Che mondo sarebbe senza i (micro)chip?

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Ci sono persone di cui probabilmente non abbiamo mai sentito parlare, ma le cui invenzioni hanno condizionato in modo irreversibile le nostre quotidianità.

Uno di questi è senza dubbio Jack Kilby, un nome che probabilmente a pochi dirà qualcosa, ma la cui invenzione è sotto i nostri occhi tutti i giorni. Kilby è infatti l’inventore del microchip, in pratica la cellula che fa funzionare tutti i dispositivi elettronici che utilizziamo nel corso delle nostre giornate.

Sessant’anni fa, il 12 settembre del 1958, le sue lunghe ricerche arrivavano a compimento: già dall’estate Kilby aveva lavorato alla soluzione dei problemi che sorgevano nella progettazione dei circuiti. Un problema che all’epoca veniva chiamato “la tirannia dei numeri”.

Il giovane Jack, neo assunto alla Texas Instruments, riuscì effettivamente a risolvere l’annosa questione. Come? Installando su di una piastrina di germanio dei transistor, diodi, condensatori e i relativi collegamenti: in questo modo, aveva creato un chip, vale a dire il primo circuito integrato della storia. Il 12 settembre presentava il chip ai dirigenti dell’azienda, e non ci volle molto per capire che si trattava di una rivoluzione senza precedenti. Non a caso pochi mesi dopo, il 6 febbraio del 1959, il brevetto per i circuiti elettronici miniaturizzati veniva depositato.

A sessanta anni esatti di distanza, quella intuizione è sotto gli occhi di tutti: viviamo in un mondo in cui i chip sono ovunque. O meglio: i microchip.

Già, perché alcuni anni dopo, nel 1971, tre ingegneri tra cui l’italiano Federico Faggin e il co-fondatore di Intel Robert Noyce, mettono a punto il microchip, una versione evoluta del chip che al posto del germanio utilizza il silicio.

Il resto, come si suol dire, è storia, e per ripercorrerla nella sua interezza può essere molto utile dare un’occhiata alla infografica realizzata per l’occasione da Stampaprint Srl, azienda leader nella stampa di volantini. L’immagine stessa è fatta a mo’ di chip e illustra non solo la storia di questo particolare strumento, ma anche tutta una serie di curiosità che lo riguardano.

In quanto a Kilby, nel 2000 gli fu assegnato il Premio Nobel per la Fisica. Cinque anni più tardi, il 20 giugno del 2005, si spegneva dopo una breve battaglia contro un male incurabile. L’ultima tappa del celebre chip di Kilby si tiene diversi anni più tardi, il 19 giugno del 2014, allorché viene battuto all’asta: i risultati sono però inferiori alle aspettative, perché la migliore delle offerte arriva “soltanto” a 850mila dollari, una cifra addirittura inferiore rispetto a quella di partenza, superiore a un milione di dollari.

Molto più alto il suo valore nelle nostre vite di tutti i giorni: che mondo sarebbe senza i (micro)chip?

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