Romano Levi: il 1 maggio a Neive la commemorazione a dieci anni dalla morte

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Era il 1 maggio 2008. Romano Levi moriva, in silenzio, con la riservatezza e la leggerezza che l’ha accompagnato per tutta la vita.

Ma l’impressionante folla che manifestava il suo cordoglio andava ben al di là di ogni parola ispirata dal triste
momento. Perché il saluto dei tanti che avevano avuto occasione di incontrarlo era indirizzato al Grappaiol’ angelico, come lo chiamava Veronelli, nel suo spessore più autentico di uomo oltre che di artista della grafica e della grappa.
La vera natura di Romano traspare e si espande nella sua semplice modernità. Quasi precursore di un mondo più
giusto ed equilibrato del quale appariva inconsapevole portavoce.

E il riferimento è soprattutto al profondo rispetto per il mondo femminile. Una sua frase identifica bene il profilo della Donna Selvatica che scavalica le colline.. una frase con la quale, parlando delle donne di Langa, trasmette con semplici ma intense parole il senso del mondo al femminile . “..erano un po’ streghe e un po’ fate, ma libere, come dovrebbero essere tutte le donne per vivere la parte migliore della loro vita”

E le donne che scavalicano le colline sono l’emblema della fatica e della difficoltà che tuttora il mondo femminile deve affrontare per realizzarsi nella nostra società.

Il cortile della Distilleria era sempre vivo non solo per la costante presenza di amici e visitatori in paziente attesa, ma
anche per la silenziosa compagnia di gatti ed insetti, ai quali Romano dedicava attenzioni e protezione genuina. Un
cartello indicava la presenza del passaggio di una colonna di formiche nel mezzo del cortile, i gatti vivevano
indisturbati vicino al calore dell’alambicco e una famiglia di ragni (il ragno Pippo) tessevano la tela sulla finestra del
suo studio accompagnandolo nella sua quotidianità.

Produceva la grappa e il fuoco era alimentato dalle vinacce essiccate dell’anno prima e le ceneri scaldavano la casa e,
quando fredde, tornavano ad alimentare i campi. Per Romano , “..bastava un fiammifero “ per regalare al mondo una
grappa unica, senza disturbare e rovinare la bellezza della natura.

Romano è l’amico che tutti voorrebbero, libero e genuino, semplice e riservato. Un uomo di Langa. La folla che
lentamente defluisce dopo la cerimonia celebra il suo modo di essere uomo, personaggio suo malgrado, una sostanza
che rimane nell’animo delle persone.

Oggi, dopo 10 anni, Romano sarà ricordato durante una commemorazione che avrà luogo il prossimo 1 maggio a Neive.

Il Centro Studi sul Paesaggio Culturale delle Langhe con il Patrocinio della Associazione per il Patrimonio dei
Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato consegnerà una targa alla distilleria Romano Levi che rientra nel progetto di territorio: ”I Luoghi della Memoria e Tradizione delle vigne” a significare che la cultura, la storia del nostro territorio divenuto Patrimonio dell’Umanità per i suoi paesaggi del vino, continuano a vivere nel ricordo di quelle figure epiche che con il loro lavoro nel quotidiano hanno contribuito a scrivere una storia straordinaria, una leggenda che oggi vogliamo custodire e trasferire alle nuove generazioni.

L’evento gode anche del Patrocinio dell’Anno europeo della Cultura , tramite il Mibact.

Programma della Commemorazione del decennale.

Ore 11 – S.S. Messa presso la Chiesa Parrocchiale di S.Pietro e Paolo – Neive Centro Storico

Ore 12 – Commemorazione decennale Romano Levi presso l’Aula Magna
Consegna della Targa “I luoghi della memoria e Tradizione delle Vigne da parte del Presidente del Centro Studi sul
paesaggio Culturale delle Langhe Dott. Roberto Cerrato
Ore 12,30 – Rinfresco

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