Sabato al Borgo il gazebo della Polizia di Asti per la campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere

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Il 25 novembre prossimo ricorrerà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Nell’ambito delle iniziative dirette ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla importante tematica, la Polizia di Stato – Questura di Asti sarà presente, sabato 24 novembre, dalle 9 alle 13, con un gazebo che sarà installato presso il centro commerciale “Il Borgo” di corso Casale. All’evento prenderanno parte, altresì, operatori dell’Associazione astigiana “L’Orecchio di Venere”, che affiancheranno gli operatori della Polizia di Stato nell’attività informativa rivolta al pubblico.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina presso la Questura con una conferenza stampa che è stata anche l’occasione per fare il punto su tutto quello che la Polizia sta facendo per contrastare il fenomeno della violenza di genere.

Nell’ambito delle iniziative adottate dal Ministero dell’Interno – Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato per il miglioramento della metodologia operativa in materia di violenza di genere da applicare negli episodi che coinvolgono le vittime vulnerabili, è stata rivolta particolare attenzione all’accompagnamento della persona offesa in ogni fase del suo difficile percorso verso la denuncia e la realizzazione dei propri diritti.

Ciò implica anzitutto un impegno orientato da parte delle Forze dell’Ordine, atto ad assicurare un contributo qualificato all’affermazione di una cultura fondata sulla parità di genere: “Informare, garantire la centralità della vittima, ascoltare e proteggere, farsi carico, fare rete” diventano gli aspetti qualificanti dell’intervento di polizia, non più circoscritto all’attività che si svolge negli uffici di polizia, ma assumendo necessariamente una dimensione esterna che caratterizzi la presenza della Polizia di Stato in ogni contesto della vita civile. In questa prospettiva, è stata inserita tra le linee di indirizzo strategico a livello centrale, la valorizzazione della campagna “Questo non è amore”, diventata da tempo progettualità a carattere permanente.

La Questura di Asti, da sempre sensibile e attenta alle problematiche delle fasce deboli e vulnerabili, ha condiviso con entusiasmo il “Protocollo d’intesa per l’istituzione della rete territoriale antiviolenza di genere della provincia di Asti” promosso dal Prefetto di Asti e sottoscritto insieme agli altri partner istituzionali il 20 novembre 2018 presso il Salone degli Specchi di Palazzo Ottolenghi in Asti. Questo progetto, che vede il coinvolgimento attivo di tutte le più importanti realtà istituzionali, politiche e sociali del territorio, si propone di monitorare il fenomeno, creare una rete di formazione e informazione alle vittime, nonché di assistenza alle stesse e realizzare sinergie tra tutti i sottoscrittori per ottimizzare il servizio svolto dal numero di pubblica utilità antiviolenza per le donne, an-che in prospettiva della sua maggiore valenza dovuta all’entrata in vigore delle nuove fattispecie sugli atti persecutori.

Con questo importante strumento pattizio verrà impresso ulteriore impulso al le iniziative intraprese in ambito provinciale, assicurando un approccio non formale al tema della violenza di genere, agevolando le attività degli enti, delle organizzazioni e delle autorità a vario titolo competenti, in un’ottica di crescente efficienza, efficacia e tempestività di intervento, e la Questura di Asti ha già predisposto forme di contributo attivo in sintonia con le proposte indicate dal Ministero dell’Interno.

Da tempo la Questura di Asti collabora, tra gli altri, con il Centro Antiviolenza “L’orecchio di Venere”- Croce Rossa italiana- Comitato di Asti (anch’esso firmatario anch’esso del predetto protocollo d’intesa) che favorisce l’accoglienza e l’immediata messa in sicurezza delle donne vittime di reati persecutori; in linea di reciprocità il Centro e la Questura partecipano alle iniziative di forma-zione ed informazione da ciascuno adottate finalizzate alla prevenzione del fenomeno della violenza nei confronti delle donne, sensibilizzando i propri operatori in occasione di notizie di reato relative ad episodi i violenza sulle donne, e attivandosi nella raccolta e condivisione dei dati.

