“Industriamoci”: storia dell’impresa astigiana ricostruita dagli studenti di Artom e Monti

Nasce dall’impegno comune degli studenti degli Istituti Artom e Monti “Industriamoci”

Inaugurato nei giorni scorsi, si tratta di un museo-laboratorio che intende raccontare lo sviluppo industriale di Asti, attraverso la storia delle aziende più significative del territorio (alcune definitivamente scomparse), e tenere aperta una finestra sul futuro, dove le opportunità di lavoro potrebbero strettamente legarsi alle potenzialità del sito Unesco Langhe-Roero e Monferrato.

Il museo-laboratorio trova posto in uno spazio recuperato dell’Artom e nasce con un preciso obiettivo: “Vorremmo venisse arricchito da ricerche e tesi di laurea che d’ora in poi dovessero essere prodotte, al fine di completare il lavoro iniziale e costruire percorsi didattici” ha dichiarato Giorgio Marino, dirigente scolastico dei due Istituti e responsabile del progetto.

I visitatori trovano cinque appositi spazi dedicati alle fabbriche, con tanto di storia, testimonianze video, prodotti finiti: ecco i “bulun” (bulloni) della Way-Assauto con pedali, catene per trasmissioni, mozzi per motorini, i mattoni della Morando, i sottaceti Saclà, le bottiglie della Vetreria, problemi ancora insoluti per la vecchia Ib-Mei (bonifica dall’eternit).

E sembra di risentire il rumore delle linee produttive, veder spuntare da un momento all’altro le tute blu degli operai. Invece quello che compare, nel sesto stand, sono le magliette di squadre sportive sponsorizzate dalle aziende locali (i tempi d’oro ricordati dalle fotografie del calciatore Antonioni e del cestista Caglieris), quando la floridezza dei bilanci consentiva loro di farsi conoscere anche in televisione attraverso la pubblicità. Senza dimenticare l’importante realtà dei circoli dopolavoristici presente in mostra con alcuni documenti curiosi: come il listino prezzi del bar del Circolo Way-Assauto, quando tra gli anni 50 e 60 del Novecento un “caffè in tazza” costava 50 lire e un “aperitivo extra di marca” 100.

Ricostruzioni, ottenute anche attraverso il percorso multimediale, che gli studenti dell’Artom (corsi elettrici, informatici, meccanici) e del Monti (Liceo economico-sociale) hanno potuto realizzare utilizzando i materiali messi a disposizione dall’Israt (ricerche e documenti storici) e dalla Fondazione Goria (produzione video) con il sostegno del Rotary.

La promessa del Comune, espressa all’inaugurazione dal sindaco Maurizio Rasero, è di inserire “Industriamoci” nel sistema dei musei cittadini in modo da garantirne il funzionamento e l’apertura. La speranza di chi da tempo, come l’Israt, si occupa dei temi messi in mostra dagli studenti è che un giorno possa realizzarsi un progetto rimasto finora sulla carta: il museo del lavoro per riaccendere la memoria e anche la luce dove ora è solo ombra.

[Nella foto: nello stand della Way-Assauto tra addetti in pensione e imprenditoria cinese]