Il Ministro Maurizio Martina in visita alla Cantina Sociale ” Barbera dei Sei Castelli” omaggia la Barbera d’Asti fotogallery

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Il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha fatto visita questa mattina alla Cantina sociale “Barbera dei Sei Castelli” di Castelnuovo Calcea insieme alla candidata alla Camera dei Deputati Angela Motta.

Un omaggio al vino principe del Monferrato, la Barbera, in una delle realtà cooperative del settore vitivinicolo più importanti del Piemonte. “La Cantina sociale “Barbera dei Sei Castelli” – come ha precisato il Presidente Andrea Ghignone – con le sue cantine e i suoi vigneti, è il maggiore produttore al mondo di Barbera. Mezzo secolo di attività, 300 soci vignaioli che coltivano oltre 700 ettari di vigneto, con un conferimento medio annuo di circa 60 mila quintali di uva, a garanzia della qualità del prodotto”.

“L’enorme patrimonio paesaggistico, insieme al riconoscimento UNESCO, delle nostre colline e dei nostri vigneti – ha commentato Angela Motta – sono il vero motore per il nostro territorio. Dobbiamo proseguire sulla strada della valorizzazione, della tutela e della trasparenza dell’origine dei prodotti. Il vino deve diventare “strategico” non solo per il nostro territorio, ma per tutto il Paese, solo così potremo garantire un reddito agli agricoltori e la dignità di chi lavora”.

L’Assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero ha sottolineato i “1 miliardio e trecento milioni di tasse tolti agli agricoltori, che solo un Governo coraggioso poteva attuare, così come l’impegno sulle etichettature obbligatorie. Noi abbiamo una viticoltura di collina che richiede manualità, abbiamo l’83% di vini a doc e docg e questo è motivo di grande orgoglio e sinonimo di qualità”.

“Mettere al centro dell’attenzione il settore agricolo, rimettendo al centro aspetti fondamentali che andavano tutelati e promossi. Questo – ha spiegato il Ministro – è stato il nostro obiettivo, su cui si è concentrato il lavoro di questi 5 anni, considerando la situazione di instabilità e incertezza da cui siamo partiti con 7 Ministri cambiati in 7 anni. Per l’agricoltura italiana la prima vera sfida è dare continuità al lavoro fatto. Dal 2018 si apriranno sfide importanti, come la revisione della PAC, che determineranno il futuro del settore. La preoccupazione è assistere a partite di propaganda giocate sulla pelle del settore agricolo”.

E poi l’affondo sui dazi, “una misura del Novecento, che siamo convinti ci possa difendere, ma con la quale, invece, rischiamo un errore colossale, limitando la vendita delle nostre produzioni al solo commercio interno”.

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