Lettere al direttore

Giovanni Boccia: “Immigrati? Non cambia niente”

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Riceviamo e pubblichiamo.

“Per la miseria, signor Direttore, qui non cambia proprio un bel nulla. Governo nuovo e soluzioni vecchie, anzi già superate. Ora iniziano a parlare di hotspot in terra africana. Che idiozia! Non serviranno a nulla, non è questa la strada da seguire. Le soluzioni? Ci sono, eccome (si leggano le mie varie lettere con proposte in tal senso, fin dal 2009 – cercate negli archivi delle varie testate giornalistiche).

Ma….ve lo immaginate un togolese che si reca nell’ipotetico “campo” di Lomè per dichiarare che scappa dalla guerra (che non c’è!)? E come farà un gay del Gambia (dove il proprio orientamento sessuale è deciso….per legge e l’omosessualità prevede 30 anni di galera) ad approcciarsi al “campo” di Banjul per richiedere protezione? Si potrebbe verificare che, in caso di diniego di visto d’espatrio, uscito dal campo andrebbe dritto in galera per il resto della vita. Come farà un giovane del Benin, sempre nell’ipotetico campo di Cotonou, a sostenere che scappa dalla persecuzione religiosa (quando questa non c’è)?

Si badi, Direttore, ho citato a caso tre Paesi ma tre motivi reali per i quali (qualora veri e comprovati) è prevista la protezione internazionale. La mia modesta conoscenza della materia e delle realtà locali, mi porta a sostenere che essi (gli hotspot) non serviranno a un bel niente, anzi saranno un immenso spreco di denaro e mezzi. Eppoi chi li gestirà, con che criteri, con quali fondi? Persino Famiglia Cristiana, ha definito “lager” taluni campi sparsi per il mondo, e questi dovrebbero essere migliori? E l’alto commissariato dei profughi dell’ONU?

Come vedete (al momento) tace. Vi siete chiesti il perchè? La risposta è facile, non ci credono nemmeno loro che dovrebbero essere i maestri per tali tipi di gestioni (si facciano opportune ricerche su internet per restare…..sconvolti).

Ed infine signor Direttore, mi domando e chiedo, perchè non attivare in contemporanea, apposite sezioni, in tutte le Ambasciate e Consolati, di ogni Paesi della cosiddetta Comunità Europea presenti in Afric? Si rifletta sul numero delle Nazioni da cui provengono i richiedenti asilo e di tutte le varie Rappresentanze Diplomatiche europee ivi presenti, noterete che, di fatto, su quei territori esistono di già CENTINAIA di punti istituzionali verso cui lo sventurato potrebbe in tutta sicurezza rivolgersi. Quanto costerebbe il tutto? Meno, molto meno, ma molto molto meno di un caffè bevuto in piazza San Secondo.

Cordialmente.”

Giovanni Boccia
Presidente del Consiglio Comunale di Asti

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