Lettere al direttore

Paolo Romano (M5S): “Al Carcere di Asti situazione esplosiva non più tollerabile”

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Riceviamo e pubblichiamo.

“Apprendo con sconcerto dell’ennesimo episodio di violenza a danno di agenti penitenziari verificatosi ieri nel carcere di Asti. Ad essere aggrediti sono stati due agenti durante il giro per i colloqui. A preoccupare sono, in particolare, le modalità di quest’ennesima aggressione essendo stati gli agenti circondati da ben venti detenuti (non ancora identificati) con sgabelli e altri oggetti contundenti. Insomma un’azione organizzata, sintomo ormai di una situazione esplosiva non più tollerabile.

Eppure è da oltre un anno che, tramite un’interrogazione parlamentare, ho sollevato in Parlamento le gravi criticità presenti nell’istituto penitenziario di Asti chiedendo al Governo di intervenire con urgenza. Per chi non lo sapesse il carcere di Asti è il più sovraffollato d’Italia – con un tasso di capienza del 140% che va ben oltre la media nazionale del 108% – ed è da anni sotto organico. A peggiorare il tutto c’è stata la sua recente trasformazione in casa di reclusione ad alta sicurezza con la detenzione di soggetti altamente pericolosi in quanto ergastolani o comunque legati ad organizzazioni criminali.

Potete quindi immaginare come sovraffollamento, carenza di organico e alta pericolosità dei detenuti presenti rappresentino un cocktail micidiale per l’esplosione di episodi violenti a danno del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. Infatti l’aggressione subita ieri dai due agenti non rappresenta che l’ultimo di una lunga serie di episodi a danno dell’intera categoria.

Da oltre un anno dalla mia interrogazione parlamentare nessuna risposta è ancora pervenuta dal Governo e temo che non ne arriveranno a breve.

Concludo nell’esprimere tutta la mia solidarietà ai due agenti aggrediti e all’intero Corpo della Polizia Penitenziaria che, ricordo a tutti, per garantire la nostra sicurezza molto spesso – come l’episodio di Asti sta a ricordarci – paga direttamente anche con la propria incolumità fisica se non, come già successo, con la propria vita.”

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