“L’ATC Nord bocciata in trasparenza: risposte vaghe alle domande della Casa del Consumatore Piemonte”

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Riceviamo e pubblichiamo

La Casa del Consumatore mediante accesso civico aveva richiesto, lo scorso marzo, di conoscere quanti immobili avrebbero potuto essere autorecuperati dai cittadini che ne avessero fatto richiesta.

“La Regione Piemonte 3 anni fa ha approvato una legge – esordisce Stefano Santin, presidente della Casa del Consumatore Piemonte – che permette ai cittadini che partecipano ai bandi per le case popolari di poter attuare l’autorecupero di quegli immobili che hanno necessità d’interventi di manutenzione non superiore ai 15mila euro. Per la metà dell’intervento l’utente potrebbe scalare la somma spesa dal canone di affitto. E’ una norma che permetterebbe di assegnare immobili che, per leggeri problemi di manutenzione, non vengono posti in locazione incrementando così le liste di attesa.”

La risposta, pervenuta oltre i termini di legge, non ha indicato alla Casa del Consumatore il dato numerico e dove siano ubicati gli immobili che hanno necessità della manutenzione d’attuare in collaborazione con gli assegnatari.

“Mi chiedo, tenuto conto che la Regione già nel 2015 imponeva di censire tali immobili, come non siano stati divulgati questi dati dagli organi amministrativi dell’ATC Nord comprendente le provincie di Asti, Alessandria e Cuneo. Le riflessioni sono duplici: o non si conoscono e quindi non si amministra correttamente il patrimonio pubblico oppure non si vogliono divulgare ed allora – chiosa Santin – ci sarebbe un problema di trasparenza che non è positivo, tenuto conto il recente passato dell’ente“.

La richiesta della Casa del Consumatore, in attuazione del progetto VO.CI sul volontariato civico, era volta ad attuare una proposta che comprendesse l’intervento sia della micro finanza per supportare i cittadini che volessero attuare l’autorecupero sia la costituzione di gruppi di acquisto per ottenere sconti sulle opere.

“Ad oggi – conclude Santin – abbiamo solo capito che l’autorecupero, che consentirebbe agli utenti in graduatoria di avere una casa a canone calmierato, non interessa agli amministratori dell’ATC e vane sono state le raccomandazioni, in tal senso, della Regione Piemonte che li ha nominati. E pensare che un presidente del consiglio di amministrazione di un ATC riceve un emolumento di 5 mila euro lordi al mese, nettamente superiori a quelli di un sindaco di una grande città perennemente occupato a risolvere il problema casa: forse la politica dovrebbe riflettere. L’ottimizzazione della gestione del patrimonio pubblico interessa tutti: sia gli assegnatari che chi paga le tasse e spera che le proprietà pubbliche siano amministrate in efficienza”.

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