Domenico Quirico ospite della partecipata serata del Lions Club Asti Host fotogallery

Appena conclusa l’inaugurazione della mostra, prima e unica finora in Italia, sulla martoriata città siriana di Aleppo, il giornalista Domenico Quirico è stato testimone al Lions Club Asti Host, presieduto da Alessandro Agostinucci, non solo dei cinque anni di guerra dal 2011 al 2016 ma delle vicende dell’Africa e del mondo arabo degli ultimi vent’anni.

Domenico Quirico, astigiano Doc, è inviato del quotidiano La Stampa per cui è stato a lungo corrispondente da Parigi e poi testimone oculare di innumerevoli conflitti che hanno insanguinato il mondo negli ultimi decenni.

A propiziare la serata davvero avvincente sono stati i soci Michele Maggiora, presidente della Fondazione Palazzo Mazzetti, e Mario Sacco, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, le due istituzioni attivissime nel promuovere da tempo cultura e arte nella città di Alfieri. Dal 20 gennaio hanno così reso possibile il richiamo nel museo di Palazzo Mazzetti di studenti e cittadini, italiani e stranieri, per prendere coscienza del baratro in cui è caduta una città millenaria come Aleppo il cui centro storico era stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Nell’incontro molto partecipato, dove oltre alla mostra “Aleppo: come è stata uccisa una città” progettata dall’architetto Federico Bollarino, si è parlato anche del libro di fine 2017 “Succede ad Aleppo”, ultimo della corposa serie che Domenico Quirico ha scritto sulla propria pelle da coerente e partecipe inviato di guerra.

Appena sfiorati gli accenni autoreferenziale alla barca di migranti con cui ha attraversato il Mediterraneo, al sequestro in Libia del 2011 da parte dei soldati di Gheddafi o agli ancora più tremendi 152 giorni di prigionia nel 2013 da parte dei jihadisti siriani, vicenda che ha profondamente toccato la coscienza di tutto il mondo occidentale.

Quirico ha ribadito che la Siria è stato un fallimento giornalistico dato che il mezzo milione di morti ad Aleppo non è bastato a scuotere l’opinione pubblica mondiale per arrivare ad una soluzione che col passare del tempo diventa sempre più problematica. Dato che la narrazione scritta oggi sembra non bastare più, la mostra su Aleppo Città uccisa (che è visibile sino al 20 maggio a Palazzo Mazzetti) con la propria multimedialità punta a far capire da dentro il dramma di una città in cui restano ancora faccia a faccia i suoi assassini.