Lettere al direttore

Angela Quaglia: “Il nuovo regolamento di Polizia Rurale? Una riedizione del vecchio testo”

Riceviamo e pubblichiamo.

Leggo sui giornali locali che il Sindaco e il Consigliere delegato alle frazioni, hanno presentato, nei giorni scorsi, ad associazioni e ordini professionali, un nuovo Regolamento di polizia rurale, dando due settimane di tempo per presentare osservazioni e suggerimenti.

Si tratta, per ora, di una bozza, che dovrà successivamente passare al vaglio delle commissioni consiliari e del consiglio comunale.
Non credo che i tempi di approvazione saranno velocissimi, considerato che il Bilancio di Previsione andrà in discussione soltanto adesso (e siamo a fine marzo) ma…tant’é… ogni passo in direzione della maggiore tutela del nostro territorio è sicuramente un fatto positivo.

E proprio perché in passato mi sono occupata di tali argomenti e ho quindi maturato una discreta conoscenza della materia , ho richiesto copia di tale bozza.

Naturalmente mi è stata negata, con la motivazione che trattasi, appunto, di una bozza.

Ma poiché Asti non è New York e fortunatamente ci si conosce tutti, non mi è stato difficile averne copia da coloro ai quali era stata mandata.

E la scoperta, deludente, è che si tratta semplicemente della correzione di alcuni articoli del regolamento in vigore dal 2006 nel Comune di Asti!

Non un piano organico, una rivisitazione dei temi relativi alla tutela del territorio… semplicemente una riedizione del vecchio testo con alcune variazioni più formali che sostanziali e con gli opportuni adeguamenti a nuove disposizioni di legge.

Eppure è noto a tutti, e sicuramente al Sindaco, all’assessore ai LL.PP. e al consigliere delegato che due anni fa la Provincia di Asti aveva costituito un apposito tavolo tecnico per la redazione di un Nuovo Regolamento di Polizia rurale, a cui avevano dato la loro adesione i rappresentanti di tutti gli Ordini professionali (Ingegneri, Architetti, Geologi, Agronomi, Geometri, Periti agrari ecc).

Tra gli scopi del Regolamento, anche quello di “definire le modalità per conservare e ripristinare condizioni di stabilità dei suoli agricoli di ripa e scarpata, utilizzando ove possibile le tecniche dell’ingegneria naturalistica e comunque, in ogni caso, le tipologie di intervento meno invasive dal punto di vista paesaggistico-ambientale”. Obiettivo non banale per un miglioramento complessivo della sicurezza e della gradevolezza paesaggistica dei territori agricoli delle nostre colline.

Quel gruppo di persone, con un lavoro gratuito e durato alcuni mesi, aveva elaborato un Regolamento molto completo e dettagliato che era stato inviato successivamente ( ottobre 2015) a tutti i Comuni affinchè potesse essere adottato da tutti e costituire una regola generale e uniforme per la tutela del nostro territorio .

Alcuni Comuni mi risulta lo abbiano fatto. Ad Asti, invece, l’Amministrazione si è limitata ad aggiustamenti sul testo già in vigore..

Mi chiedo perché in Italia, e segnatamente qui da noi, si debbano sempre rifare cose già fatte, buttando alle ortiche lavori molto qualificati e che sono costati tempo ed energie a professionisti del settore!

Sarà un cattivo pensiero…ma qualcuno deve forse dimostrare di esistere e giustificare il suo ruolo?

La campagna elettorale ( amministrativa) è finita nove mesi fa!

Angela Quaglia- CambiAMO Asti