Cuntè Munfrà fa tappa ad Asti con “Una guerra bestiale”

Continua la rassegna “Cunté Munfrà – dal Monferrato al mondo”, che si è affermata negli anni per la sua attenzione alla valorizzazione e promozione della conoscenza del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte.

Domenica pomeriggio 11 novembre allo Spazio Kor di Asti (piazza San Giuseppe) alle 16 ci sarà un appuntamento intitolato “Una Guerra bestiale” per la chiusura del Centenario, con incontro organizzato con l’ISRAT e spettacolo “Soldato mulo va alla Guerra” del Teatro degli Acerbi.

La Grande Guerra fu una guerra di massa, che mobilitò nazioni e popoli. Più di 70 milioni di uomini vestirono la divisa e, ma per la movimentazione di reparti e materiali venne usato un notevolissimo numero di cavalli, muli, asini e buoi, perfino cammelli ed elefanti. Il rapporto che si instaurò tra uomo e animale non fu, in tutte e due le direzioni, senza conseguenze, perché gli animali non vennero mai considerati esclusivamente delle “armi”, e anzi la lunga, forzata coabitazione con i militari avvicinò gli uni agli altri, tutti drammaticamente uniti in un possibile destino di morte e sofferenza. Sono trascorsi cent’anni, ma sembra che le cose non siano cambiate di molto.
Ad aprire il pomeriggio alle 16 un incontro con ospiti e video con interventi di Mario Renosio e Nicoletta Fasano.

Nell’incontro verrà ricordata la presentazione del libro di Angelo Gatti “E’ la guerra: diario inedito maggio-agosto 1915”, a cura di Nicoletta Fasano con introduzione di Nicola Labanca.
Seguirà intorno alle 17 lo spettacolo del Teatro degli Acerbi “Soldato mulo va alla Guerra” con Massimo Barbero, testo e regia Patrizia Camatel. Già rappresentato in cinque regioni del nord Italia in svariati festival e rassegne, arriva anche ad Asti questo lavoro teatrale.

Durante la Prima Guerra Mondiale accanto agli uomini ha combattuto un esercito di animali. Muli, asini, buoi, cani, cavalli, piccioni vennero utilizzati per le azioni belliche, per lo spostamento di reparti e materiali, per le comunicazioni e il sostentamento delle truppe. E le testimonianze degli uomini al fronte ci parlano anche di convivenze altrettanto strette, con gli animali, ma non altrettanto desiderabili: i topi che invadevano le trincee, pulci e pidocchi che infestavano le vesti e i giacigli…
La forzata coesistenza di animali di ogni genere con gli uomini avvicinò gli uni agli altri in una tragica fratellanza di fronte alla morte e alla sofferenza. Nel mondo straziato dalla guerra la bestialità è caratteristica degli uomini, abbrutiti dalla violenza, mentre gli animali al fronte, coprotagonisti di episodi tragici o inaspettatamente sentimentali, rimangono l’ultimo baluardo di umanità e vita.

Giuseppe Zabert, classe 1897, figlio di mezzadri, parte da Valfenera d’Asti – come altri dieci tra fratelli e cugini – per andare a servire la Patria al fronte. La cartolina di precetto lo raggiunge in seminario, ma nemmeno la vocazione al sacerdozio risparmia al giovane di obbedire alla chiamata alle armi: dovrà confrontarsi anche lui con la disciplina militare, con condizioni di vita estreme, con il costante pensiero di morire o di dover uccidere. Assegnato ad un reparto di artiglieria alpina, ha per compagna la mula Margherita, alter ego animale che stimola domande sull’obbedienza e sul coraggio, sulla capacità di sacrificio, sull’insensatezza delle guerre. Dov’è quel Dio, padre e onnipotente, che Giuseppe voleva servire per tutta la vita? Come continuare ad intravederlo in mezzo al continuo scempio di vite, al massacro delle creature, umane ed animali? E se l’uomo e l’umile mulo condividono la morte sui campi di battaglia, condivideranno pure la salvezza? Una riflessione che parte da un contesto storico preciso per approdare ad una prospettiva esistenziale e spirituale.

L’appuntamento si colloca anche all’interno della manifestazione “1918-2018: la vittoria della Prima Guerra Mondiale raccontata a teatro”, organizzata dall’ Assessorato alla Cultura del Comune di Asti e dalla Prefettura di Asti.
L’ingresso è gratuito, fino ad esaurimento posti.

Info: 339 2532921 – www.casadegliafieri.it#cuntemunfra2018

La rassegna è promossa dall’Unione Colli Divini – nel cuore del Monferrato e della casa degli alfieri /Archivio della Teatralità Popolare ed è sostenuta dalla Regione Piemonte (è la più importante rassegna regionale del settore), dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione CRAsti. E’ realizzata in collaborazione con la rivista Astigiani.
La direzione artistica di Cuntè Munfrà è di Massimo Barbero per l’Archivio della Teatralità Popolare di casa degli alfieri, l’ideazione è di Luciano Nattino.

La rassegna proseguirà a inizio dicembre con alcuni appuntamenti natalizi: a Revigliasco il 1° dicembre il “Gelindo a veglia”, il 2 a Casorzo “El Natal del Berin”.