Una “patente” regionale contro il cyberbullismo

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Con un ordine del giorno, approvato nella seduta consiliare del 30 gennaio, il Piemonte, prima fra tutte le regioni d’Italia, chiede l’istituzione del cosiddetto “patentino” contro il cyberbullismo, una certificazione che attesta l’utilizzo responsabile dello smartphone ed estende, così, a tutto il territorio piemontese quanto già avviene nella provincia di Verbania.

L’Aula ha poi approvato anche un emendamento al testo unificato sulla prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo che impegna la Regione a promuovere, anche in collaborazione con altri enti, progetti volti a coordinare iniziative formative sull’uso consapevole del web e dei social network, uniformando le modalità di valutazione.

Il provvedimento è il risultato di un approfondito esame, in sede congiunta, delle Commissioni Cultura e Sanità che ha condotto all’unificazione delle proposte di legge 240, di iniziativa dei consiglieri regionali e 269, di iniziativa dei componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio che hanno adottato il progetto predisposto dagli alunni della classe II G dell’Istituto professionale “V. Meucci” di Bra (Cn) nel corso dell’iniziativa “Ragazzi in Aula”.

La proposta di legge, condivisa all’unanimità (due non votanti), nasce dalla volontà di diffusione della cultura della legalità, rispetto della dignità della persona, valorizzazione della diversità e contrasto a ogni forma di discriminazione anche attraverso un utilizzo consapevole delle tecnologie informatiche e del web, soprattutto in ambiente scolastico.

Un ruolo fondamentale viene, poi, rivestito dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom), che esercita funzioni di osservatorio sul cyberbullismo e concorre alle azioni di prevenzione e contrasto promosse dalla Regione. Acquisisce, inoltre, informazioni, elabora studi, analisi e ricerche territoriali sul fenomeno e segnala alle Autorità competenti gli episodi di cui viene a conoscenza, trasmettendo eventuali denunce ricevute.

Il testo tiene conto dell’emanazione a livello nazionale, di una norma specifica a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto dei due fenomeni sempre più dilaganti e si colloca all’interno delle iniziative che il Consiglio regionale ha messo in atto per intervenire, a livello regionale, su un’emergenza sociale che colpisce soprattutto i giovani. La Regione, inoltre, istituisce centri specializzati nella cura dei disturbi derivanti da bullismo e cyberbullismo, che si avvalgono di équipe multidisciplinari.

È previsto anche un bando annuale per attivare interventi e progetti presenti nel piano triennale di prevenzione e il contrasto.

Gli stanziamenti necessari sono stimati in circa 200mila euro all’anno per il triennio 2018-2020, che si aggiungono alle risorse che già la Giunta mette in campo con i progetti avviati anche in collaborazione con gli altri enti istituzionali che si occupano del fenomeno, in particolare forze dell’ordine e Ministero Istruzione e alle risorse sanitarie per i centri specializzati. Le opposizioni, con emendamenti e interventi, hanno richiesto maggiori fondi.

Una legge condivisa, dunque, che da un lato si affianca alla la legge nazionale per la prevenzione e il contrasto al cyberbullismo e dall’altro si rivolge anche al bullismo classico con specifici interventi sotto il profilo educativo.

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