“Rete I.S.A, Istruzione e Sviluppo in Agricoltura”: un progetto di formazione nelle colline Patrimonio dell’Unesco

Venerdì 26 gennaio 2018, alle 11, nella sede del Polo Universitario Asti Studi Superiori “Rita Levi-Montalcini”, piazza Fabrizio De Andrè, Asti, è convocata la conferenza stampa di presentazione del progetto di formazione e ricerca in ambito scolastico e universitario nell’area Unesco “Rete I.S.A, Istruzione e Sviluppo in Agricoltura”.

Fra le Istituzioni e gli Organismi di Ricerca coinvolti figurano: le Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale, la Scuola Agraria Salesiana di Lombriasco, il CREA Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia, l’Istituto Agrario “Penna” di Asti, il polo universitario Astiss Rita Levi-Montalcini, l’azienda Nobil Bio Ricerca di Portacomaro d’Asti.

Il progetto che verrà presentato il 26 gennaio è il frutto della collaborazione e dei contatti intrapresi fra le varie istituzioni interessate presso la Casa don Bosco dell’Expo di Milano. Il titolo la “Conservazione della Biodiversità microbica: isolamento e caratterizzazione di lieviti presenti sull’uva da vino e sulla frutta”,  vedrà impegnati nei prossimi anni docenti, ricercatori, studenti delle scuole superiori, dei corsi universitari e dei centri di ricerca affini presenti nel territorio piemontese.

Una prima iniziativa che verrà realizzata: l’avvio di reciproci scambi con ospitalità di ricercatori e studenti per contributi e scambio di conoscenze e saperi in ambito scientifico legati all’agricoltura e, in particolare alla vitivinicoltura, fra il Piemonte, il Monferrato e le sedi formative del mondo salesiano in Europa e in Sud America.

Dei soggetti che hanno già manifestato vivo interesse e collaborazione al progetto internazionale figurano alcune Istituzioni pubbliche e Università Argentine, l’INTA – soggetto omologo in Argentina del CREA per la ricerca in campo scientifico viticolo ed enologico, gli Istituti in Agronomia di Mendoza.

Le attività e la collaborazione non saranno solo sulla carta ma scenderanno in campo, o meglio in vigna, con ricadute positive future per le aziende, i produttori, il patrimonio vitato piemontese.