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Speciale 118 Sindaci: intervista a Marisa Varvello, sindaca di Chiusano

118 Sindaci: incontriamo Marisa Varvello, Sindaca di Chiusano.

Da bambina aveva mai immaginato di diventare sindaca?

Assolutamente no.

Com’è nata la Sua candidatura a sindaca?

Da un gruppo di donne di Chiusano. Il sindaco precedente non era più ricandidabile. Ho incominciato a prendere a poco a poco in considerazione l’idea. E mi sono detta: proviamoci.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Ero già stata segretaria provinciale nella CISL scuola, per cui avevo già una particolare attenzione ai problemi della scuola pubblica. Avevo anche esperienza in politica nell Ulivo di Prodi e avevo fatto parte dei fondatori del DS di Asti insieme al gruppo denominato “Cristiano Sociali” con sede a Torino.

Qual è stato il Suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stata eletta?

Mi sono guardata intorno alla ricerca di persone che avrebbero potuto aiutarmi a capire i meccanismi della politica amministrativa. In particolare ho cercato l’aiuto dei dipendenti comunali, e l’ho anche avuto.

Qual è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Quando sono stata eletta Presidente della Comunità Collinare, carica che ho poi mantenuto per dieci anni. E’ stato complesso tenere insieme ben undici comuni e contemporaneamente stimolare una crescita condivisa. Si sono realizzate molte cose: Protezione civile intercomunale, Piani regolatori informatizzati e disponibili
per tutti, attività di cultura, ottimizzazione trasporti e ho sempre cercato di “mettere insieme” il personale amministrativo dei comuni per evitare doppioni.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Ultimamente (negli ultimi due anni) la Raccolta Differenziata Rifiuti. Mi sono molto dedicata ai processi di educazione in tal senso, e grazie al risultato raggiunto il comune di Chiusano sta passando alla applicazione della “Tariffa puntuale”.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Portare avanti il progetto SPRAR dedicato all’immigrazione. Il tutto insieme con altri cinque comuni.

In che modo (o in quali modi) comunica con i cittadini?

Comunicazioni cartacee inserite nelle buche delle lettere di ogni casa. Locandine in posti strategici. Poi uso molto il “passaparola”.

Soddisfatta di come porta avanti il Suo incarico o no? Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Si. Ho sempre lavorato volentieri e fatto delle scelte costruttive. D’altra parte tre mandati di seguito sono stati la prova che i cittadini sono stati soddisfatti.

Quali accorgimenti, che Lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Dare sempre servizi migliori alla propria comunità.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

C’è bisogno sempre di un rapporto serio e trasparente col personale che fa parte dell’amministrazione comunale. E qui dare l’esempio nei comportamenti è molto importante.

Il problema sicurezza, nel Suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più?

E’ molto sentito da tutti. Il paese è oggetto di furti nelle case e abbiamo avuto anche una rapina. Abbiamo organizzato incontri con i carabinieri, stiamo studiando un sistema di vigilanza con telecamere (e qui ci si scontra anche col problema costi). Inoltre stiamo cercando, in collaborazione con la Prefettura di istituire il “Controllo di Vicinato”.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Abbiamo avuto anche noi problemi derivanti dalla disoccupazione, dovuta alla chiusura di aziende. Abbiamo organizzato dei “cantieri di Lavoro” quando era attiva la Comunità collinare. Oggi è più difficile, solo col comune, intraprendere questo tipo di iniziative.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel Suo Comune? Collaborano con il Comune? Se sì, in che modo? 

Si, Pro loco, la Società di tamburello. Tutti nelle differenti occasioni collaborano col comune; abbiamo reso disponibile un locale comunale ad uso della Pro Loco per organizzare il “Circolo ricreativo”. La sinergia fra Comune e associazioni è fondamentale: Nelle associazioni ci sono le persone ben disposte a interessarsi dei problemi della comunità.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Ne ho due: il primo è avere in paese, e per tutto il paese, un servizio WIFI decente e gratuito; il secondo è che la squadra di giovani del paese che in questi ultimi anni ho costruito attorno a me, possa utilizzare questa esperienza per continuare ad operare per il bene della nostra comunità. Questo è stato un mio progetto. Il mio “sogno” è quello che si avveri.

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