Turismo estero in Piemonte: crescita di compravendite e locazioni anche nel Monferrato

Gli stranieri scelgono sempre più spesso il Piemonte per soggiornare o comprare casa.

Anno dopo anno cresce il numero di chi dall’estero mette gli occhi sulla nostra regione e sui luoghi caratterizzati da una rara bellezza paesaggistica e storica, ravvivando così il mercato degli affitti e delle compravendite.

Ad innamorarsi del territorio subalpino sono soprattutto gli europei: tedeschi, olandesi e svizzeri su tutti, ma anche molti russi che puntano a pezzi unici e di altissimo pregio. Poi ci sono gli americani, i norvegesi e qualche orientale, più pratici ma non meno esigenti. “Lo straniero vuole immergersi nella cultura italiana, vivere in dimore storiche estremamente rappresentative del territorio in cui si trovano: case da sogno, insomma, e ville da far sgranare gli occhi con viste mozzafiato – spiega Paolo Papi, presidente di Fiaip Piemonte – Grazie agli agenti immobiliari Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) della nostra regione, abbiamo scovato casi curiosi, località favolose, a volte nascoste agli occhi di chi ci vive tutti i giorni e “siamo riusciti a dare una sbirciatina al lusso che l’europeo, e non solo, cerca in Piemonte: l’estetica deve essere prestigiosa sia per la facciata delle abitazioni sia per gli interni e in qualche caso anche per gli arredi”.

Se a Torino vanno per la maggiore gli affitti brevi, ad uso vacanza, accanto a locazioni più lunghe per i trasfertisti che stanziano in città per lavoro, nelle province chi arriva da fuori confine, al contrario, si affeziona e compra. Le compravendite più emblematiche e i flussi di stranieri più significativi si registrano intorno al Lago Maggiore, tra il novarese e il verbano. Seguono per ricettività dall’estero il Monferrato e le Langhe. Gli appassionati dell’astigiano amano combinare il rustico e l’enogastronomia tipica. Il biellese si ritaglia la sua fetta di turismo estero tra belgi e francesi, che va diversificandosi tra tedeschi, inglesi e norvegesi, mentre ci si avvicina al Lago di Viverone.

Stupisce il vercellese, che per quanto rimanga fuori dalle mete scelte dall’estero, accoglie nei mesi estivi moltissimi francesi. Motivo? Il rientro delle famiglie che negli anni ’40 si sono trasferite Oltralpe.

Andiamo nel dettaglio.

ALESSANDRIA E MONFERRATO

Il Monferrato piace e conquista il cuore degli stranieri ed è una delle aree più ricercate in Piemonte da chi arriva da oltre confine. “Le compravendite per il comparto estero stanno aumentando” – dice Andrea Monti, delegato al settore estero regione Piemonte e vice presidente di Alessandria – Per fare una stima, l’80% delle nostre vendite è concluso con gli stranieri”.

Il cliente tipo? Famiglie tra i 45 e i 60 anni, con un livello culturale medio alto; provengono da Svizzera, Germania, Olanda, Danimarca, Inghilterra, ma anche Stati Uniti e Paesi del Nord Europa. Svedesi e norvegesi sono una presenza in aumento in questi luoghi.

Il castello di San Giorgio, ad esempio, in vendita a 3 milioni di euro è oggetto di trattativa con degli svedesi.

Tipologia di immobile ricercato? Il casale tipico in pietra, indipendente su quattro lati con terreno, in posizione panoramica quindi collinare o immerso in una zona di interesse naturalistico.

Le ville devono avere carattere storico, di fine Settecento, Ottocento o liberty.

A trainare la domanda, in forte ascesa, è la posizione baricentrica del Monferrato. “Si coniuga la tranquillità e la quiete della campagna all’opportunità di raggiungere in un’ora di macchina il mare, la montagna o altre mete di interesse turistico” spiega Monti.

Chi arriva dall’estero in queste zone, inoltre, ama l’enogastronomia: “E’ un aspetto molto importante per loro e qui vino e cibo sono al top”.

Per gli affitti la richiesta sta aumentando, soprattutto nei periodi estivi. Le strutture ricercate sono sempre le stesse, casali e cascine tipiche. Si va dalla settimana ai 15 giorni, ma la stagione si è allungata, parte a Pasqua e dura fino ai mesi del tartufo, ottobre e novembre. “Quello della locazione – sottolinea Monti – è un mercato che sfugge di mano ed è difficile da monitorare con stime precise. Sappiamo che chi ha acquistato da noi, nei periodi in cui non utilizza l’immobile, lo dà in affitto ai propri connazionali”.

A seconda dell’ubicazione, dei metri quadri, dei servizi, gli affitti si muovono dai 1000 ai 4500 euro a settimana.

I comuni della prima cintura di Alessandria esercitano un certo fascino, soprattutto verso la Russia. “Si è creato un piccolo filone a Pietra Marazzi dove i russi hanno comprato di fila 3, 4 ville”, dice Franco Repetto, past president Fiaip Alessandria. “Operazioni non da capogiro, ma interessanti, tra i 200 e i 400mila euro”.

“In città si vende molto a stranieri, non tanto per uso turistico – aggiunge Repetto – ma come prima abitazione. Qualche anno fa  Alessandria è stata in cima alla lista delle città in Italia per l’acquisto da parte di stranieri. Un fenomeno importante, frenato poi dalla crisi del mercato immobiliare”.

Le zone che hanno maggiore presa per gli affitti o le compravendite sono il tortonese, il casalese, l’acquese e l’ovadese dove sono diffuse le case in pietra tipiche del Basso Monferrato, molto ricercate dallo straniero.

