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Speciale 118 Sindaci: intervista ad Andrea Ghignone, sindaco di Moasca

118 Sindaci: incontriamo Andrea Ghignone, sindaco di Moasca.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No, non pensavo di diventare sindaco da grande. Alle scuole elementari mi ero messo in testa di diventare medico, poi ho ancora cambiato idea e mi sono laureato in legge; non mi era proprio mai venuto in mente di fare il sindaco.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Nasce per caso da lontano. Nel 1995 (allora avevo solo 22 anni ed ero studente universitario), con un amico che aveva 21 anni, chiedemmo al sindaco in carica di inserirci nella “sua” lista. Fummo eletti e lo affiancammo per tutta la legislatura, e qui, anche per suo suggerimento, mi si sviluppò l’idea che in quell’incarico avrei potuto cimentarmi anch’io; e’ vero che mio nonno paterno era stato per lunghi anni consigliere in comune, ma la cosa non aveva alcuna rilevanza.

Nel 1999 l’allora Sindaco mi propose per capolista alle elezioni, salvo poi ricandidarsi lui all’ultimo momento. Allora, sempre con lo stesso amico di prima, decidemmo di candidarci in una nostra lista, e vincemmo le elezioni, anche se solo per tre voti !

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Come detto, ero stato consigliere comunale per quattro anni.                                                                                                                   Mi ero comunque laureato in legge, e devo dire che gli studi giuridici mi hanno aiutato in questo ruolo.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Sinceramente non me lo ricordo, ma ci furono tanti pensieri, anche perché uno non se ne rende conto immediatamente. Ci vuole un po’ per abituarsi e capire il ruolo che devi ricoprire. C’è stata di sicuro una prima fase di euforia, poi un po’ di preoccupazione anche a riguardo dei progetti presentati sui quali la popolazione aveva una qualche aspettativa.

E poi c’era anche un po’ il crollo della tensione che avevo avuto durante la competizione elettorale.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Far si che tutta l’organizzazione comunale funzioni sempre al meglio. Quando sono stato eletto mi sono concentrato sulla macchina organizzativa del comune, e nel rispetto delle regole, ho deciso cambiamenti per fare diventare il tutto più snello e funzionale.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Sicuramente l’attività più complessa è la gestione dell’ “urbanistica” e del territorio tutto. (Piano regolatore, norme ecc). Queste sono cose che impattano direttamente con gli interessi privati dei cittadini che, a volte, si ripercuotono nella gestione del pubblico. Bisogna fare le cose bene, perché si tratta di una materia dove possono iniziare e protrarsi contenziosi e ricorsi.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Il recupero del Castello Medioevale. Si tratta del bene culturale (e storico) più importante di Moasca. Sono anche soddisfatto per avere scritto, con ricerche circostanziate e storiche, per la prima volta nel paese, un libro che parla della storia di Moasca. (MOASCA appunti di storia).

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Abbiamo in funzione un sistema di SMS per le comunicazioni urgenti e ufficiali. Utilizziamo il sito internet del comune. Affissiamo i classici manifesti e locandine.

Poi c’è il colloquio diretto che in un paese di 600 abitanti è essenziale. Io sono spesso nella sede del comune e sono sempre disponibile per tutti; inoltre  il mio numero di cellulare è conosciuto da tutti i concittadini.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Io penso che ci si possa sempre migliorare. Non mi considero mai completamente soddisfatto, anche perché la mancanza di risorse non dà garanzie per finalizzare progetti a medio o lungo termine.

Mi auguro di poter continuare il mandato, se non altro per poter portare a termine progetti già avviati. Ma non toccherà a me decidere, ci sarà discussione nell’ambito del gruppo di maggioranza e alla fine decideranno gli elettori.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Proprio dei veri accorgimenti no. Posso suggerire, partendo da me, che la presenza nella funzione, in prima persona, è di valido aiuto per essere sempre informati su cosa sta succedendo, e di conseguenza prendere decisioni valide e veloci sugli argomenti che si presentano.

E’ chiaro che questa presenza fisica non è sempre conciliabile con l’attività professionale di ogni sindaco.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Ci vorrebbe una normativa che semplifichi l’organizzazione della macchina comunale considerando le risorse che abbiamo disponibili; mi riferisco a paesi piccoli come il mio.

Occorrerebbe dare al Sindaco più responsabilità, quasi come fosse il capo di una azienda privata e dare le risorse necessarie.

Poi abbiamo una parte burocratica che impegna tantissimo i dipendenti, e su questa attività bisognerebbe anche incidere, riducendola.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Abbiamo avuto parecchia difficoltà in paese qualche anno fa, ora il clima è migliorato anche perché nel frattempo abbiamo aderito al “Controllo del Vicinato” in collaborazione con Prefettura e le forze dell’ordine.

E’ doveroso portare alla luce la dedizione dei carabinieri della Stazione di Canelli, che sono sempre pronti ad intervenire sul nostro territorio, come quello della polizia municipale.

Abbiamo installato delle telecamere di sorveglianza che ci permettono di identificare velocemente mezzi e persone che vengono sul territorio per fini non propriamente benevoli.

Altro elemento prezioso è la nostra “Protezione Civile” che ci è d’aiuto per il controllo del territorio.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Diciamo che in questi ultimi anni sono aumentati i casi di difficoltà economiche da parte di qualche famiglia. Siamo intervenuti insieme al CISA Asti Sud, al quale siamo associati e che funziona egregiamente. Il CISA fornisce anche assistenza ad anziani e in casi di necessità di assistenza sanitaria. 

La situazione tuttavia è sotto controllo e non presenta grosse problematiche. Ci sono i mezzi pubblici per raggiungere e tornare dalla vicina città di Canelli, dove la gente può trovare la maggior parte dei servizi di cui necessità.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Ci sono la Pro Loco, il gruppo della Protezione Civile ed il Gruppo Alpini.

C’è poi un gruppo di ragazzi –Sbandieratori e Musici – che ho personalmente sostenuto e voluto, che partecipa alle molte manifestazioni che si tengono anche nel territorio circostante.

Ognuno di questi gruppi o associazioni ha una sua specificità, ma in alcuni momenti della vita del paese collaborano tutte insieme. La forza dei paesi resta la collaborazione reciproca.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Mi piacerebbe riuscire a dare al paese anche una svolta dal punto di vista turistico. 

Vorrei creare sinergie fra pubblico e privato, in particolare creando un collegamento fra agricoltura e turismo, affinché attraverso questo sviluppo i nostri giovani possano rimanere a vivere nel nostro territorio.

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