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Alessandra Muratore: “Al WiMu il racconto del rapporto millenario tra uomo e vino” fotogallery video

Eccoci con una nuova tappa nel nostro viaggio virtuale nei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato: ci fermiamo nel cuore della Core Zone 1, per presentarvi il WiMu, il Museo del Vino, nel Castello di Barolo, che, con una innovativa idea di racconto, coinvolge il visitatore in un’esperienza unica nel suo genere.

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Abbiamo incontrato Alessandra Muratore, che dirige il museo e che, con grande passione, ci ha raccontato il mondo del WiMu.

Alessandra Muratore: “Al WiMu il racconto del rapporto millenario tra uomo e vino”

di Claudia Solaro

Il Museo del Vino è a Barolo non è il Museo del Barolo: il vino fa parte della tradizione dell’uomo fin dai tempi antichi e al WiMu si riesce a rendersene conto grazie a stuzzicanti proposte dove è il visitatore diventa il protagonista assoluto. Anche la location fa ovviamente il suo: siamo nel Castello Falletti di Barolo.

Cosa può trovare un visitatore al WiMu?

Al WiMu non si spiega come si fa il vino, quello lo fanno le Cantine, lo sanno fare e lo raccontano meglio di chiunque altro. Noi raccontiamo il rapporto del vino e dell’uomo nel corso delle civiltà, attraverso la natura, le arti, la pittura, la letteratura, e di come entra in cucina.”

Un approccio, studiato dallo svizzero François Confino, uno fra i più apprezzati specialisti al mondo in allestimenti museali, che si è subito rivelato vincente, grazie al suo essere poetico ed evocativo.

“Il WiMU, Museo del Vino, nasce a Barolo nel 2010. Una realtà giovane che però è in forte crescita: nel 2017, con 10 mesi di attività, sono state raggiunte le 51000 visite, la cosa molto positiva è che siamo sempre meno chiusi, stiamo andando sempre più verso una destagionalizzazione delle visite, grazie anche al ruolo fondamentale dell’Atl Alba-Bra Langhe e Roero. Con la loro collaborazione, è stato possibile aprire anche nei week end di febbraio: su suggerimento dell’ATL, infatti, abbiamo colto quei flussi turistici legate alle mostre invernali della Fondazione Ferrero e ci siamo resi conto che, anche a febbraio, ci sono turisti che amano girare sul territorio, se si propongono loro attività, nonostante non sia un periodo tradizionale.”

Tanti sono gli stranieri che visitano il WIMU: in media il 30% ma si va oltre il 90% nei giorni feriali di luglio. La maggior parte arriva dalla penisola scandinava, frutto di un lavoro mirato portato avanti da anni che sta dando i suoi frutti.

Il WiMu è una realtà trasversale, con proposte pensate per ogni esigenza. Qual è il pubblico del Museo del Vino?

Si tratta di un pubblico eterogeneo, formato da gruppi, scolaresche, piccole compagnie di amici, coppie, di ogni età. Una curiosità: molti bambini che scoprono il WiMu grazie alla scuola, ci tornano con le famiglie, e questo non può che renderci orgogliosi. E non sono solo i bambini a ritornare, ma anche gli adulti. Il percorso interattivo permette al visitatore ad essere parte attiva, a metterci del suo: il visitatore è immerso nella narrazione del museo, per questo ogni visita è una nuova scoperta, perchè crea un coinvolgimento che la rende unica.

Il visitatore è al centro di tutto ed anche il suo feedback è molto importante per il WiMu: il racconto della loro esperienza, attraverso la compilazione di un questionario, permette di andare sempre incontro ad esigenze nuove, in continuo cambiamento.”

Cosa ha cambiato il ricoscimento da parte dell’Unesco?

“Il riconoscimento Unesco ha giovato perchè arriva un pubblico preparato, che sa cosa cerca, è molto curioso. E’ un pubblico formato soprattutto da famiglie, per cui le proposte del WIMU si sono adattate anche ad accogliere questo tipo di target, con attività specifiche e servizi. Le famiglie con bambini, straniere ma anche italiane, rappresentano circa il 20% dei visitatori del WiMu, e per loro, ma così come per le altre tipologie di turisti, sono previste attività specifiche e servizi che rendono veramente speciale l’esperienza al Museo del Vino.

Per i più piccoli, alcuni servizi sono sempre disponibili, com la guida “Esplora Museo”, mentre altre iniziative sono organizzate a spot, come “Un museo da fiaba”, in cui vengono trasformate le stanze del Castello in ambienti da fiaba.

Inoltre, la prima domenica di ogni mese è dedicata alle famiglie, con visite guidate su misura o visite libere per chi preferisce l’autonomia. Per tutti, c’è il WiMu notes, una piccola guida con le indicazioni per i più piccoli, dove i bambini possono annotarsi le emozioni speciali regalate da questa esperienza così immersiva.

Consistente è anche il segmento dei Wine Lovers: per loro è prevista una esclusiva Wine experience, con visite guidate con approfondimenti di carattere tecnico legato al vino, attraverso la narrazione del museo.”

Com’è strutturata la visita?

Si comincia dall’alto, dal terzo piano, dove è il rapporto tra natura e vino ad essere protagonista, dove il visitatore si immerge a contatto con gli elementi fondamentali per la vita, e quindi anche per il vino. Il lavoro in campagna è scandito dal ritmo delle stagioni, ma il visitatore lo scopre solo mettendoci del suo. Si scende poi al secondo piano, dove viene raccontata la storia dell’uomo e del vino, per poi raggiungere il primo piano, il piano nobile, che era abitato dai Marchesi Falletti, in cui si possono ammirare ancora gli arredi di metà ‘800 appartenuti a Giulia di Barolo e a Carlo Tancredi.

Nella sala principale troviamo un omaggio ai Barolesi, che, con il Castello, hanno da sempre avuto un rapporto speciale di vita familiare. Infine, al piano interrato, c’è un’aula didattica, per chi vuole approndire, con un professore virtuale che tiene la lezione. La sala è allestita con gli antichi banchi del collegio che, dopo la morte di Giulia di Barolo, su sua volontà, fu ospitato dal Castello.”

Quale sfide vi aspettano per il futuro?

Ci piacerebbe dialogare sempre di più con il territorio, per educare tutti al rapporto fondamentale con quello che c’è intorno a noi. Bisogna aumentare la consapevolezza di far parte di una speciale realtà, sensibilizzare sempre più le persone a ciò che sta avvenendo. Quanto sta facendo l’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato aiuta molto per andare verso questo obiettivo. Il risultato ottenuto con l’iscrizione nella lista dell’Unesco può essere una ripartenza per mettere tutti insieme ed andare nella stessa direzione”.

Per conoscere il mondo del WiMu di Barolo www.wimubarolo.it

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Nizza Monferrato

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti