Lettere al direttore

Marco Castaldo: “Rimango stupito dal continuo tentativo di “mischiare le carte” sul tema della Vita indipendente”

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Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Marco Castaldo all’intervento dell’Assessora Mariangela Cotto.

Sinceramente rimango stupito dal continuo tentativo di “mischiare le carte” sul tema della Vita indipendente da parte dell’Assessora Cotto. Non è politicamente lungimirante e non rende merito all’esperienza amministrativa dell’Assessora.

Non c’è assolutamente nessun equivoco, come dice Mariangela Cotto, perché, nella realtà dei fatti, l’Amministrazione comunale di Asti disattende ai propri doveri riguardanti la tutela di tutti cittadini, soprattutto quelli considerati più deboli. Da 4 mesi, infatti, gli uffici stanno valutando 4 pratiche (secondo quanto dichiara l’Assessora) che, oggettivamente, non credo siano proprio da considerarsi così complicate da mettere in così gravi difficoltà i competenti funzionari che hanno una così consolidata esperienza acquisita nel tempo.

Come mai, viene da chiedersi, fino al 2017, questi stessi funzionari, non hanno mai avuto tali problematiche? Si vuole forse insinuare che negli anni precedenti non si è provveduto a svolgere correttamente il doveroso ruolo di verifica e controllo? Oppure dobbiamo pensare che ci sia una ingerenza politica nei confronti dei funzionari che devono attendere a questo ruolo? In entrambi i casi, ci sarebbe da preoccuparsi molto: amministrativamente e politicamente.

Il pietismo è antitetico all’integrazione e, noi disabili che abbiamo la vana pretesa, secondo l’Assessora, di vivere una vita autodeterminata e autogestita, siamo così strenuamente motivati a pretendere il diritto ad una Vita indipendente che dell’integrazione abbiamo fatto il nostro motivo di vita. Per questo motivo e con l’orgoglio della nostra convinzione contrastiamo in ogni modo la volontà di trasformare il diritto ad una assistenza autogestita con la pelosa carità di un “sussidio” elargito caritatevolmente con scopi che talvolta non sono certamente nobili. Purtroppo ci sono disabilità che necessitano di un supporto socio-sanitario che non possono rientrare nei canoni e nei requisiti dei progetti di Vita indipendente. Per costoro le altre risorse economiche messe a disposizione per la disabilità sono utili a dare supporto e a facilitare le condizioni di vita. Ma ci sono anche i progetti di Vita indipendente che devono essere finanziati nell’ambito delle risorse economiche per la disabilità ed è questo concetto che la minoranza compatta ha ribadito durante l’ultimo consiglio comunale del 21 maggio scorso. Non altro, questo! Ogni altro discorso è puro depistaggio, peraltro, anche molto sterile ed inefficace. Siamo felici che l’Assessora torni ad affermare che la Vita indipendente è utile per permettere alla persona disabile di “raggiungere la piena autonomia”; strano perché proprio nel regolamento strenuamente voluto da lei stessa quel passaggio è stato trasformato in “raggiungere un ACCETTABILE autonomia”. Oppure si tratta di un maldestro “copia/incolla” dalle linee guida regionali?

Siamo molto orgogliosi e compiaciuti di sapere che il Comune di Asti fornisca tutti i servizi che Lei ha così ben riassunto e ci auspichiamo che i destinatari di questi servizi non debbano subire le stesse lunghe e tragiche traversie riservate a noi, quelli della Vita indipendente…

Non si preoccupi, Assessora Cotto, la protesta, da parte nostra, è appena cominciata e noi non abbiamo bisogno di nasconderci dietro il doveroso rispetto della privacy. Come si suole dire tra i giovani: “Stay tuned” Mariangela!

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