Asti, povertà e Reddito di Inclusione, un incontro in Municipio per valutarne l’attuazione

L’argomento è all’ordine del giorno ed è stato uno dei temi di richiamo della recente fase elettorale: fornire un contributo economico fisso e parametrato per risollevare le condizioni di chi non ce la fa.
Una misura di “reddito minimo” è operativa dal 1° dicembre scorso e i cittadini possono richiederlo, è il Reddito di inclusione (REI), “una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica”.
E quando si parla di povertà la platea è vasta perché i numeri in Italia si riferiscono a 10,5 milioni (dati Eurostat) di persone.

Il Rei è un provvedimento “dinamico” perché oltre a un beneficio economico vincola a un progetto personalizzato “di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune”.
Già nel corso di un incontro dello scorso dicembre con i Centri di Ascolto della Caritas diocesana era emersa l’esigenza di informare sullo stato dei lavori e coordinare buone prassi di collaborazione.

Martedì 13 marzo una seconda puntata ha permesso di monitorare quanto è emerso nei primi tre mesi di applicazione e le criticità incontrate.
Oltre ai Centri di ascolto erano presenti Union Coop e il Consorzio socio assistenziale del Sud astigiano. A cura dei Referenti del Segretariato sociale dell’Assessorato Politiche sociali della Città la presentazione dell’articolazione normativa e procedurale del provvedimento che ha registrato ad Asti 632 richieste.

Dati che forniscono una fotografia nitida del disagio locale, confermato dal Sindaco Maurizio Rasero “con la percezione dei numerosi incontri personali con i cittadini svolti in questi mesi (oltre 500) cui questa misura, una volta verificate le condizioni di accesso, sia di stimolo e fiducia a ritrovare un po’ di serenità che è la molla per cambiare registro ”.
L’efficacia del provvedimento passa dalla valutazione del reddito da lavoro e degli eventuali trattamenti assistenziali percepiti dalle famiglie, nonché il patrimonio mobiliare e immobiliare (esclusa la prima casa).

Oltre ai requisiti economici, il nucleo familiare deve avere alcuni requisiti familiari (presenza di minori, di persona con disabilità, di gravidanze in arrivo, di oltre 55enni disoccupati). Requisiti che verranno meno dal 1° luglio prossimo grazie a risorse aggiuntive in legge di bilancio.

Come ricordato, il Rei prevede a regime che venga predisposto un progetto personalizzato con impegni definiti con il beneficiario e, si legge nelle indicazioni del Ministero, con i Servizi per l’Impiego… nonche con i soggetti attivi nell’ambito del contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti non profit”.
Ma evidente la difficoltà di assolvere in pieno, come rilevato nel corso dell’incontro, dati i numeri e la debolezza intrinseca del tessuto cooperativo e associazionistico locale.
L’intenzione dell’Assessore Mariangela Cotto è “di lavorare con quanti conoscono il problema per individuare modi e forme utili a dare capacità alle persone di non dipendere soltanto dalla sacrosanta erogazione economica”.

Un prossimo incontro è calendarizzato a inizio giugno coinvolgendo il terzo settore locale.