Il volto della Signora delle Ninfee sulle pagine del Corriere della Sera

Se ne era già parlato lo scorso ottobre alla presentazione delle prime risultanze. Ora il sarcofago della collezione egizia del Museo archeologico della Città fa bella mostra di sé a Jesolo, Spazio Aquileia fino al 15 settembre, e l’avvenimento è approdato sul supplemento culturale del Corriere della Sera (La Lettura #319) che gli dedica ben due pagine, a firma di Anna Gandolfi.

“Oggi un po’ meno misterioso (il sarcofago di Asti) grazie alle indagini diagnostiche eseguite anche dalla Polizia scientifica. Che hanno svelato alcuni segreti. Per esempio quello della “corazza magica” e delle acconciature floreali”.

Già nel 2012 avevamo intuito che la “Signora” era un pezzo pregiato – dichiara l’Assessore Gianfranco Imerito – e la ripresa degli studi degli ultimi mesi ha fornito risultati sbalorditivi ben al di la delle aspettative”.

La Signora delle ninfee così è stata ribattezzata la mummia della donna, vissuta nove secoli prima di Cristo, tra la XXI e la XXII dinastia, “Non sappiamo chi sia questa donna” ha spiegato l’egittologa Donatella Avanzo, “diversamente da quanto si immaginava il suo rango pare elevato. Gli amuleti e gli oggetti rinvenuti grazie a esami in Ospedale (Massaia) mostrano elementi non comuni. Un’aura sacrale la circonda”.

Al lavoro si è messa un’equipe di 26 studiosi fra cui il maestro Gian luigi Nicola di Aramengo e il primario della struttura di Radiodiagnostica dell’Ospedale Massaia Federico Cesarani.

È il volto il fatto nuovo rivelato dal lavoro degli specialisti. Di naso imperfetto, segnato da un trauma infantile portato alla luce dalle indagini della polizia scientifica di Torino “il connubio tra arte e scienza procura un emozione”. Si dice che nel mondo dei copti, i cristiani d’Egitto, rivivano i volti dell’epoca dei Faraoni. Potremmo davvero incontrare questa donna tra le vie del Cairo”.

Ma la particolarità dei reperti sono i due amuleti raffiguranti scarabei, uno papiriforme e una strana placca metallica.”Potrebbe proprio essere la cosiddetta corazza magica: gli antichi egizi chiamavano così una rete sacra utilizzata in alcune sepolture, il cui compito era difendere il defunto dagli spiriti maligni. In passato ne sono state osservate altre, ma erano sopra le bende. Qui, misteriosamente, la corazza si trova a contatto corpo. Questa non era una donna qualunque”.

A settembre la mummia tornerà in città e la si potrà ammirare in tutta la misteriosa aura del sarcofago che le ha già donato 3000 anni di “immortalità”.