L’Asl di Asti partecipa alle iniziative promosse in occasione del primo compleanno della Banca del Dono

Nel “settembre astigiano”, tra i suoi eventi più blasonati, farà poi capolino, il 30 settembre, il Tavolontario 2018, occasione d’incontro in un clima assolutamente informale, in cui ciascuna associazione di volontariato, potrà contribuire alla “merenda sinoira” condividendo vivande e compagnia.
L’iniziativa si svolgerà in piazza Roma, dove ha sede la Banca del Dono, che in quei giorni sarà al suo primo compleanno.

L’Asl di Asti ha accolto l’invito della Banca del Dono ad accendere i riflettori sulle Associazioni di Volontariato Ospedaliero individuando un percorso segnalato dal logo VOI (Volontariato e Ospedale Insieme) che conduce dalla Hall in cui è allestita la mostra fotografica dell’Associazione Alzheimer Asti, al banco del VAO (Volontari Accoglienza Ospedaliera) e a quello allestito dall’URP sulla balconata in cui si pubblicizzano le iniziative della settimana, fino al Gazebo situato al piano -1 in cui durante la settimana sono presenti l’APRI Onlus Asti Associazione Ipovedenti (lunedì) e SoS Diabete (martedì e giovedì) per raggiungere infine l’AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) .
Rimanendo al piano 0 “le orme VOI” condurranno all’area allestita dopo la giostra del Bastian in cui altre associazioni esporranno, come nelle vetrine del centro cittadino, manifesti, brochure e opuscoli informativi sulle attività svolte, sperando che siano di richiamo per l’arrivo di nuova linfa.

“Le associazioni di volontariato assicurano giornalmente un contributo di umanità e di aiuto concreto fondamentale per il bene dei nostri pazienti, commenta Mario Alparone, direttore generale dell’asl Di asti. La sfida della sanità si può affrontare solo facendo squadra insieme. Ringrazio l’amministrazione comunale che ci offre l’occasione di ricordare questi valori e per lo spirito di servizio e la sensibilità che dimostra.”

“Non ci nascondiamo che l’impegno solidale non sia per tutti, spiega l’Assessore Mariangela Cotto, ma la parola buona, lo sguardo meno sospettoso, l’aiuto discreto fa sempre la differenza” e fa bene anche a chi la fa, sentendosi ancora utile agli altri e meno isolato dalla comunità.