Inaugurata a Castelnuovo Calcea la nuova sede interzonale CIA del Sud Astigiano: un presidio per il futuro del territorio

Il luogo scelto per tenere l’assemblea elettiva della Cia di Asti è stato individuato, non a caso, in regione Opessina di Castelnuovo Calcea dove, al termine del consesso che ha rinnovato i vertici dell’organizzazione, è stata inaugurata la sede interzonale del Sud Astigiano che ospita da qualche settimana i servizi attivi in precedenza a Nizza Monferrato e Canelli.

Nelle due popolose cittadine della Valle Belbo resteranno comunque aperti uffici di recapito, ma nella nuova sede dell’Opessina, la Cia intende creare un efficiente ed innovativo “presidio” tecnico ed amministrativo al servizio degli agricoltori, ed anche un punto di riferimento per tutti i cittadini in materia assicurativa (non solo contro le avversità atmosferiche) e turistica con uno sportello informativo sulle eccellenze delle colline del vino Unesco.

“La Cia – ha affermato l’appena confermato presidente Durando – si propone come una vera e propria “casa degli agricoltori” in cui avere a disposizione competenza, assistenza tecnica, confronto e qualità dei servizi. Caratteristiche determinanti per continuare a “stare sulla terra” con l’intento, tanto per fare due dei tanti esempi possibili, di migliorare e rendere più semplice e flessibile la Politica Agricola Comune (PAC) e dare consapevolezza ai giovani che per sfamare il mondo non basta produrre alimenti ma fare cultura del cibo”.

Il taglio del nastro della nuova struttura è stato preceduto da una breve Tavola rotonda che aveva per tema il futuro del territorio Unesco attraverso la valorizzazione delle sue eccellenze. Dando un’interpretazione sostanzialmente univoca dell’importanza dell’agricoltura nel fornire prospettive di sviluppo a chi opera nel comparto, sono intervenuti l’assessore regionale Giorgio Ferrero, i presidenti dei Consorzi del Barbera d’Asti, Filippo Mobrici e dell’Asti, Romano Dogliotti, l’enologo Giuliano Noè, l’architetto Andrea Capellino che ha curato la ristrutturazione dell’immobile senza, è bene sottolinearlo, ulteriore consumo di suolo, il consigliere regionale Angela Motta e l’on Massimo Fiorio.

Intervento conclusivo con successivo taglio del nastro per il presidente nazionale Dino Scanavino (affiancato da Giorgio Ferrero, Angela Motta, Alessandro Durando e Mario Porta) fautore della necessità che il sindacato agricolo, come ha fatto la Cia di Asti con l’apertura della sede interzonale, si adegui rapidamente ai sempre più frequenti cambiamenti del sistema economico globalizzato di cui l’agricoltura non può non essere parte integrante, rivendicando al contempo la sua totale vocazione locale quando si tratti di produrre qualità piuttosto che quantità. Il caso, per l’appunto, dell’Astigiano e del paesaggio vitivinicolo patrimonio dell’umanità Unesco.