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Speciale 118 Sindaci: intervista ad Alessandro Francesco Degemi, sindaco di Cessole

118 Sindaci: incontriamo Alessandro Francesco Degemi, sindaco di Cessole.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No. Da ragazzo ero già affascinato dal mio territorio e coinvolto nella locale Pro loco. Io sono nato proprio qui.

Com’è nata la Sua candidatura a sindaco?

Ero già Presidente della Pro Loco ed esponente della minoranza in consiglio comunale. Sono stato contattato da un gruppo di persone, tutta gente con una gran voglia di fare e fra i quali c’era anche una persona di alta levatura (un medico di 92 anni che fu eletto anche lui consigliere).
Siamo partiti da lì.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Ero già Presidente della Pro Loco da 10 anni ed ero già consigliere di minoranza in comune.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Subito una grande euforia per il risultato che non ci aspettavamo. (Non avevamo messo in conto che avremmo potuto essere eletti come maggioranza). Poi subito il secondo pensiero: e adesso?

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Forse il più complesso è stato un caso che riguardava un problema nell’edilizia, ma è anche complesso e ricorrente il problema della pulizia dell’alveo del fiume Bormida.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Sicuramente le strade. Ma anche il continuo contatto con le persone che avviene per ogni tipo di motivo e ci vuole tempo per stare a sentire tutti.
Poi dedico molto tempo a cercare i bandi su internet per vedere se trovo qualche cosa di adatto per provare ad avere finanziamenti.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Ce ne sono diversi.
La costruzione di un ponte.
La ristrutturazione del paese vecchio.
La sistemazione del cimitero.
E la ristrutturazione del vecchio palazzo comunale (non ancora completata) che già utilizziamo per cerimonie e rappresentanza.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Intanto ci si conosce tutti. Ognuno ha il mio numero di cellulare. Poi anche i consiglieri comunicano con tutti e ognuno di loro è un ottimo riferimento per la propria frazione.
Ed abbiamo il gruppo Whatsapp che si sta incrementando.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no? Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Soddisfatto. Mi piacerebbe fare di più, e potrei farlo se non ci fossero i limiti di legge oggi imposti.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Non ho consigli da dare. Suggerisco ai miei colleghi che occorre ascoltare tutti, essere disponibile al colloquio e avere tanta pazienza.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Ci sarebbe bisogno di più disponibilità finanziaria. Poi ci sarebbe bisogno di molta meno burocrazia. Ci sono delle cose semplici che si possono realizzare in breve tempo, ma come minimo occorre aspettare mesi e mesi se non di più per avere tutti i permessi e le autorizzazioni.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Abbiamo la videosorveglianza nel concentrico. Abbiamo il gruppo del “Controllo del Vicinato” concordato con la Prefettura. Si usa Whatsapp per comunicare eventuali presenze “strane” in paese. Abbiamo due referenti che fanno da tramite.
Dopo una serie di furti che abbiamo avuto nell’anno passato sono sorti anche dei gruppi spontanei di controllo. Ora sembra che questa emergenza sia stata risolta.
Avremmo comunque bisogno di maggiori controlli su territorio da parte di Istituzioni e Forze dell’Ordine.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Il 60% dei residenti sono persone anziane. C’è bisogno di assistenza per trasporti in ospedale o per avere i medici a casa. Siamo associati col CISA, che interviene, e siamo associati con i paesi vicini ad un “Gruppo Solidale” che è molto presente.
Poi abbiamo il servizio della Croce Rossa (di sede a Monastero) di cui anch’io faccio parte da 30 anni, e qui molti interventi sono eseguiti su richieste dirette.
Adesso abbiamo anche aderito, insieme ai comuni vicini, al progetto “Infermiera di famiglia” e vediamo che sta funzionando bene.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

La Pro Loco. In realtà collaboriamo tutti insieme per organizzare gli eventi e le manifestazioni.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Mi piacerebbe completare il restauro del vecchio palazzo comunale, e più di tutto vorrei che quando lascerò l’incarico tutto sia perfettamente in ordine per non lasciare problemi vecchi a chi verrà a sostituirmi.

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