Asti, Andrea Giaccone sottoscrive il Manifesto Coldiretti

Oggi, il candidato della Lega alla Camera, si è presentato negli uffici di Asti

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Andrea Giaccone, candidato della Lega alla Canera dei Deputati, ha firmato il Manifesto politico di Coldiretti, composto da 5 proposte a costo zero per i primi giorni di governo. L’adesione al “decalogo politico” è avvenuta oggi pomeriggio, giovedì 1 marzo, negli uffici di Coldiretti Asti, di fronte al direttore e alcuni dirigenti dell’organizzazione maggiormente rappresentativa del territorio.

Il direttore, Antonio Ciotta, ha illustrato i punti imprescindibili per ridare impulso al settore primario: l’etichettatura obbligatoria, l’istituzione di un Ministero specifico per il cibo, semplificazione burocratica, trasparenza sulle importazioni e norme rigorose contro i reati agroalimentari. Sono queste le cinque priorità di Coldiretti per le elezioni del 4 marzo e che vengono sottoposte a sottoscrizione dei candidati che vogliono confrontarsi con i vertici dell’organizzazione.

L’etichettatura, la madre di tutte le battaglie Coldiretti, persegue l’indicazione dell’origine delle materie prime per tutti i prodotti alimentari con l’obbiettivo di dare ai produttori agricoli uno strumento di sviluppo e a tutti i cittadini consumatori la massima garanzia sulla sicurezza alimentare. Questa fondamentale chiave di difesa del patrimonio agricolo distintivo del nostro Paese ha contaminato in breve tempo altri sette Paesi dell’Unione Europea che analogamente hanno adottato normative nazionali per l’obbligo dell’etichetta di origine negli alimenti con risultati estremamente positivi per il mercato e per i cittadini. Tuttavia il regolamento relativo all’indicazione di origine dell’ingrediente cui sta lavorando la Commissione europea, tende a sovvertire gli orientamenti e i decreti approvati dal nostro paese.

La richiesta di istituire il Ministero del cibo va incontro alla necessità di avere un’unica regia e un unico indirizzo per l’agroalimentare italiano. Serve un solo Ministero (come in Francia) che sovraintenda alle politiche del cibo in Italia, a partire dai produttori (agricoltura) per arrivare ai trasformatori, ai distributori e ai consumatori.

I processi di semplificazione burocratica sono indispensabili per il alleviare il carico subito dalle imprese agricole. Ci sono troppi processi burocratici distorti che costituiscono uno dei principali elementi di malessere e di aggravio competitivo. In riferimento agli iter amministrativi e ai processi di autorizzazione è necessario che lo Stato si concentri prioritariamente sulle sole attività di controllo, valorizzando secondo i principi di sussidiarietà il ruolo di semplificazione dei Centri di Assistenza Agricola, in rapporto diretto con le imprese. Rispetto alla gestione delle agevolazioni pubbliche (nazionali, regionali e comunitarie) vanno decisamente aumentate le performance dello Stato, delle Regioni e degli Organismi pagatori, facendo leva sul ruolo dei Centri di assistenza agricola per velocizzare i processi di erogazione.

Via il segreto sulle importazioni: La produzione di cibo in Italia e il significativo surplus commerciale legato all’export sono legati in alcune filiere all’esigenza di importare materia prima. Ciò rappresenta spesso l’occasione per creare fenomeni speculativi che si riflettono pesantemente sul prezzo pagato ai nostri produttori. Di fronte ai crescenti casi di allarmismi e scandali alimentari è necessario de-secretare le destinazioni dei flussi di importazione. Occorre inoltre creare un’autorità che vigili sui meccanismi di surrettizio “riscaldamento” dei mercati con la creazione di bolle speculative.

Legge sui reati agroalimentari: Chi pecca contro il cibo pecca contro i nostri figli: via libera quindi alla legge sui reati nel settore agroalimentare. L’attuale normativa che sanziona chi a vario livello commette frodi, reati, adulterazioni nel settore agroalimentare, appare del tutto inadeguata alla gravità percepita e reale dei fenomeni. E’ necessario adeguarla per corrispondere al sentire profondo dell’opinione pubblica e per frenare l’estendersi di aspetti malavitosi (di matrice nazionale e internazionale) in uno dei settori produttivi chiave del paese.

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