Lettere al direttore

Renata Sorba: “La parola violenza non venga mai abusata e per di più praticata”

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Riceviamo e pubblichiamo

“Ho partecipato e ascoltato lo spettacolo teatrale “Stai al tuo posto, Eva” che è in programma in questi giorni presso la Casa del Teatro di Asti con la regia di Alessio Bertoli.

L’autore del testo, Sergio Buffa, ha voluto forzare scrivendo un copione “maschilista” e nel contempo provocatorio.

La rappresentazione teatrale collocata in una scenografia molto sterile e semplice, con la sola presenza di sedie e di una donna giovane che per tutto il tempo è stata sul palcoscenico ferma, immobile e passiva e il bravissimo attore Alberto Barbi, ha con tutta la sua forza e voce narrato storie di uomini disperati e crudeli che hanno maltrattato e distrutto la propria donna.

Lo spettacolo è stato contraddistinto da una carrellata di situazioni dove l’uomo protagonista esternava tutta la sua aggressività e disprezzo verso la donna in questione.

Come spettatrice e ascoltatrice e donna, prima di tutto, ho potuto cogliere tutto ciò che non vorremmo mai che avvenisse e accadesse tra le mure di casa in un contesto famigliare e di coppia ma che purtroppo la cronaca quotidinamente ci riporta alla luce: omicidi, genocidi, femminicidi e altre tragedie similari di cui non ne possiamo più.

Ben vengano testi come questi, molto “forti” e scritti da uomini.

Questo spettacolo così “trasgressivo” e “inusuale” può scuotere le coscienze di tante persone ed è un progetto che può essere portato nelle scuole e in tutti i campi e ambienti in cui si può fare prevenzione e cultura contro la violenza e non solo alle donne.

Un plauso a tutti coloro che hanno reso possibile questa bella realtà e l’applauso che è esploso alla fine della rappresentazione è stato rumoroso ma nel contempo credo che tanti come me abbiano provato un colpo forte da paragonare ad “un pugno nello stomaco”, un dolore che oltre ad essere morale e spirituale è anche fisico.

Che la parola violenza non venga mai abusata e per di più praticata.”

 

Renata Sorba

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