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Speciale 118 Sindaci: intervista a Raffaele Angelo Audino, sindaco di Tonengo

118 Sindaci: incontriamo Raffaele Angelo Audino, sindaco di Tonengo.  

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

Mio papà era sindaco del paese quando io ero bambino e lo è stato per vent’anni. Ho sempre respirato quest’aria in famiglia.

Com’è nata la Sua candidatura a sindaco?

A partire dal 1999 ero già assessore, e lo sono stato per cinque anni. Nella legislatura seguente sono stato vicesindaco, e in quella successiva mi sono proposto per la carica di sindaco che è stata accettata volentieri.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Solo quelle evidenziate precedentemente, cioé Assessore prima e Vicesindaco poi.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Il mio primo pensiero è andato mio Papà. E’ mancato nel 1979 quando era sindaco di Tonengo dopo essere stato eletto per la quarta volta.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Nella mia prima legislatura c’è stato un grosso problema alla locale “Casa di Riposo” per anziani. Si scoprì che erano stati commessi degli illeciti. Dovetti intervenire come “Autorità Sanitaria” per risolvere i problemi, fra i quali ci fu quello di chiudere la struttura e quindi spostare gli anziani ricoverati in locali altrettanto idonei. 

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Sicuramente alla gestione finanziaria del comune. La materia è diventata e sta diventando sempre più complessa. Le risorse sempre più limitate. E per continuare a fornire ai cittadini i servizi essenziali, e fare nuovi progetti, occorre avere delle disponibilità finanziarie.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Non è un atto, bensì un’opera. Sono riuscito nel 2005 (in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino) ad avere un finanziamento che mi ha permesso di cambiare il volto del concentrico. Un parcheggio, una tettoia per le feste e le manifestazioni estive sul nostro territorio, ed un salone comunale che utilizziamo per le feste e le occasioni di incontro invernali.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Qui la comunicazione è diretta. Siamo poco più di 200 abitanti, tutti sanno che sono sempre disponibile, mi possono trovare sia in comune che a casa. Qui i contatti personali sono essenziali. 

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Soddisfatto sì, anche se con il passar del tempo incomincio a percepire un po’ di stanchezza.

A volte ho anche un po’ di rammarico per le cose che avrei voluto fare e che al momento non sono ancora riuscito a realizzare. Forse anche per questo motivo ho deciso di ricandidarmi, vorrei ancora farne di cose per nostro territorio.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Direi che occorre essere molto attenti a percepire i bisogni reali dei cittadini. Occorre avere le “antenne dritte” perché non sempre dai discorsi diretti le cose ti possono arrivare bene. Questo serve per anticipare i problemi prima che diventino grandi.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Dico di cosa non avrebbe bisogno: Tutta questa burocrazia. Siamo soggetti a regole e imposizioni che, di fatto, impediscono il buon funzionamento della macchina amministrativa. I dipendenti del comune perdono molto tempo nel far fronte a queste richieste burocratiche che il più delle volte sono solamente delle “lungaggini”.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Abbiamo installato delle telecamere di videosorveglianza per controllare gli ingressi del paese. Per il momento, fortunatamente nel paese non ci sono stati grossi problemi a livello di “piccola” criminalità.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Anche qui, fortunatamente non abbiamo dei grossi problemi. Abbiamo dei casi sporadici che il comune non potrebbe gestire direttamente. Per queste necessità interviene il COGESA col quale siamo associati.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? 

Di volontariato vero e proprio no. In caso di necessità ci rivolge alla Croce Rossa di Cocconato. Poi abbiamo una piccola Pro Loco che fa un minimo di attività promozionale per gli eventi del paese.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Ce ne sono tanti, sia sogni che progetti. Proprio perché alcuni riescano a realizzarsi ho deciso di ricandidarmi. Mi piacerebbe riuscire a valorizzare il paese e il nostro territorio dal punto di vista turistico. In questo senso stiamo collaborando con altri comuni e associazioni per organizzare percorsi turistici che potrebbero essere di arte romanica (abbiamo delle chiese che sono dei monumenti) oppure naturali (la natura da noi è rigogliosa, originale e attraente) oppure religiosi.

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