“Dopo il passaggio del treno a vapore è ora di progettare il futuro ferroviario”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera arrivata in Redazione di Alessandro Mortarino.


E’ stata una domenica (11 novembre) di autentica festa nel sud astigiano per il passaggio di due convogli “storici” tra Asti e Nizza Monferrato, con folle inaspettate a salutare l’arrivo del ritrovato treno in tutte le fermate accolto da bande, figuranti in costume, prodotti tipici e le parole emozionate di sindaci, rappresentanti della Regione, massimi dirigenti di RFI. Tutto bene, dunque. Ma ora occorre passare alla fase più importante: quella della pianificazione del traffico “normale” (passeggeri) per la riapertura della tratta prevista per giugno del prossimo anno.

Abbiamo tutti voluto considerare l’11 novembre come un momento di festa collettiva evitando ogni segnale che potesse guastare il clima, ma per tutti questa giornata rappresentava l’inizio di un nuovo percorso che dovrà culminare con la ripresa del traffico ferroviario pendolare e turistico. Da giugno del 2019, cioè in contemporanea con le elezioni regionali in Piemonte.
La concomitanza, ci auguriamo, deve essere considerata puramente casuale.
E poichè ci interessa il servizio che verrà offerto e null’altro, oggi annotiamo diversi punti critici su cui è necessario il lavoro progettuale di tutto il territorio e rapide risposte da parte dei vertici dell’assessorato regionale ai trasporti.

Ne elenchiamo alcuni:

A luglio, in occasione del progetto di recupero della galleria Ghersi presentato da RFI, l’assessore Balocco aveva comunicato che a giugno del 2019 si sarebbe attivato un pre-esercizio sulla tratta Asti-Castagnole.
Il Tavolo Tecnico per la Mobilità Sostenibile (formato da Amministrazioni comunali, Ordini professionali, Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, Asp Asti e associazioni del territorio) era stato accreditato come collaboratore nello studio dell’orario e della logistica verso l’Agenzia della Mobilità Piemontese e RFI; da allora, pur avendo presentato un’ipotesi di orario sia per la linea completa che per il pre-esercizio, il Tavolo Tecnico per la Mobilità Sostenibile non è mai stato convocato a discuterne.

Pochi giorni fa è stato siglato l’accordo tra il Ministero dei trasporti e RFI che prevede ingenti finanziamenti per il Piemonte.
Ma nulla risulta per la Asti-Alba e tanto meno per la Asti-Canelli-Nizza Monferrato.

Ad una specifica interrogazione del consigliere regionale Federico Valetti (Movimento 5 Stelle), l’unica laconica risposta è stata quella di sempre: le risorse per il servizio sulle linee sospese “potranno” essere recuperate dalla rinegoziazione dei contratti di servizio, da economie di scala ecc. ecc.
Peccato che questa sia la “fotocopia” delle risposte che il Tavolo Tecnico per la Mobilità Sostenibile continua a ricevere da 4 anni e mezzo; l’unica novità è che si fa riferimento alla possibilità di incrementare il fondo nazionale dei trasporti (operazione indispensabile se si volesse davvero mettere mano per rivedere la tragica situazione trasportistica di un Piemonte con il 25% della rete ferroviaria proditoriamente sospesa) mentre, negli anni passati – con un Governo nazionale di altra matrice politica – stranamente, non se ne faceva menzione.

Il progetto di riattivazione della Asti-Alba (che comprende la galleria Ghersi) elaborato da RFI è stato presentato al Ministero?
Ed è stato oggetto di richiesta di finanziamento?
La richiesta di finanziamento è stata finalizzata solo alla linea completamente elettrificata (circa 60 milioni di costo complessivo) o prevede anche la “semplice” riattivazione senza elettrificazione (con un costo inferiore del 60% circa)?
Al momento nessuno pare voler rispondere a questi quesiti e crediamo che i Sindaci del sud astigiano debbano ora richiedere formalmente alla Regione di essere aggiornati sulla situazione.

Altrimenti significa che l’11 novembre il fumo – nero – del vapore della locomotiva storica non era l’unico “fumo” presente sulle rotaie. Ripristinate grazie al grande esborso finanziario della Fondazione FS, che è pur sempre un Ente pubblico, dato che i suoi soci sono FS Italiane, Trenitalia, RFI e il Ministero Beni e Attività Culturali e del Turismo …

Alessandro Mortarino, Forum Salviamo il Paesaggio