Nuove regole da seguire per i possessori di tartarughe americane

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Se possedete una testuggine palustre americana, Trachemys scripta – sono incluse le tre sottospecie e gli ibridi di queste – che abbia le orecchie rosse o gialle non è importante – entro il 13 agosto 2018 bisogna comunicare al ministero dell’Ambiente il possesso dell’animale, impegnandosi a una serie di condizioni. Da allora infatti saranno vietati riproduzione, trasporto, acquisto, vendita, scambio, rilascio e allevamento di tali animali. Che la testuggine sia in casa o in un laghetto esterno, va comunque dichiarata. Anzi, se vive fuori casa la legge prevede che vengano prese tutte le misure possibili per impedire la fuga e la riproduzione.

Le ragioni di questo giustificato provvedimento sono da ricercarsi nel tentativo di proteggere la nostra biodiversità dall’arrivo di specie invasive. Il Decreto Legislativo del 15 dicembre 2017, n. 230 recepisce la normativa europea sulla gestione delle specie alloctone.
Man mano che si studiano e si comprendono i danni causati ai nostri ecosistemi dalle nuove specie introdotte, l’Europa identifica le più dannose con l’aiuto di esperti e cerca di limitarne la diffusione sul territorio.” – spiega in una nota stampa la Lipu Asti.

Il problema principale causato dalle testuggini americane è che competono con l’unica specie di testuggine palustre che abbiamo in Europa, la meno variopinta e leggermente più piccola Emys orbicularis. Una bestia che, come le cugine americane del resto, nessuno si sarebbe mai sognato di tenere in casa in una vaschetta con una palma di plastica se non fosse stato per la forza del marketing americano, ma la cui presenza nelle nostre acque interne è importante per il mantenimento degli equilibri delle catene trofiche. L’impatto dei cambiamenti ambientali, ad esempio la bonifica delle paludi e la presenza del competitore alloctono, sono stati tali da portare la nostra testuggine sull’orlo dell’estinzione locale in molte zone d’Italia.
Per quanto scritto in precedenza, il Centro Recupero non garantisce il ritiro delle specie sopra indicate.”

Come denunciarne il possesso:
E’ possibile denunciare il possesso di uno o più esemplari attraverso il modulo presente nel link seguente (scaricabile):
Modulo denuncia possesso specie invasive

IMPORTANTE: la denuncia deve essere presentata entro 180 giorni dall’entrata in vigore del DL 230/2017, cioè entro il 13 agosto 2018, accompagnata da una copia del documento di identità e secondo le modalità indicate di seguito:
– tramite PEC all’indirizzo pnm-II@pec.minambiente.it
– tramite fax allo 06/57223468
– tramite raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata a:
Ministero dell’Ambiente, Direzione Protezione Natura, Divisione II Via Cristoforo Colombo, 44 C.A.P. 00147 – Roma

Rilasciare in natura un animale esotico, potenzialmente invasivo, crea danni enormi all’ecosistema autoctono ed è vietato dalla legge; viene punito con multe salate. L’esemplare liberato invece, oltre che andare incontro alla morte o, al contrario, ad una pericolosa proliferazione, può essere veicolo di patogeni e causare l’estinzione per prevaricazione e/o malattia di animali e piante autoctone.

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