Avis, festeggiato l’ottantesimo anno di fondazione della sezione di Asti foto

C’è grande soddisfazione da parte dell’Avis Comunale di Asti per gli eventi conclusivi delle celebrazioni dell’ottantesimo di fondazione della sezione, che hanno avuto luogo nella giornata di martedì 11.

Al pomeriggio, nella sala Felice Platone del Municipio, si è tenuto il primo momento istituzionale, alla presenza delle autorità locali, il sindaco Maurizio Rasero, l’assessore a servizi sociali, sanità e volontariato Mariangela Cotto ed il questore Alessandra Faranda Cordella. Il presidente dell’Avis Comunale, Bruna Accornero, ha poi portato il saluto dell’Avis di Asti che, numeri alla mano, può vantare un trend positivo, che si mantiene sui risultati dell’anno passato, nonostante un panorama nazionale dove il volontariato ha subito un rallentamento. “In questa occasione – ha affermato il presidente – voglio rivolgere un ringraziamento ai tanti donatori che hanno capito che la loro scelta non poteva essere casuale, perché da qualche parte qualcuno aveva bisogno di loro. E il mio pensiero riconoscente va anche a Vittorio Formentano che nel 1927 a Milano fondò l’Avis nazionale e a Ettore De Benedetti, il primo presidente astigiano”.

In rappresentanza dell’Asl era presente Elda Feyles, capo dipartimento dei Servizi dell’Ospedale Massaja che ha messo in evidenza come il dono del sangue per l’operatore sanitario sia un momento impagabile per poter salvare una vita: “Si parla collettivamente dell’associazione, ma ciascun donatore è importante, perché la sua sacca ha contribuito a salvare una vita”.

A seguire, molto significativo è stato l’intervento di una delegazione proveniente dalla Sardegna, regione molto legata all’Avis piemontese che settimanalmente provvede a conferire quantità aggiuntive di sangue per far fronte alle esigenze causate nell’isola dalla talassemia. L’Avis astigiana, in particolare, porta il suo contributo di donazioni alla provincia di Cagliari. Questa era rappresentata da Mario Pani, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale di Brotzu-Cagliari, Francesco Letizia, presidente dell’Avis Provinciale di Cagliari e Rina Latu, già vice presidente vicario dell’Avis nazionale. Il dottor Pani dirige un grande centro che distribuisce cinquantamila sacche di sangue all’anno e ha ammesso il grosso debito nei confronti dell’Avis di Asti: “La Sardegna ha una piaga endemica, rappresentata dalla talassemia; noi diamo assistenza a 520 malati e di oltre 22 mila sacche importate dalle altre città d’Italia oltre un terzo arrivano da Asti”. “La Sardegna – ha poi confermato il presidente Letizia – è la regione con più alta necessità di sangue del paese, per i talassemici ma anche per i portatori sani, stiamo però lavorando bene e ci incoraggia per il futuro il dato confortante che abbiamo l’età media di donatori più bassa d’Italia”. E sulle prospettive future si è concentrato anche il discorso di Rina Latu, che ha sottolineato l’obiettivo comune di garantire il diritto alla salute partendo dal patrimonio che sono i donatori e costruendo una coscienza di solidarietà anche negli altri, fin dalle scuole dell’infanzia: “Dobbiamo puntare sui giovani affinché i donatori crescano numericamente e chiediamo agli studenti qui presenti di farsi promotori di questo messaggio. Voglio inoltre incoraggiare l’attività di coloro che dirigono le associazioni e prestano impegno con il loro lavoro quotidiano”.

