Quanti pendolari sui treni piemontesi? Legambiente e Regione in disaccordo sui numeri

Secondo il rapporto annuale Pendolaria recentemente pubblicato da Legambiente e presentato oggi a Roma, l’emorragia di pendolari in Piemonte si è fermata e l’anno appena concluso, per la prima volta dopo sei anni, ha visto per i treni regionali un timido segno più.

Nel 2017 sono state in media 167.556 le persone che ogni giorno hanno preso un treno in Piemonte, in lieve crescita rispetto al 2016 quando si fermavano a quota 165.000 mila.

Nonostante la lieve crescita si evidenzia comunque un calo di oltre il 18% dal 2011.

La Regione Piemonte è di parere diverso e non condivide le modalità con cui sono stati raccolti i dati.

“Rispetto a tale scenario occorre fare alcune precisazioni – si legge in un comunicato – Nel 2011 nel computo totale dei passeggeri venivano conteggiati anche i passeggeri di tratte rientranti nei contratti di servizio di altre regioni, come Lombardia e Liguria. Negli ultimi rilevamenti vengono invece riportati esclusivamente i passeggeri delle linee rientranti nei contratti i servizio del Piemonte”.

Il nodo della questione è la chiusura nel 2012 di 14 linee cosiddette minori che ha comportato una contrazione del numero di passeggeri, con un taglio complessivo del servizio dal 2010 al 2017 del 4,9%.

“I dati di quest’anno, pur confermando l’emorragia di pendolari che il Piemonte ha vissuto a partire dal 2011 per la scellerata scelta di chiudere ben 14 linee ferroviarie, fanno finalmente intravedere qualche primo timido segnale di ripresa, ma la strada da fare per recuperare i circa 40 mila pendolari persi negli anni scorsi è ancora molto lunga” dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

Di altro parere la Regione: “I dati in possesso della Regione parlano di una crescita continua e costante del numero di passeggeri dal 2014 al 2016. Il dato 2017 non è ancora disponibile, quindi non si capisce sulla base di quali informazioni venga riportato dal rapporto Pendolaria, ma, anche se non ufficiale, nel 2017 registra un ulteriore incremento sia degli abbonati che del numero di passeggeri/giorno. La riorganizzazione del servizio, con la creazione dell’SFM [Servizio Ferroviario Metropolitano NdR], ha portato negli ultimi anni a recuperare il divario con il dato pre 2012, come testimoniano sia le rilevazione del numero di passeggeri, sia i dati di ricavi da traffico al netto degli aumenti tariffari” conclude il comunicato.

A parte il numero di pendolari che vede in disaccordo associazione ambientalista e Regione, Pendolaria sottolinea anche altri aspetti: un aumento delle tariffe del 47,3%, un investimento dello 0,05% del bilancio regionale per il servizio ferroviario, appena 5,09 euro per abitante all’anno, contro una media nazionale dello 0,35%.

Dalla fotografia fatta da Legamaniente sulla situazione della linea ferroviaria italiana emerge inoltre che ai grandi successi dell’Alta Velocità maturati in questi anni -ampia offerta di treni tra Salerno, Roma, Firenze, Bologna, Milano, Torino e Venezia e un aumento dell’offerta in meno di 11 anni pari al 435%-, si affianca una situazione del trasporto regionale che rimane difficile, anche per via della riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza (-15,5 dal 2010 al 2016) con un calo del 40% dei passeggeri e la diminuzione dei collegamenti regionali (-6,5% dal 2010 al 2016).

“Chiediamo all’assessore Balocco un ulteriore impegno per rilanciare le ferrovie regionali anche come strumento utile al miglioramento della qualità dell’aria in una regione che soffre endemicamente di smog – conclude Dovana di Legambiente –  In tal senso è positivo il recente impegno della Regione a stanziare maggiori risorse per il trasporto ferroviario e a riattivare a fine 2018 la linea Casale Monferrato-Mortara e a metà 2019 la Casale Monferrato-Vercelli. Ora servono tempi certi anche per la riattivazione delle altre linee sospese, partita su cui facciamo appello anche a chi si candida a rappresentare il territorio nel prossimo Parlamento. Bisogna con forza dire basta risorse alle autostrade e alle grandi opere inutili come la Torino-Lione e il Terzo Valico e dare invece priorità al trasporto ferroviario locale e al potenziamento di tram e metropolitane nelle città”.