Con il convegno al Castello di Pino d’Asti conclusi i festeggiamenti di “Freisa 500 anni”

Alla presenza di istituzioni, produttori e giornalisti, si è tenuto ieri a Pino d’Asti l’evento “Freisa d’Asti: una Denominazione lunga 500 anni”.

Organizzata dal Consorzio di tutela Barbera d’Asti e vini del Monferrato in collaborazione con quello del Freisa di Chieri e collina torinese, l’iniziativa ha chiuso le celebrazioni per i 500 anni dello storico vitigno. Risale infatti al 1517 la bolla doganale di Pancalieri, documento in cui la Freisa è citata per la prima volta, alla stregua di un vino di qualità, dal costo superiore rispetto a quello comune.

Protagonisti dell’incontro importanti opinionisti nazionali: Gioacchino Bonsignore, curatore della rubrica “TG5 – Gusto”, Daniele Cernilli, curatore del sito “DrWine.it” e Paolo Massobrio, curatore della guida “Il Golosario”. Accompagnati dal Presidente del Consorzio Filippo Mobrici e dall’Assessore all’Agricoltura regionale Giorgio Ferrero, i tre ospiti hanno ripercorso la storia della Freisa, confrontandosi in seguito con i produttori intervenuti riguardo alle possibili prospettive future del vitigno.

L’evento è poi continuato al piano superiore del Castello, dove Daniele Cernilli ha condotto una degustazione dal titolo “Nuovo come una Freisa”. Lo storico critico ha accompagnato i presenti alla scoperta delle numerose etichette, capaci di testimoniare l’attuale livello qualitativo di un vino ormai pronto a fare il proprio ingresso in nuovi mercati.

A Paolo Massobrio il compito di introdurre la merenda sinoira, molto apprezzata dai presenti. Le circostanti colline del Monferrato sono state la cornice ideale per un pomeriggio all’insegna del gusto del territorio e della bellezza paesaggistica.

“Le celebrazioni per i suoi 500 anni non potevano che concludersi sulle colline dove la Freisa è da sempre coltivata – dichiara il Presidente Filippo Mobrici – Un anno impegnativo, durante il quale abbiamo dato a questo vitigno la visibilità che merita”.

Il Presidente ringrazia poi il Consorzio della Freisa di Chieri e la Regione Piemonte come insostituibili partner in questo percorso. “Insieme abbiamo voluto ribadire l’importanza della Freisa, che con gli altri vitigni autoctoni caratterizza l’enologia piemontese, rendendola unica e irripetibile. Un particolare ringraziamento ai veri protagonisti di questo evento, ovvero i produttori di Freisa, che con il loro quotidiano impegno sono i veri custodi di queste meravigliose colline”.

Dal canto suo l’Assessore Giorgio Ferrero esprime tutta la sua soddisfazione “Per un evento capace di dare lustro non solo alla Freisa d’Asti, ma a tutto il sistema vitivinicolo piemontese. Sono convinti che questa non sia che la prima tappa di un percorso di crescita della Freisa, oggi più che mai pronta a trainare il rilancio di quel bellissimo territorio che risponde al nome di Basso Monferrato”.

Nel valutare il rapporto tra vino e territorio Gioacchino Bonsignore sostiene che “Tradizione, bellezza e, nel caso della Freisa, unicità del vitigno sono la formula vincente, grazie a cui il Basso Monferrato può affermarsi. Un territorio dal sicuro fascino, da sostenere tramite una comunicazione capace di valorizzarne le peculiarità”.

“La freisa è un vino dotato di un piacevole equilibrio organolettico – afferma Daniele Cernilli al termine della degustazione – che lo rende ideale accompagnamento di numerosi piatti. L’auspicio è quello di vedere nascere una freisa superiore, ricca e corposa, da inserire in un sistema che, partendo dalla vivacità delle versioni frizzanti, giunga fino a dei veri e propri cru”.

Ad avviso di Paolo Massobrio “Le due anime della Freisa, vivace e ferma, consentono abbinamenti tra loro diversi, che spaziano dal fritto piemontese alla selvaggina da piuma. Qualunque sia l’abbinamento scelto si può però essere sicuri che rispecchierà l’identità della Freisa, vitigno piemontese per eccellenza”.