Le Rubriche di ATNews - Comunicare la bellezza

Renato Ferro: “Grazie ai giovani rimasti nelle aziende agricole, a Calosso il bosco non si è ripreso le case”

Nuova “tappa” del nostro viaggio virtuale per “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di
Langhe-Roero e Monferrato”: torniamo oggi nella Core Zone numero 5 denominata “Canelli e l’Asti Spumante” che comprende i
comuni di Canelli, Calosso e Santo Stefano Belbo incontrando Renato Ferro.

renato ferro

Renato Ferro: “Grazie ai giovani rimasti nelle aziende agricole, a Calosso il bosco non si è ripreso le case”

di Luciano Baracco

Renato Ferro, insegnante in pensione, rappresenta la memoria storica del paese di Calosso e proprio per questo è un testimone dei cambiamenti che ci sono stati nel corso degli anni nel paese sino ad arrivare ai giorni nostri, con Calosso inserita nella core Zone dei paesaggi vitinivicoli riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.

Passeggiando per il centro storico di Calosso abbiamo fatto una bella chiacchierata con Renato Ferro partendo dalla
situazione attuale del paese.

La fortuna grandissima per Calosso è quella che tanti giovani, figli di persone che aveva già avviato l’azienda agricola (magari da più generazioni), si sono fermati a casa nel nostro paese a continuare l’attività familiare. E grazie a questo che il territorio è rimasto un paesaggio vitinicolo, addirittura riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, basta guardarlo da qui (centro di Calosso). Sa una volta si diceva che il bosco si sarebbe ripreso le case, perchè si pensava che poco alla volta ci sarebbe stato l’abbandono delle campagne, invece grazie ai giovani questo non è successo. Adesso ci sono tante belle aziende agricole a Calosso, piccole ma ben organizzate; io spero che questi giovani si assumano anche delle responsabilità verso l’ambiente e i territori in cui vivono.”

A cosa si riferisce esattamente, al modo di costruire o ad altro?

“Io penso soprattutto al rispetto ambientale, i vincoli per le costruzioni sono una gran cosa, perchè qui negli anni ’60/70
molti hanno costruito in una maniera impressionante abbondonando il rustico bellissimo di famiglia che avevano per costruire la villa vicino solo perchè c’era il mutuo per i contadini. Ma io mi riferivo anche ad altro: noi siamo una provincia a forte
rischio di cancro per l’uso dei fitofarmaci, quindi anche da questo punto di vista qui sarebbe bellissimo che ci fosse più attenzione, anche se devo ammettere che oggi c’è già di più, i giovani hanno più rispetto. Noi abbiamo la fortuna che il Sindaco che su questo è molto attento, ha emesso per la seconda volta l’ordinanza per non mettere il diserbante sulle rive.”

Se l’economia agricola funziona bene, la nostra passeggiata nel centro del paese mette in evidenza un problema..

“Purtroppo nel centro storico di Calosso ci sono tante case vuote e questo è un problema perchè viene anche a mancare la manutenzione delle strutture stesse, e anche le attività commerciali, che una volta erano quasi davvero tante, si contano sulle dita di una mano.. sono rimaste la banca, l’ufficio postale, il bar e un negozio di parrucchiera da signora (e anche per noi uomini) e un negozietto dove la figlia del titolare è rimasta a lavorare. E’ un peccato perchè il paese è abbastanza bello, hanno
restaurato un palazzo nel 1929 che ospita tante associazioni, altra cosa che a Calosso funziona, con una forma importante di
volontariato.”

Per quanto riguarda invece le attività ricettive?

Ci sono due ristoranti che lavorano molto e bene; in questi ultimi anni poi sono nati diversi bed&breakfast che nelle nostre zone erano sconosciuti rispetto ad esempio alla Francia che io e mia moglie frequentavano qualche volta e già 30 anni era la normalità dormire e mangiare in queste strutture. Adesso in paese ce ne sono diversi molto frequentati dagli stranieri, svizzeri, tedeschi e ho visto addirittura delle macchine francesci. Parlando con i miei amici che hanno queste attività sono molto soddisfatti, stanno lavorando parecchio.”

Quali sono le differenze che ha notato rispetto sue esperienze da turista all’estero o altre parti d’Italia?

“Sono stati in certi paesi di soli duecento o trecento abitanti dove c’è un ufficio turistico aperto tutto il giorno, quasi tutto l’anno con dentro depliant, cartine, servizi online, se vuoi andare a dormire ti cercano loro il posto. Qui potremmo farlo adesso, mettiamo un ufficio e la domenica facciamo un pò di volontariato a turno a dare una mano a dare spiegazioni, perchè se la gente viene qui e frequenta il posto dove va a dormire e basta, perchè diversamente cosa viene a fare nel paese? La gente viene qui e l’economia ne guadagna, i ristoranti lavorano però manca quella frequentazione assidua, continua di tutti i giorni, della gente che va a chiedere dove posso andare a mangiare, dove posso andare a dormire, cosa posso vedere.
Va detto che noi a Calosso, a differenza di altri paesi dell’astigiano, non abbiamo neanche una chiesetta romanica, come San Nazario e Celso a Montechiaro oppure San Giovanni delle Conche.”

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Nizza Monferrato

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti