Case popolari, è scontro sull’Iva: I sindacati degli inquilini contro l’Atc che applica l’imposta

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Case popolari, a Torino non si paga l’Iva sui canoni, nel resto del Piemonte sì. Anche per questo tale imposta continua a creare una forte contrapposizione tra i sindacai degli inquilini e due delle tre Agenzie territoriali della casa (Atc). Se n’è avuta conferma in seconda Commissione, dove si sono svolte le audizioni dei soggetti interessati.

La normativa statale, a partire dal 2013, concede alle stesse Atc la facoltà di applicare l’aliquota Iva del 10% sui canoni, che successivamente l’Agenzia delle entrate rimborsa agli enti territoriali e che viene riutilizzata per coprire i costi di manutenzione degli stabili.

Secondo i sindacati Sunia-Cigl, Sicet-Cisl e Uniat-Uil l’applicazione dell’Iva (d’ufficio per i contratti sottoscritti precedentemente) sarebbe da considerarsi illegittima perché non conforme a quanto previsto dalla legge regionale sui criteri del calcolo dei canoni di locazione che così aumentano.

In Piemonte ad applicare l’aliquota sono le Atc Piemonte Nord (Vercelli, Novara e Vco) e Piemonte Sud (Alessandria, Asti e Cuneo). Non viene invece prevista dall’Atc Piemonte Centrale (Torino).

“Proprio le decisioni delle Atc hanno determinato gravi disparità di trattamento tra inquilini assegnatari, abitanti nella stessa regione e sottoposti ad un unica legge. Se da un lato si auspica il contrasto alle disuguaglianze, dall’altro si creano condizioni di vera e propria discriminazione. Inoltre l’intera vicenda dell’Iva potrebbe creare diversi contenziosi” hanno ribadito i rappresentanti sindacali Sergio Contini (Sunia), Domenico Paoli (Uniat) e Giovanni Baratta (Sicet).

Come detto, il fronte dell’Atc e diviso in due.

Elvi Rossi, vicepresidente dell’Agenzia Piemonte Centrale, ha ribadito la decisione di non applicazione dell’imposta anche in virtù di difficoltà tecniche dovute alla presenza di condominii, per i quali non è prevista l’Iva.

Giuseppe Genoni (Atc Nord) e Gino Garzino (Piemonte Sud) – spiegando l’esistenza di tempistiche diverse di applicazione tra le varie realtà, soprattutto alla luce degli accorpamenti delle Agenzie – hanno difeso le scelte motivandole con la necessità di far fronte alle sempre più impellenti necessità di manutenzione e di agibilità degli immobili.

Su richiesta di diversi consiglieri e consigliere, si è poi parlato di contabilizzazione dei consumi di acqua e riscaldamento, delle sistemazioni provvisorie nei casi di emergenze e dei piani di rientro.

In Piemonte la morosità, colpevole e non, si attesta annualmente intorno al trenta per cento, ma quella reale, al netto proprio dei piani di rientro, è del dieci.

 

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