Le Rubriche di ATNews - Speciale 118 Sindaci

Speciale 118 Sindaci: Intervista a Cristiano Massaia, Sindaco di Aramengo

118 Sindaci: incontriamo Cristiano Massaia, Sindaco di Aramengo.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No e francamente detestavo il telegiornale perché raccontava solo di politica. Ho avuto un’infanzia molto serena e a quanto ricordo ero affascinato da tutti quei mestieri che generalmente affascinano i bimbi ovvero, pompiere, astronauta, ecc. Ero un bimbo timido ma molto curioso. Non sono mai stato attratto dai videogiochi e da tutte quelle attività che mi imprigionavano in un format che si ripeteva sempre uguale nel tempo. Mi sono sempre annoiato tantissimo a fare cose ripetitive. Pur essendo timido sono sempre stato attratto dalle attività che mi tenevano a contatto con le persone e che alle stesse davano soddisfazione.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

E’ stata una cosa molto naturale. Le persone che in un piccolo paese si dedicano alle cose “pubbliche” che siano associazioni o Comune, nel tempo sono molte volte le stesse. La voglia di fare qualche cosa per la tua comunità spesso si manifesta con la permanenza nella pro loco, inizialmente, oppure in altre associazioni e poi quasi in modo naturale passa attraverso l’amministrazione comunale, come nel mio caso. Nel caso dei nostri paesi la dedizione è totale e non può essere altrimenti. Ci conosciamo tutti, abbiamo poco ricambio, chi si è dedicato alla comunità continua a farlo fino a quando ce la fa, spesso cambiando solo giacca. Non vi è un rapporto istituzionale vero e proprio, di fatto si è una grande famiglia dove tra tutti facciamo tutto.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Si, sono dipendente pubblico, nel comune di Cavagnolo, da tanti anni.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Essendo una persona che non ha paura di mettersi in gioco ma desidera farlo, ho pensato che era questa l’occasione per dimostrare cosa sapevo fare, sia verso gli altri, che verso me stesso. Mi sono messo alla prova, anche per un fatto di crescita personale.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Non c’è un singolo evento specifico, e francamente non ritengo che gli impegni che ci troviamo ad affrontare in questo ruolo siano così complessi. Lo diventano se non ti piace. Se lo fai per principio o perché ti hanno convinto ma magari quel ruolo non lo senti tuo, tutto si complica. Dal momento in cui ti metti a disposizione della comunità sai già che il tuo ruolo sarà quello di cercare di risolvere problemi per migliorare il tuo paese e l’unica soddisfazione che avrai è che magari, riesci a risolverne qualcuno. Se non trai felicità da queste piccole soddisfazioni viene veramente dura, e forse, non è il ruolo adatto per te. La vera difficoltà di oggi è che i cittadini cercano delle risposte e purtroppo un Sindaco spesso non è in condizioni di dare. L’apparato pubblico, la politica, questa nazione, sono troppo distanti dai cittadini. 

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Non esiste una materia specifica che richiede più tempo di altre. E’ l’amministrazione nella sua totalità che richiede tempo e sforzo. Lo richiede per cercare di capire come trovare le soluzioni di cui parlavo prima. Come riuscire a darsi una progettualità di area vasta supportata e fortemente voluta da tutti i comuni che rappresentano il territorio in cui viviamo: da soli, oggi, non andiamo più da nessuna parte.

Se saremo bravi, tutti insieme, potremo pianificare, poco alla volta le misure che potranno forse permetterci di pensare all’uscita da questa “marginalizzazione” che, è ormai assodato, i nostri paesi subiscono in modo inesorabile. 

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Non c’è né uno in particolare… C’è soddisfazione tutte le volte che riesco a fare qualche cosa che porti lustro e benefici al mio paese.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Beh, oltre alle forme istituzionali come sito web, social, locandine appese, il grosso avviene per strada, in mezzo alla gente e al telefono o al bar. Nell’era in cui devi mandare una mail con casella di posta certificata per dire che forse oggi piove, mi aggrappo alle tradizioni e se devo dire qualche cosa a qualcuno, lo cerco e gli parlo.

Se scegli di fare il  Sindaco vuol dire che scegli di essere a disposizione sempre e comunque. Per ragioni morali e giuridiche la priorità su qualsiasi altra cosa. Lo hai scelto: punto. Ruolo per nulla adatto a chi si accompagna con mariti o mogli, petulanti, gelosi o insicuri. Sarebbe durissima. Ne approfitto per ringraziare la mia compagna, che non solo mi tollera, ma addirittura mi supporta.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no? Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Si e no. Soddisfatto perché lo faccio con passione e non ho nulla da recriminare. Insoddisfatto perché in questo ambiente anche la cosa più banale è già complicata.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Quella di uscire dal rapporto formale nel confrontarsi con altri sindaci, ma farlo confrontandosi in modo colloquiale, abbandonando un po’ l’antica  “riverenza”  amministrativa che spesso condiziona il modo di porsi e spesso impedisce di avere un  vero rapporto talvolta anche visionario, che ci permetta di vedere le opportunità con altri occhi.

