L’Ecomuseo Alto Astigiano è sempre più realtà, per valorizzare “ Vite…Sentieri…Tracce…Memorie…”

L’Ecomuseo è l’ambiente di vita delle persone di ieri, con le loro storie, case, cascine, cantine, difficoltà di sopravvivenza, strumenti di lavoro ed è l’ambiente di oggi, con le persone che vivono e mantengono bello e fruibile il paesaggio con le sue caratteristiche naturali, antropiche e gastronomiche.

Il territorio dell’Alto astigiano conta 32 Comuni. Alcuni grandi, come Nizza e Canelli, altri di media e piccola dimensione, ma tutti con peculiarità proprie.

E’ su queste basi ed in questo contesto che vede la luce l’Ecomuseo Alto Astigiano, che si dedicherà a valorizzare “ Vite…Sentieri…Tracce…Memorie…”, con la collaborazione dei comuni e delle associazioni che vivono il territorio.

Nella mattinata di oggi, sabato 27 ottobre, il promotore dell’idea dell’Ecomuseo, il professore universitario e sociologo Guido Lazzarini, insieme ad Andrea Ghignone, sindaco di Moasca, e Barbara Baino, sindaco di Mongardino, hanno presentato i prossimi passi e la filosofia alla base delle attività della nuova realtà culturale, nella splendida location del Castello di Moasca.

Compito immediato dell’ecomuseo è quello di costruire un Sito Web capace di offrire una documentazione ricca e aggiornata della realtà locale.

La cerimonia ufficiale dell’inaugurazione dell’ecomuseo avverrà sabato primo dicembre, ore 10, presso il castello di Moasca.
Saranno presenti l’Assessore regionale all’ambiente e turismo dott. Valmaggia e il consigliere regionale dott. architetto Elvio Rostagno (relatore della nuova legge regionale degli Ecomusei).
Nell’occasione si raccoglieranno le quote di adesione all’essere promotori dell’Ecomuseo alto astigiano di: Comuni, associazioni (pro loco ecc.), aziende e singole persone.

Ma come funziona un Ecomuseo?

“L’ecomuseo accoglie il visitatore all’interno delle proprie dinamiche e lo immerge nella vita naturalistica e nella storia locale facendogli sperimentare le emozioni che nascono dagli orizzonti ampi, propri della collina, e dal contatto con una realtà che offre vigneti a perdita d’occhio e vini noti e stimati in tutto il mondo di cui si è orgogliosi.” – spiega il professor Lazzarini, che ha seguito il lungo processo della nascita dell’Ecomuseo Alto Astigiano attraverso l’esperienza di tesi dell’architetto Stefania Toso.

Il territorio circostante è la prima esperienza di appartenenza, oltre la propria casa, che la persona fa nei primi anni di vita e resta impresso, in modo indelebile, nella sua memoria: ecco perché chi se ne allontana sente nostalgia per le sue radici e il desiderio di tornarvi, anche se solo come visitatore. Se è così importante l’ambiente di vita per definire la propria identità personale e sociale, uno dei compiti primari dell’ecomuseo è offrire ai propri bambini e ragazzi la conoscenza delle bellezze paesaggistiche, della vita quotidiana di chi abita il territorio e lo custodisce col lavoro, delle caratteristiche peculiari che il territorio mette a disposizione di chiunque voglia fruirne, facilitato anche da attività proposte da associazioni che organizzano passeggiate su percorsi particolarmente significativi.”