Proprio in quest’ottica di sempre crescente bisogno di far conoscere alle vittime, alla cittadinanza, ai giovani, quali siano gli strumenti per proteggere le vittime e per garantire presto giustizia, anzitutto monitorando il problema per risolverlo convincendo chi subisce a denunciare, nella mattinata del 24 novembre, dalle ore 9.00 alle 13.00, presso il Centro Commerciale “Il Borgo” si terrà un’iniziativa organizzata dalla Questura di Asti in occasione della Giornata Mondiale dell’eliminazione della violenza sulle donne. Sarà posizionato un gazebo per promuovere la informazione e sensibilizzazione della cittadinanza, presente personale della Questura impegnato in questo settore, tra il quale anche il Medico e la psicologa di Polizia, con il supporto della Croce Rossa — Centro Antiviolenza L’Orecchio di Venere, mediatrici culturali di lingua araba e slava (per gentile contributo del Consultorio di Asti), nonché volontari dell’Associazione Sordi di Asti e una interprete LIS. Al gazebo, dove è stato creato anche un piccolo spazio giochi per bimbi, tutti potranno fare domande sul fenomeno della violenza di genere, sulla normativa in materia, chiedere consigli pratici e raccontare esperienze vissute o riferite. Il progetto locale nasce allo scopo di far sentire le donne vittime di violenza non più sole ed, emarginate: saranno fornite «nell’occasione impulsi concreti, quali indirizzi, numeri di telefono e contatti a cui le vittime possano far riferi-mento ed essere aiutate, sia delle Forze dell’Ordine che degli Enti ed Associa-zione che hanno creato rete sul territorio astigiano.

I DATI STATISTICI

Le violenze sulle donne e i casi di femminicidio hanno raggiunto negli ultimi anni preoccupanti livelli di incidenza nella popolazione mondiale ed anche ita-liana creando un giustificato allarme sociale.

Secondo le elaborazioni effettuate dall’ISTAT, a partire dai dati del Ministero dell’Interno, le donne vittime di omicidi volontari nel 2016, in Italia, sono state 149 ed esaminando la relazione tra vittima e autore, dal momento che la maggioranza degli episodi si è verificata in ambito familiare, risulta che 59 donne sono state uccise dal partner, 17 da un éx partner e altre 33 da un parente, per un totale di 109 casi su 149. La stessa rilevazione ha inoltre stimato che, sempre nel 2016 siano state un milione 403mila le donne che hanno subito, nel corso della loro vita lavorativa, molestie o ricatti sessuali sul posto di lavorro. Si tratta di un dato che rappresenta circa il 9% (8.9%) delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di prima occupazione.

Inoltre, i dati ricavati dalle fonti ufficiali in possesso agli organi di Polizia, relativi al quadriennio 2014/2017 evidenziano una diminuzione dell’azione di contrasto (denunce e arresti) che se da un lato potrebbe far pensare ad una contrazione del fenomeno, dall’altra all’esistenza di un sommerso che fa fatica ad emergere e sul quale la Polizia di Stato sta lavorando con le iniziative di prevenzione. Si nota inoltre come scenda rispetto agli autori, l’incidenza percentuale degli stranieri mentre aumenti quella degli italiani: se nel 2014 il 74% dei presunti autori erano di cittadinanza italiana, nel 2017 la percentuale sale a circa 76%. Significativa inoltre l’incidenza percentuale delle vittime femminili sul totale degli omicidi: se nei 2007 le donne uccise rappresentavano il 24%, nel 2017 arrivano al 34%, in un panorama nazionale in cui il numero complessivo degli omicidi scende del 12% nel raffronto 2016/2017.

Questi dati testimoniano quanto sia problematica l’attività di contrasto perché il fenomeno ha radici culturali e sociali difficili da affrontare con gli ordinari strumenti investigativi, per cui l’attività di contrasto ad opera delle Forze di Polizia attuato con queste, più attuali modalità di prevenzione è sicuramente più pregnante e’ utile allo scopo. La relazione di parentela negli omicidi volontari consumati in ambito familiare affettivo nel 2017 è: 3% conoscenti, 13% ex partner, 38% familiari, 46% partner (marito o convivente); 979 gli ammonimenti del Questore, 12.328 i delitti di atti persecutori e 12.746 le relative azioni di contrasto; le vittime di maltrattamenti in famiglia nel 2017 sono state al 79,85% donne e 20,15% uomini; le violenze sessuali 4.261, di cui 4,17% ai danni di straniere minorenni, 20,78% ai danni di italiane minorenni, 22,07% ai danni di straniere e 52,97% ai danni di italiane. Per quanto riguarda luoghi ove sono avvenute le violenze sessuali nel 2017 vediamo al 2% scuola/luogo di culto, 10% luogo pubblico o aperto, 34% luogo chiuso, 54% strada, auto, parcheggio.

Da gennaio 2017 anche la Questura di Asti ha adottato il protocollo EVA (esame delle violenze agite), strumento che codifica le modalità di intervento nei casi di liti in famiglia e consente di inserire nella banca dati delle forze di polizia, indipendentemente dalla proposizione di una denuncia o querela, una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenza domestica che hanno coinvolto un nucleo familiare. Il protocollo ha consentito finora di gestire ed analizzare in ambito nazionale oltre 9.000 segnalazioni, portando in 159 casi all’arresto in flagranza, in 261 casi alla denuncia e in 81 casi all’allontanamento dalla casa familiare.

 

 

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