La cerimonia è dunque proseguita con la consegna delle Borse di Studio assegnate dall’Avis Comunale di Asti agli studenti donatori che hanno superato l’esame di maturità nell’anno scolastico 2017-2018 con votazione di 100/100; gli studenti premiati provengono dagli istituti Benedetto Alfieri, Artom, Giobert, Penna e Vercelli. È stato inoltre consegnato alla Fondazione Telethon il contributo dei donatori dell’Avis Comunale di Asti per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare; a ritirare l’assegno è intervenuta la vice coordinatrice Telethon di Asti, Eleonora Zollo, che ha esposto aggiornamenti incoraggianti: “In questi ultimi anni c’è stata un’evoluzione della ricerca, che è passata dalla speranza ai risultati concreti, trovando terapie idonee per patologie come quelle spinali, con indubbi benefici per i malati”. Le borse di studio sono state consegnate dal presidente Accornero, da Giuseppe Caccavale, delegato del Provveditore agli studi Leonardo Filippone, e da Rina Latu che durante la sua attività in Avis Nazionale si è occupata a lungo dell’area scuola e formazione.

A Conclusione della cerimonia si è ragionato sullo stato delle cose per quanto riguarda l’Avis a livello locale e nazionale. Ilvana Donatella Scuvera, direttrice del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale di Asti che ha fornito dati positivi, come le 8.000 sacche consegnate l’anno scorso a Cagliari, ma anche le 750 distribuite in altre unità di tutto il Piemonte, nonché le 3.000 plasmaferesi effettuate, per cui l’Avis di Asti in Piemonte è seconda solo a Torino. Elena Porro, presidente provinciale Avis di Asti, ha citato gli oltre 9.000 donatori in provincia e la loro grande passione che ha portato l’associazione ad ottenere grandi risultati. Giorgio Groppo, presidente regionale, ha messo l’accento sull’importanza dei centri trasfusionali, che ricoprono un’importanza al di sopra di tutti i reparti ospedalieri, perché questi ultimi dipendono spesso proprio dal buon funzionamento dei primi: “Per quanto riguarda la nostra regione, è fonte di soddisfazione il fatto che il Centro Nazionale Sangue ha ringraziato pubblicamente il Piemonte come regione più generosa, sia per i risultati interni, sia per le donazioni offerte alle atre regioni”. In chiusura il dottor Vincenzo Saturni, già presidente nazionale, ha elogiato l’attività della sezione astigiana per le iniziative dell’80°, con cui ha portato l’attenzione generale non solo alla donazione del sangue, che costituisce l’atto fondamentale dell’associazione, ma anche per l’appello ad uno stile di vita sano e positivo: “L’Avis è unica, perché a differenza di altre associazioni non si dedica esclusivamente al bene dei propri associati, ma a coloro che ne sono al di fuori e di cui non si conosce neppure l’identità, questo fa della donazione un atto davvero importante”.

Al Teatro Alfieri, in serata, il secondo appuntamento con la consegna, come consuetudine, delle benemerenze alle donatrici e ai donatori: un momento conviviale che nell’imminenza delle feste natalizie ha riunito i donatori con familiari, amici e simpatizzanti per assistere a “Tutti all’Opera con Avis”, un concerto di musiche scelte dall’Opera alla romanza. In apertura è stata consegnata una targa in ricordo del compianto Pierluigi Berta, sindaco di Rocca d’Arazzo nonché presentatore delle passate cerimonie avisine, scomparso improvvisamente questa primavera; la targa è stata ritirata dalla moglie Giovanna, insieme alle figlie Arianna e Federica. Lo spettacolo, presentato da Sara Bertocco e Lorenzo Giaretto ha avuto come applauditissimi interpreti il tenore astigiano Enrico Iviglia, il mezzo soprano Irene Molinari, il baritono Gabriele Nani, accompagnati dal pianista Andrea Campora. L’assessore alla cultura Gianfranco Imerito ha inaugurato lo spettacolo col suo saluto: “Essendo io anche medico, posso testimoniare che a differenza della vita umana, l’80° compleanno per un’associazione è sintomo di grande vitalità e auguro all’Avis di Asti di essere attiva e vitale ancora per lungo tempo”. Successivamente, alternate alle premiazioni, si sono susseguite le arie d’opera, con brani dal “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, dalla “Carmen” di Georges Bizet, e da “La vedova allegra” di Franz Lehàr, per concludere la giornata proiettati verso le feste ormai imminenti con brani della tradizione natalizia.