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Speciale 118 Sindaci: Intervista a Giovanni Domenico Spandonaro, Sindaco di Mombaruzzo

118 Sindaci: incontriamo Giovanni Domenico Spandonaro, Sindaco di Mombaruzzo.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No. Avevo ambizioni un po’ più alte. Volevo diventare Presidente della Repubblica Italiana, la seconda scelta sarebbe stata quella di diventare un famoso calciatore. 

Com’è nata la Sua candidatura a sindaco?

Nacque (eravamo negli anni ’80 ) da un gruppo di amici di mio papà (che era di Mombaruzzo poi trasferito ad Asti). Mio papà frequentava regolarmente il paese e noi eravamo conosciuti. Qualcuno sapeva del mio impegno in politica (nella D.C) e del mio impegno come consigliere/assessore della circoscrizione Asti Ovest e mi chiesero di candidarmi a sindaco.

Accettai la proposta, e dal 1980 sono sindaco di Mombaruzzo (salvo il mandato 2004-2009 dove per motivi regolamentari fui Vicesindaco). 

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Lavoravo al Genio Civile di Asti e mi occupavo di opere pubbliche, poi, come già detto, ero già consigliere della circoscrizione Asti Ovest.

In seguito, ma ero già Sindaco, ho avuto, ed ho tutt’ora, altri incarichi in consigli di amministrazione di enti pubblici (Assessore in Provincia, Unicredit Banca, Consorzi, Unioni fra comuni ecc). 

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Di grande soddisfazione perché a quei tempi c’erano delle serie e dure battaglie politiche, e io avevo vinto la competizione elettorale, però anche qualche preoccupazione perché sapevo che il compito che avrei dovuto affrontare non sarebbe stato facile.

 Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

In generale, il paese di Mombaruzzo è già complesso di suo. Abbiamo circa 1150 abitanti che nel periodo estivo raddoppiano, 22 km quadrati di superficie e tre frazioni con tre cimiteri, è quindi è già complesso tenere invariati o migliorare i servizi per tutti.

Uno dei  problemi più difficili è stato anche quello di gestire la chiusura delle scuole elementari che c’erano in ogni frazione.  

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Al primo posto c’è la burocrazia. Nonostante che da tempo tutti i governi dicono di volerla semplificare, non solo nulla è andato in quel verso, ma addirittura le procedure si sono notevolmente complicate.

C’è l’organizzazione degli eventi. Anche qui le cose sono diventate complicatissime ed il Sindaco ha in carico tutte le responsabilità.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Nel mio, ormai, lungo tempo trascorso da Sindaco ci sono stati tantissimi atti e realizzazioni che mi hanno portato soddisfazione, ad esempio i servizi essenziali ampliati e mantenuti nel territorio (medico di base, Farmacia, filiale della banca ecc).

Di più ancora sono molto fiero e soddisfatto di essere riuscito a concentrare a Monbaruzzo, in accordo con i sindaci dei paesi limitrofi, ben i primi tre ordini di scuola, dalla materna alle media. Consentire ai bambini e ai ragazzi di vivere il proprio territorio contribuisce a rinsaldare i legami di questi giovani con la loro terra.

E’ una tipologia di investimento in cui io credo molto. Ed in questa ottica mi fa piacere ricordare l’istituzione delle borse di studio alla memoria del prof. Ferraris e consegnate ogni anno ai nostri ragazzi più meritevoli.

Inoltre, poiché Mombaruzzo ha più di mille anni di storia, cito con particolare piacere sia il resturo di numerosi documenti d’archivio, sia le numerose pubblicazioni, a partire dagli statuti del 1337, che consentono ad ogni cittadino di conoscere la storia del nostro paese.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Essenzialmente la comunicazione qui, è quella diretta. Si fa in piazza. Ho la fortuna di avere nella mia squadra dei collaboratori molto attenti che comunicano, sentono, e fanno da tramite verso di me (io risiedo ad Asti e di fisso sono qui due mattine la settimana ed anche nei giorni festivi).

Comunque tutti i cittadini hanno il mio numero di cellulare e mi possono contattare quando lo desiderano, io rispondo sempre.

Poi utilizziamo le bacheche tradizionali con le affissioni, ed il sito internet del comune che teniamo sempre aggiornato.

C’è anche un gruppo di whatsapp per l’emergenza “ladri”.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Vorrei sempre fare qualche cosa in più ogni giorno che passa, ma mi ritengo soddisfatto, perché dopo tanti anni ho un rapporto con i cittadini decisamente ottimo.

Avrei ancora la possibilità di candidarmi per il prossimo mandato, ma ritengo che stia venendo il tempo di restituire alla mia famiglia (che non mi ha mai contrastato in questo mio impegno) il tempo che non gli ho mai dedicato.

Ho avuto, nella mia vita professionale molti altri incarichi (anche di prestigio) ma nessuno di essi mi ha dato tanta soddisfazione come quella di fare il Sindaco.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Ci vuole tanta passione, tanto impegno, poi, giorno per giorno si impara qualche cosa in più. E’ chiaro che ognuno deve agire secondo il proprio contesto e le proprie esperienze.

Posso dare un consiglio ai sindaci “Giovani”: Con questo incarico dovete correre una “Maratona” che non finisce mai, e non una gara di 100 metri, che sarà uno sforzo, ma dopo pochi secondi è terminata.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Di risorse. Soprattutto finanziarie ma anche più personale nell’organico del comune.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Periodicamente il paese diventa oggetto di furti nelle case. Da parecchi anni abbiamo installato una serie di telecamere su tutto il territorio (frazioni incluse), e siamo intenzionati a installarne altre e a rinnovarne.

Abbiamo la locale stazione dei carabinieri che funziona bene ed è presente sul territorio.

Poi, c’è una sorta di Controllo del Vicinato che si chiama “Emergenza ladri a Mombaruzzo” che agisce tramite whatsapp scambiandosi informazioni su avvistamenti “strani” nel nostro territorio.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Direi di sì perché la popolazione del paese invecchia. I problemi legati all’assistenza sociale e sanitaria sono egregiamente svolti dal CISA di Nizza, consorzio socio-assistenziale con il quale il comune collabora in modo molto proficuo.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Abbiamo l’AVIS, la Pro Loco, il Gruppo Alpini e abbiamo la fortuna di avere ancora in attività la “Società Agricola Operaia di Mutuo Soccorso” che fu fondata nel 1887, una delle più vecchie del Piemonte. 

Tutte queste associazioni collaborano e si integrano col comune.

Poi apparteniamo alla “Unione Vigne e Vini” e utilizziamo anche questa unione per cercare di farci sentire dal Governo, da parte del quale non c’è più nessuna attenzione per noi piccoli comuni.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Molti sogni, che a suo tempo avevo nel cassetto sono riuscito a realizzarli.

Riguardavano principalmente servizi e infrastrutture.

Ma a riguardo di sogni e progetti ancora in campo direi:

Mi piacerebbe incrementare ancora di più la vocazione turistica di Mombaruzzo in collaborazione con gli operatori del territorio.

Molto è già stato fatto,sono state aperte attività e nuove strutture ricettive, abbiamo già portato in loco molti turisti e villeggianti, ma molto sarebbe ancora da fare. 

Ed inoltre vorrei completare la pavimentazione in porfido di tutto il concentrico, che in parte è già stata realizzata.

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Si ringrazia per il sostegno al Progetto 118 Sindaci

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