Le Rubriche di ATNews - Comunicare la bellezza

Infernot Deregibus e Satti, esempi di meraviglie sotterranee a Cella Monte fotogallery

Siamo nel cuore della Core Zone 6, nel “Monferrato degli Infernot”, e a Cella Monte siamo andati a visitarne diversi: da quello dell’EcoMuseo della Pietra da Cantoni, a quello di Enrico Francia, nel centro storico del Paese, per concludere in Regione Monti, dove siamo stati accolti dai padroni di casa in interessanti visite.

La nostra “Narrazione Digitale” procede quindi con le immagine suggestive di questo patrimonio dell’umanità, l’Infernot.

L’infernot è un ambiente sotterraneo, scavato nella pietra da cantoni, una pietra arenaria che permette di mantenere una temperatura costante, diversa a seconda della profondità a cui sono stati realizzati. Sono il frutto di un meticoloso lavoro contadino secondo un disegno che ognuno aveva nella sua testa, creandosi uno spazio per poi modellarlo così come lo immaginava.

Durante la visita a Cella Monte, il Sindaco Maurizio Deevasis, insieme all’Assessore Daniele Simonetti, ci hanno condotti a visitare quello che definiscono “l’Infernot più bello di tutti“.

Siamo in Regione Monti, un affascinante borgo, tanto incantevole con le sue costruzioni in pietra da cantoni a vista, quanto coinvolgente con i suoi scrigni sotterranei, tutti privati.

Ci sono voluti 40 anni per la realizzazione dell’Infernot DeRegibus, una storia che comincia nel 1831 per finire nel 1871, che ci racconta il giovanissimo Carlo Gasparolo, 16 anni, discendente di quel signor Ceresa che scavò un meraviglioso infernot, aiutato dalla moglie che per quarant’anni lo aiutò portando fuori i detriti.

“Il Ceresa era il bisnonno di mia nonna. – ci racconta Carlo – E’ stato un genio che ha avuto molta pazienza che ha scavato, picconato e realizzato un capolavoro.”

La creatività si riconosce fin dagli scalini diversi da nicchia a nicchia, dalle sei colonnine ornate, realizzate in senso orario, con il capolavoro del tavolo, un pezzo unico con il suolo.

“Il tavolo è la copia di quello che aveva in casa – continua Carlo – lui l’ha riprodotto scavandolo nella pietra, utilizzando cordini e iuta per intarsiare e decorargli le gambe.

Il tavolo e le arcate sopra le nicchie sono decorate con intarsi floreali, tutto è studiato nel minimo dettaglio per rendere speciale questa stanza che si trova circa 6 metri sotto terra. La temperatura è sempre di 7 gradi, per conservarla costante anche un particolare speciale: la curva d’ingresso, in modo che non potesse in alcun modo entrare anche solo un filo di luce.

Ma cosa significa avere in casa un Infernot?

Ormai abbiamo fatto l’abitudine – ci spiega il giovane Carlo – sopra la nostra è una casa normale, sotto custodiamo questo infernot circolare così perfetto, così ornato, dove portiamo moltissimi turisti.”

Del Ceresa resta una antichissima fotografia, che lo ritrae insieme alla moglie, che sono rimasti immortalati nel tempo, autori di un gioiello immortale come l’infernot che hanno realizzato, riconosciuto come patrimonio dell’umanità.

A poche centinaia di metri dall’Infernot DeRegibus, siamo scesi a visitare le cantine e gli infernot di Isidoro Satti.

Una ripidissima scala ci porta in ambiente molto ampio, dove ancora ci sono gli antichi strumenti per la vinificazione ed enormi botti in cui invecchiava il vino.

Due sono gli infernot sotto la casa di Isidoro: sono circa 3,5 metri sotto il livello del cortile ed hanno una temperatura costante di 15 gradi. Nel primo colpisce la particolarità del portabottiglie a gradoni con andamento curvo, con dettagli curati per ottimizzare la distribuzione delle bottiglie.

Molto affascinante è anche il secondo, che si raggiunge dopo aver percorso un corridoio curvo, in cui si possono ammirare nicchie di tutti i formati, per ospitare anche singole bottiglie ed anche bottiglioni.

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Nizza Monferrato

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti