Con il progetto della CIA l’agricoltura va in soccorso al territorio contro il dissesto idrogeologico

Alla luce dei sempre più evidenti ritardi nell’opera di salvaguardia del territorio italiano, la Cia-Agricoltori Italiani ha elaborato, a distanza di due anni dalla presentazione dell’appello alle istituzioni “Il territorio come destino” che richiamava l’attenzione sul fondamentale ruolo dell’agricoltura nel processo di sviluppo del paese, un Progetto di manutenzione infrastrutturale del territorio nazionale all’interno del quale il ruolo dell’agricoltura e degli agricoltori è ancora una volta fortemente strategico per arginare i fenomeni di erosione, frane, alluvioni e, più in generale del sempre più evidente dissesto idrogeologico che caratterizza vaste aree dell’Italia.

Non più rinviabile, secondo la Cia, è dunque la definizione di tale Progetto, attraverso una serie di iniziative tra cui prioritarie sono:
– Politiche e interventi orientati al governo del territorio.
– Azioni che possano favorire e sviluppare politiche di filiera a forte vocazione territoriale.
– Nuove e più incisive politiche di gestione della fauna selvatica.
– Un rinnovato protagonismo degli Enti locali sul fronte della politica agricola comune.
– Specifiche politiche d’integrazione al fine di favorire processi di ricambio generazionale e salvaguardare l’assetto socio-economico dei territori rurali.

Avendo individuato nei Comuni e negli Enti locali uno strategico riferimento istituzionale, è proprio ai Sindaci ed al presidente della Provincia che la Cia dì Asti ha chiesto di far approvare, dai rispettivi consigli comunali (e provinciale), un Ordine del Giorno in cui sono contenuti nel dettaglio le richieste e gli impegni prima citati.

Il Progetto (clicca QUI per scaricarlo) è stato illustrato in un incontro presso la sede interzonale Cia di Castelnuovo Calcea, a cui hanno partecipato numerosi primi cittadini dei comuni della provincia ed il presidente regionale della Confederazione, Gabriele Carenini. Le linee fondamentali dell’iniziativa sono state spiegate dal presidente provinciale Cia, Alessandro Durando, cui hanno fatto seguito gli interventi, tecnici e socioeconomici, del prof. Marco Devecchi, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Asti, dell’architetto Andrea Capellino e di Alberto Mossino, presidente di Piam Onlus di Asti.