Non dire vecchio: nuova vita alle cose in un progetto eco-solidale del Comune di Asti

Siamo pieni di “cose” e viene anche il momento di sbarazzarsene. Non sai dove girarti, e allo smaltimento regolare preferisci una sana ovvietà: potrebbero servire a qualcuno.

Da questa semplice constatazione nasce il progetto eco solidale “Non dire vecchio” promosso nel 2015 dagli assessorati ai Servizi Sociali, all’Ambiente e alle Attività produttive e Istruzione della Città di Asti, e che ora torna con alcune novità.

Sono famiglie bisognose, in gravi difficoltà economiche, con figli a carico, uomini soli con la necessità di reintegrarsi nella società soli e nullatenenti ad aver necessità di mobili di ogni genere, reti per il letto e materassi, cucine e stoviglie, elettrodomestici…

Il progretto iniziale iniziato come passaparola tra i dipendenti comunali si è poi esteso ad altri partners: Gaia (Gestione ambientale integrata astigiano), Asp e Provincia di Asti.

Ora si evolve ancora grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria del commercio Ascom e Confesercenti che potranno fungere da promotori con gli esercizi commerciali che desiderino entrare nel circuito di solidarietà fornendo materiali invenduti o di seconda scelta, con eventuali difetti di fabbrica o non perfetti esteticamente, oppure usati ma ancora in buone condizioni e funzionanti.

Al tempo dell’economia circolare, capace cioè di rigenerare, la gestione del rifiuto ingombrante, si apre così al riutilizzo, alla riparazione, a “una seconda vita delle cose”.

 

“E’ un progetto intelligente che da sperimentale che era è maturato coinvolgendo i giovani volontari del Servizio civile, e moltiplica la solidarietà” commenta l’assessora Mariangela Cotto.

 

 

L’iniziativa non riguarda quindi esclusivamente le tematiche sociali ma si intreccia allo stesso tempo con quelle di valore ambientale.

“Il progetto – come spiega l’assessore all’Ambiente Marcello Coppo – “è infatti in linea con le recenti normative in materia di ambiente, che hanno come finalità il contenimento della produzione di rifiuti e il loro riutilizzo, contrastando il fenomeno del loro abbandono sul suolo pubblico e riducendo l’impatto ambientale legato alla loro raccolta”.

Tutto funziona grazie alla creazione di un indirizzo di posta elettronica (nondirevecchio@comune.asti.it) tramite il quale vengono gestite le richieste pervenute dai Servizi Sociali della città di Asti e successivamente inoltrate ai soggetti che hanno dato la loro disponibilità a partecipare al progetto.

Con questo metodo i beni raccolti saranno immediatamente ridistribuiti, anche grazie al sostegno della Cooperativa LESA che in collaborazione con gli operai del Comune e dei tirocinanti della Banca del dono si occupa del trasporto e dell’eventuale montaggio e smontaggio dei mobili, evitando situazioni di accumulo e stoccaggio disagevoli.

Tirocinii lavorativi, trasformatisi in un caso in un posto di lavoro, sono stati resi possibili dal finanziamento della Compagnia di San Paolo.

[Nella foto i giovani del Servizio civile coinvolti nel progetto].