Asti, Politiche sociali: un “tavolo del dubbio” per aiutare le persone in difficoltà

Fare diagnosi non è mai cosa facile, ancor più quando pesa l’incertezza: se un alunno problematico richiede alla scuola di andare oltre le apparenze, se una donna, magari avanti con l’età, neppure riesce a chiarire uno stato di maltrattamento, se dietro ad affetti e premure si cela un calcolato raggiro, anche dubitare può rivelarsi benefico.

A questo proporisto è allo studio da parte dell’Assessorato Politiche sociali della Città la creazione di un servizio di ascolto e verifica di quelle segnalazioni che lasciano negli operatori della cura il legittimo sospetto che una persona, bimbo, adulto, anziano che sia, da parole, cenni o semplici impressioni riveli altre storie e altri bisogni.

Per definire meglio la proposta una prima riunione organizzativa del “tavolo del dubbio” è programmata lunedì 1 ottobre alle 15 alla Biblioteca Giorgio Faletti cui parteciperanno il magistrato Donatella Masia, la dirigente della Polizia di Stato Daniela Campasso, il Comandante dei Carabinieri Pierantonio Breda, il direttore generale Asl Mario Alparone, il Comandante Riccardo Saracco della Polizia Municipale e Martina Gado Responsabile dell’ area sostegno e inclusione dell’Ufficio scolastico territoriale nonché gli Assistenti sociali ed educatori.

Potranno essere sensibili all’argomento innanzitutto le professioni di cura e di primo ascolto, che più di altre hanno consuetudine con le più diverse emergenze, senza tralasciare chi per sua attività, venga a conoscenza di situazioni individuali pregiudizievoli.

“Lo dico a qualcuno? Posso sbagliarmi? Sarà una mia impressione ma…”, in questa zona grigia va a collocarsi l’iniziativa di uno sguardo intelligente, accorto, capace di andare oltre la misura delle proprie competenze o di un rinunciatario “farsi gli affari propri”.

Avrà sede in un luogo che sia riconoscibile e al tempo stesso accessibile –  è la proposta dell’assessora Mariangela Cotto – per mettere a proprio agio chi ha un dubbio sensato da comunicare, e con il supporto di magistrati e operatori capaci di interpretare e analizzare il caso. Si comprende facilmente come non sia faccenda che riguarda solo la pratica medica ma quell’articolato sistema di colloqui, stesura di relazioni conoscitive, visite a domicilio, servizi di sostegno alle persona, condotti da operatori diversi, per garantire aiuto e, sovente, soccorso”.