Nell’alessandrino invece il mercato dell’affitto turistico fatica a decollare. “Molte case, ville e casali – spiega Repetto – restano vuote, se non addirittura in stato di abbandono, ma potrebbero al contrario rappresentare una buona fonte di investimento, soprattutto in virtù delle locazioni brevi”.

ASTI E MONFERRATO

C’è un risveglio recente nelle compravendite da parte degli stranieri sulle distese collinari astigiane e nei suoi dolci pendii coltivati a vite. Da quando nel 2014 la zona Monferrato-Langhe-Roero è stata inserita nel Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco, il turismo estero ha avuto un nuovo impulso.

“Le compravendite in generale sono aumentate in questi ultimi tre anni, anche da parte degli stranieri e soprattutto da chi arriva da Belgio e Olanda” racconta Loredana Carboneris, presidente Fiaip Asti. Al contrario, “gli affitti brevi delle case private per chi viene dall’estero non decollano: è un mercato che deve ancora trovare la sua giusta connotazione” aggiunge.

Il Palio d’Asti e il Festival delle sagre, in cui 27 pro loro mettono in piazza le ricette della tradizione per cui la città ha vinto il titolo del ‘più grande ristorante a cielo aperto d’Europa’, ravvivano il comune piemontese richiamando ogni anno, soprattutto nel mese di settembre, visitatori provenienti da tutto il mondo. Accanto a questo movimento turistico, c’è anche un forte mercato immobiliare per residenti stranieri. “Ci sono molti macedoni e romeni che acquistano la loro prima casa perché lavorano nelle aziende agricole o vitivinicole” spiega Carboneris. Ma in questi casi non si tratta di turismo.

A sorprendere, però, è la presenza dei norvegesi. Dalla Norvegia arriva chi compra la casa vacanze: antiche dimore dalle ampie metrature, indipendenti e con terreno circostante. Ma c’è chi ha intuito le opportunità di business di queste zone vitivinicole. Paesi come Canelli, famoso per la produzione del Moscato che riposa e fermenta in cantine chiamate cattedrali sotterranee o Nizza Monferrato, nota come capitale del Barbera, hanno catturato l’interesse commerciale dei norvegesi che sempre più spesso fanno acquisti nelle terre del vino, comprando grossi cascinali per creare Bed and Breakfast.

Qualche facoltoso americano ha messo gli occhi su San Damiano d’Asti nell’Alto Monferrato e in particolare sull’ex convento di Montegrosso e il Castello di Bubbio. Le cifre sono ovviamente a sei zeri.

[Nella foto Casale 1 venduto ad americani a Canelli a 600mila euro]

CUNEO E LANGHE

La vasta provincia di Cuneo si differenzia in due macro zone con due tipologie turistiche diverse.

La prima cintura cuneese richiama, per la sua vicinanza alla Francia, molti turisti da Oltralpe, e le Langhe che invece sono ben più conosciute e vantano un ventaglio di turisti più ampio sia in termini di afflusso sia per tipo di nazionalità: svizzeri, tedeschi e ultimamente anche olandesi e russi. A stupire sono però i cinesi che puntano a fare affari in zona comprando interi castelli da convertire in strutture ricettive.

“La politica territoriale gioca un ruolo cruciale per l’attrattiva di queste aree. Grazie a slow food, alla denominazione della zona del Barolo patrimonio Unesco, il turismo estero degli ultimi anni ha avuto una marcia in più – spiega Fabrizio Saccato, vice presidente provinciale Fiaip Cuneo – Uniche due pecche della provincia sono l’autostrada Asti-Cuneo che terminando a Cherasco, di fatto è un’opera incompleta, e il tunnel del Tenda che porta enormi rallentamenti al transito. Le vallate del cuneese si trovano così isolate e a livello turistico restano tutte da scoprire. Si avvicinando maggiormente francesi, svizzeri, chi è più vicino ai nostri confini”.

La percentuale delle compravendite concluse con stranieri, nell’area montana è molto bassa, tra il 5 e l’8%. Il discorso cambia invece per le Langhe, dove la percentuale, comunque contenuta, può raggiungere il 15%.

La tendenza delle locazione invece cambia nettamente. “Un tempo era assente l’offerta di alloggi ad uso vacanze, mentre in questi ultimi anni si è visto un fiorire di Bed and Breakfast e di appartamenti dati in affitto che hanno favorito l’arrivo dei turisti anche dall’estero”, aggiunge Saccato.

Nelle zone di maggiore interesse, come l’albese, centro delle Langhe, la percentuale delle locazioni a stranieri sale anche al 60 o 70 % e raggiunge picchi tra l’80 e il 90% nella stagione autunnale del tartufo.

Negli anni anche i piccoli proprietari si sono orientati a questo mercato, attrezzando le strutture e offrendo molti servizi, come le navette per il trasporto o le bici elettriche, utili per esplorare il territorio circostante.

Se negli anni passati il mercato immobiliare non era particolarmente movimentato dalla richiesta dall’estero, quest’anno al contrario è emersa una nuova corrente dall’estero, quella cinese.

“Gruppi di cinesi sono interessati perlopiù al business delle Langhe – spiega il vice presidente Fiaip Cuneo – e investono comprando rustici o castelli, un tempo nobiliari, per creare grandi alberghi con l’obiettivo di invitare i propri connazionali e offrire un servizio completo dal soggiorno, alle degustazioni e al vino”.

Ci sono ben due castelli in vendita con ampi terreni e vigneti su cui hanno messo gli occhi, che si aggirano tra i 20 e i 24 milioni di euro.

Anche qualche russo e tedesco, appassionato di vino, si muove nella zona del Barolo, cercando cantine con metrature importanti e terreni circostanti, le cifre in questi casi si aggirano intorno al milione e il milione e mezzo.