molte famiglie di trovare supporto materiale e morale alla loro difficile quotidianità. La realizzazione del Social Housing che ha consentito a diversi soggetti svantaggiati ed a rischio di emarginazione di reintegrarsi nel tessuto sociale e lavorativo. La costituzione dell’Agenzia Formativa per tutte le figure socio-assistenziali e socio-sanitarie che ha consentito a tantissime persone di qualificarsi e di trovare occupazione. Il perfezionamento della collaborazione con la locale Azienda Sanitaria per tutte le attività destinate alla non-autosufficienza di anziani, disabili, minori e per le attività di Vigilanza sulle Strutture (Case di Riposo, Comunità per disabili e minori). Tutti investimenti resi possibili dai bilanci sempre in ordine. Ora, sono in cantiere nuovi progetti, soprattutto rivolti alle persone disabili, alle loro famiglie ed al sostegno delle persone in situazione di povertà.

Quali invece le criticità principali con cui ha dovuto confrontarsi?

Da un lato, i momenti difficili legati all’ipotesi, serpeggiata alcuni anni fa, che i Consorzi dovessero essere chiusi. Poi, il sistema politico ha capito che non si può sopprimere ciò che funziona. Dall’altro, lo sforzo di mantenere in equilibrio gli aspetti finanziari senza penalizzare la quali-quantità dei servizi offerti.

Quale eredità lascia e porta con sé?

L’aver reso il Consorzio, al quale sono molto legato, un punto di riferimento imprescindibile, di cui non è più possibile fare a meno e l’averlo lasciato in solide condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali. Aspetti, questi, che si possono realizzare unicamente con il lavoro di squadra, dove tutti, personale ed amministratori, sono chiamati a contribuire allo sviluppo ed alla crescita del Servizio e dell’Ente. Con me porto, unitamente al consenso ed alla condivisione dell’attività svolta, il valore assoluto di un rapporto umano e professionale di grande levatura che, insieme rappresentano, motivo di grande soddisfazione.

Cosa augura al neo direttore e allo staff del Co.Ge.Sa.?

La D.ssa Maura Robba, mia valida collaboratrice negli anni scorsi e di cui ho avuto modo di apprezzarne la competenza, la serietà, la professionalità e l’impegno, sono certo che punterà al miglioramento ed al potenziamento del servizio in favore della collettività senza, peraltro, trascurare le esigenze di contenimento della spesa proprie dei comuni che costituiscono il Consorzio. Certezza questa che estendo anche a tutto il personale, che ringrazio di cuore unitamente a tutti gli Amministratori che si sono succeduti e con i quali vi è stata piena e totale condivisione di obbiettivi ed intenti.