Se si ha voglia di sforzarsi collettivamente ci si può rendere conto che molte cose possono essere realizzate, anche se i percorsi sono sempre lunghi e complessi.

Ogni iniziativa, anche quelle che a prima vista sembrano irrealizzabili, spesso, se si è coinvolti emotivamente, non solo diventano realizzabili perché si ha la volontà di trovare una soluzione, ma le facciamo nostre, le viviamo, ci stimolano e diventano  contagiose.

 Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

La risposta scontata sarebbe denaro, ma non basta. Dobbiamo avere una grande visione sul lungo termine. Occorre fare gruppo ognuno nel proprio ruolo, essere tutti insieme pubblico e privato nell’individuare, per il paese, strategie di sviluppo, individuare un obiettivo al quale si vuole arrivare. Occorre audacia, lungimiranza, occhi brillanti, un po’ di sana follia.

L’ordinario è da gestire, ma non compito esclusivo del Sindaco. Per quello ci sono ottimi dipendenti che tutti i comuni hanno. A tal proposito sottolineo che, fra i miei colleghi sindaci giovani, vedo grande motivazione in questo senso.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Intanto questo problema non è di competenza del Comune, bensì dello Stato. Che poi alla fine ricada sul comune è ormai prassi consolidata, ma non dovrebbe essere cosi. Per quanto è nelle nostre possibilità, interveniamo in ogni modo possibile sul territorio perché il problema è sentito e tangibile. Lo Stato dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini attraverso le sue istituzioni delegate a questo ma spesso non ci riesce.

Il nostro paese è sotto la competenza dei carabinieri nella Stazione di Cocconato. Intervengono, ma l’attesa è sempre lunga, la media è di 45 minuti. Si sa bene che il successo dell’ operazione in emergenza è direttamente proporzionale alla velocità del tempo di intervento. Purtroppo le forze in campo sono minime e più di tanto non riescono e non possono fare.

Abbiamo installato le telecamere nei punti principali del paese e stiamo partecipando al bando indetto dalla Prefettura per installarne delle altre. Il fatto che tutti dobbiamo fare ricorso all’installazione delle telecamere è una chiara indicazione di come si sia ormai arrivati, all’ultimo frontiera per cercare di proteggersi, ma per ora non abbiamo altre soluzioni efficaci. 

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Assolutamente si e in modo decisamente importante. C’è stato un progressivo abbandono sociale e assolutamente significativo. Le fasce più deboli che non hanno servizi essenziali si arrendono. Percepiscono ormai questa situazione immodificabile e si rassegnano.

E’ una situazione tristissima.  Le persone si sono rassegnate a doversi sempre aggiustare, anche quando non ne hanno la possibilità. Il comune, (sindaco, dipendenti, amministrazione) sono l’ultimo baluardo contro l’inefficacia del resto di un apparato, che è debole con i forti e fortissimo con i deboli.

Un sindaco, anche quando non ne ha la competenza ufficiale non può, per dovere civile e morale, non interessarsi  dei più deboli, anche se poi spesso non ha gli strumenti a disposizione per essere veramente efficace.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il   Comune? Se si, in che modo?

Ci sono associazioni. La Pro Loco, la Squadra Antincendio Boschivo, Il Gruppo Alpini, che occupano un ruolo assolutamente fondamentale per la nostra comunità. Qualsiasi avvenimento, o momento di aggregazione sociale che si ha nel nostro comune, si fa solo grazie alla loro operatività, (altro caso in cui la dedizione è tutto). 

Ciò rappresenta motivo di orgoglio, per tutti noi, ma anche di profonda riflessione. Il rovescio della medaglia è che la vita sociale del paese rimane affidata solamente a dei volontari che da anni si sbattono per non perdere tutto, mettendo a nudo quale debolezza che nostro territorio sta vivendo, della quale però il mondo intellettuale di gran moda oggi, pare non accorgersene.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Di sogni e progetti nel cassetto me ne nascono almeno due o tre al giorno. Considerando che il nostro “rallentato” mondo amministrativo non ci permette di essere come dovremmo, ciò non mi priva comunque della la possibilità di sognare, e nei sogni ad occhi aperti vedo in questo momento, luoghi di svago, locali, complessi votati al divertimento, strade infrastrutture, servizi, eleganza, tutto orientato all’utente giovane perché il riscatto se mai ci dovrà essere, passerà attraverso di loro. Ma bisogna provare però, almeno a parlare la loro lingua.

 *************************************

Si ringrazia per il sostegno al Progetto 118 Sindaci

Il Progetto 118 Sindaci gode del Patrocinio della Provincia di Asti

e della Prefettura di Asti