La classifica delle mense scolastiche: Asti fanalino di coda

“Ci sono tutte le potenzialità per far risalire Asti da questo tristissimo ultimo posto” commenta così Marco Reggio, presidente di Coldiretti Asti, la classifica dei menù delle scuole primarie stilata in 51 città italiane.

Sicuramente risalire la china sarà dura, avendo ottenuto un punteggio di 37 a nove lunghezze dalla penultima e a oltre 100 punti di distacco da Bergamo ottava classificata. Sul podio Fano con un punteggio di 150, Trento con 157 e Cremona con 168.

Il Comune di Asti dovrà analizzare attentamente la situazione e prendere le opportune contromisure. Fra i parametri principali da tenere in considerazione ci sono il chilometro zero, la certificazione dei prodotti primari, la rintracciabilità dei cibi e la diversificazione della dieta. “Sono tutti parametri – sottolinea Reggio – facilmente raggiungibili se si inserissero le produzioni locali nel menù. Sono anche temi molto sensibili agli astigiani, molto cari a Coldiretti, e con una storia legata al nostro territorio. Non dimentichiamo la grande disponibilità, offerta dai nostri agricoltori, di prodotti Dop, Igp e Pat, la forte adesione alla petizione “Stop cibo falso”, le prime lotte “No Ogm” partite dall’Astigiano e propagatesi in tutta l’Europa, l’attenzione verso la sicurezza alimentare e il primo marchio “Km 0” registrato da Coldiretti proprio in Piemonte”.

E poi c’è l’importante esperienza della mensa dell’Ospedale di Asti, per anni portato ad esempio in tutta Italia, come un modello, proprio grazie al Consorzio di produttori dell’Astigiano “Terre di Qualità”, per altro presieduto proprio da Reggio. “Sì, è un’esperienza emblematica, di come le leggi talvolta non hanno aiutato all’affermazione di principi che tutelino la salute dei consumatori e che probabilmente hanno anche causato questa debacle delle mense cittadine. Con l’Asl AT, per un lustro, dal 2009 al 2013, le nostre aziende agricole fornirono carne, latticini, frutta e verdura per la mensa dell’Ospedale, poi fu la revisione della spesa pubblica introdotta dall’allora governo Monti, con la cosiddetta spending review e con la centrale di acquisti per la pubblica amministrazione “Consip” ad escludere, in pratica, i produttori locali dai bandi di fornitura per privilegiare i grandi appalti su scala nazionale. Si interruppe così un modello che permetteva ai pazienti di mangiare sano, buono e di ridurre i periodi di degenza con alla lunga un notevole risparmio anche per la spesa pubblica. Dopo enormi sforzi e grandi battaglie, ci sono voluti quattro anni per vedere ritornare, seppure solo in parte, alcune referenze dei produttori locali alla mensa dell’Ospedale di Asti”.

Nel frattempo gli astigiani hanno anche potuto apprezzare le iniziative dei produttori Coldiretti col marchio Campagna Amica. Il chilometro zero è una importante realtà al mercato del martedì di piazza Statuto, nelle due Botteghe di Campagna Amica e in centinaia di punti vendita sparsi in tutta la provincia, dalle cantine, alle agrimacellerie, dalle agrisalumerie, alle agripanetterie e agrilatterie. Nelle proposte agrituristiche spiccano le professionalità dei primi Agrichef degli agriturismi Terranostra Campagna Amica che sono ormai i primi divulgatori del prodotto tipico, importante biglietto da visita del nostro territorio.

“Forse è l’approccio culturale da tenere in considerazione – evidenzia il presidente Coldiretti – noi abbiamo una profonda tradizione gastronomica, per altro ribadita ogni anno con un grande Festival delle Sagre, dove voglio ricordare che da ben 16 anni Coldiretti propone un concorso per la migliore rintracciabilità dei piatti. Occorre poi tenere ben presente che siamo in territorio Unesco e abbiamo in mano intere filiere, non solo quella del vino, ma anche quella del formaggio Roccaverano e della Toma, quella della trasformazione degli ortaggi con le eccellenze del cardo Gobbo, dei sedani, degli asparagi e del peperone, quelle delle nocciole, dei salumi e della carne con uno dei primi territori a riproporre lo stato semibrado”.

Coldiretti e i suoi produttori aspettano dunque i nuovi bandi per le forniture alle mense.