Asti, confronto tra il Sindaco e undici Pro Loco frazionali

Le Pro Loco a buon titolo sono aggregazioni che animano una comunità. Parziale ridurne lo scopo all’organizzazione di feste e convivi, meglio considerarne il bene sotteso e primario.

Da una sollecitazione scaturita nella Commissione Consigliare permanente Servizi sociali, il confronto tenutosi martedì in Municipio tra l’Amministrazione e le undici pro loco delle frazioni di Asti si è rivelato fecondo di spunti e proposte.

Al cuore delle preoccupazioni di chi vive in periferia l’osservazione di un territorio vasto e da mantenere, che soffre di una residenzialità pendolare e con una presenza di persone spesso anziane e sole.

È la percezione delle Pro Loco presenti, tutte di antica tradizione e anche partecipanti al Festival delle Sagre, tranne Castiglione e Portacomaro stazione ma altrettanto attive.

Che fare passa da una rinnovata considerazione della loro presenza, che anche a fronte di qualche sgravio di tassa comunale (suolo pubblico) potrebbe essere di contenimento dei problemi che si possono presentare in frazione.

Interessato ad approfondire le proposte emerse il Sindaco Maurizio Rasero convinto che “la cittadinanza attiva si può esprimere in varie forme, che l’esperienza e la responsabilità delle pro loco può tradurre in modo più popolare e diffuso”.

Presenti all’incontro gli Assessori Renato Berzano, Loretta Bologna e Marcello Coppo, ciascuno con le proprie deleghe, attenti a recepire istanze e facilitare percorsi di lavori utili.

E come ha ricordato l’Assessore Cotto “Anche una Pro Loco non è facile da tenere in piedi e l’esperienza indica alcune semplici ricette, in primis quella di non lasciar dietro nessuno e di costruire cose belle”.

In Italia, la prima forma associativa, assimilabile a una proloco, sorse a Pieve Tesino nel 1881 (allora era impero Austro-Ungarico). Il comitato si denominava “Società d’abbellimento” e aveva obiettivo il miglioramento estetico della località per favorire la sosta dei forestieri.

Non sorprende la storia, quanto riconoscere che dietro la bellezza c’è l’essere a favore di un luogo, di qualcuno o di qualche cosa.