Da un episodio al Pronto soccorso alla capacità di fare rete: ecco come è nata la Casa delle Donne e dei Bambini di Asti fotogallery

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Ha preso ieri forma e sostanza nei rinnovati locali di viale Pilone 105 la Casa delle Donne e dei Bambini. Non sarà né un ricovero né un dormitorio tradizionalmente inteso, perché qui le storie al femminile che vi verranno accolte avranno bisogno di un tempo per il sollievo e la ripresa.

Potranno esservi accolte donne sole prive di reti familiari, in emergenza abitativa, e/o con bambini alla ricerca di soluzioni più stabili. Con una ricettività per il momento adeguata, da quattro a otti posti letto, a otto – dieci camere per donne con figli. “Saranno progetti personalizzati” spiega Ornella Lovisolo la Responsabile del Servizio Casa dell’Assessorato Politiche sociali “con una presa in carico verso una maggiore autonomia. Rivolta principalmente a persone residenti, o in caso di bisogno manifesto, in rapporto stretto con i servizi di altre città”.

La nascita di questo presidio, di cui la città avvertiva da tempo la necessità, i casi venivano indirizzati alla vicina Alessandria, ha preso un’accelerazione da un episodio nell’inverno scorso al Pronto soccorso dell’Ospedale Massaia, che il Sindaco Maurizio Rasero non ha esitato a raccontare “Contattati dal primario incontriamo una coppia di coniugi esposti al freddo, e viene proposta al marito una ospitalità possibile al Centro di accoglienza notturno maschile. Ma per la moglie? Questa Casa ora mi fa dire orgoglioso di quanto realizzato e reso disponibile alla nostra comunità”.

Molta capacità di fare rete è stata spesa in questi mesi per portare a termine questo progetto, di certo rilevante per il vuoto che colma e le potenzialità che apre.

Ne hanno fatto cenno Mario Alparone neo Direttore di Asl AT “convinto che le sfide si vincano insieme e che si possa in futuro si possa immaginare una collaborazione coerente con questa struttura”, il Questore Faranda Cordella “siamo anche noi una sorta di Pronto soccorso e considero questo nuovo presidio un contributo che arricchisce la sicurezza della realtà locale”, il Vice prefetto Massimo Danielli “lo Stato è felice quando un Ente locale si fa carico di problematiche e sa concorrere al benessere più generale”.

Da parte del presidente Mario Sacco della Fondazione Crat una sintesi molto appropriata “ Qui vedo la città e l’integrazione di intervento pubblico e privato”.

È infatti “una rete con tanti fili da annodare”, che l’Assessore Mariangela Cotto puntualmente richiama: le borse lavoro e gli operai che hanno messo a punto gli impianti, il personale dell’Assessorato “fattosi in quattro”, con tanto di spazzolone e la ricerca del mobilio, la disponibilità di arredi grazie alle Suore della Pietà, Francescane, di Casa Mazzarello e della Purificazione, la Banca del Dono e l’associazione Il Dono del volo, i Centri di Ascolto e il mondo del volontariato, “Ringrazio chi dona in silenzio ma è la solidarietà a rendersi visibile”.

Al pianterreno la lavanderia, uno spazio giochi, un ampio soggiorno e la cucina, donata da Inelpi e messa in funzione dal personale del ristorante “Il Cascinale”. Sopra la zona notte con camere arredate e accoglienti, anche grazie alla ditta F.lli Dezzani.

“Si è risposto a un bisogno, tanto più importante perché destinato alle donne”, saluta i presenti l’Assessore regionale Monica Cerutti, e con lei la Vicepresidente Angela Motta, ”C’è una comunità che insieme prova a farcela, senza scordare che dopo il taglio del nastro, ora si parte!”

Ad affidare i muri a una benedizione l’intervento di padre Francesco Ravinale, con lui il viceparroco don Mauro Canta, “Qui verranno storie difficili, l’invocazione è che il genere letterario, “Che cosa è capitato” si traduca in “Fa’ succedere cose belle””.

Espressione, l’ha definita, di “solidarietà preventiva”, e di impegno positivo per tutti quanti, in quelle stanze e fuori transiteranno.

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