Case di Riposo, qualità e servizi ne rilanciano il ruolo

Le Case di Riposo non hanno fatto il loro tempo ma occorre ripensarle alla luce di più speranza di vita, di esigenze via via cresciute, di una crisi economica che incide sulla tenuta dello Stato sociale e l’economia delle famiglie.

Molti spunti sono venuti dall’incontro svoltosi in Municipio mercoledì scorso con le Direzioni delle Case di Riposo Città di Asti, Mons. Marello, Casa Mia di Asti e Nizza Monferrato, San Giuseppe, Opera Pia Tellini, Suore Stefanine, Suore Francescane e di Valfenera, presenti i responsabili dell’assistenza geriatrica dell’Asl ElenaTamietti, Paolo Viola, Marcello Francesconi, Gianfranco Masoero e Carlo Camisola commissario straordinario della Casa di Riposo Città di Asti.

A proporlo l’Assessore Mariangela Cotto, convinta del valore di argomentare e confrontarsi su una cittadinanza dai numeri in crescita: gli oltre 75 anni astigiani erano 8.259 nel 2010 e 9.871 nel 2016).

Non mancherebbero i posti letto se è vero che alcune strutture lamentano di avere però posti disponibili, con inevitabile aggravio dei costi di gestione e ripercussioni di bilancio negative.

Anche il recente incremento di posti letto ad Asti definito dalla Regione non darà corso, viene assicurato, a nuove autorizzazioni.

Eppure l’inserimento nelle strutture è molto più alto ad Asti che in Regione e, ricorda Tamietti “l’Asl non indirizza a una specifica Casa di Riposo, la scelta della residenza è sempre in capo alla famiglia”.

Dove l’anziano vive con i parenti il ricorso alla struttura può essere temporaneo con la formula del Ricovero di Sollievo vagliato dall’Unità di Valutazione Geriatrica della sanità pubblica.

“La struttura specializzata risponde ai bisogni dei cittadini, precisa Paolo Viola “il diritto alla salute diventa collettivo e non è solo un bisogno individuale. Serve aumentare la qualità dell’offerta, realizzata con autonomia organizzativa e flessibilità di soluzioni”.

Dall’Assessore Cotto un richiamo ad un’azione di “marketing” con i centri vicini “Forse le grandi città non hanno sufficienti posti letto e per tante persone potrebbe essere un ritorno alla città natale. Intanto sappiamo che la Lombardia ha rette più alte e Torino ha fatto convenzioni con Case di Riposo del sud astigiano”.

Non preoccupa solo l’aspetto gestionale, perché se migliorano la salute e la cura ne viene che la sanità richiede servizi. Così, rileva Panelli direttore della Casa di Riposo Città di Asti “possono esserci difficoltà di trasporto e di personale per i trasferimenti in Ospedale, con le poche ambulanze e meno volontari, oppure rispetto alla disponibilità in struttura di specialisti”.

La soluzione potrebbe rivelarsi scambiare i termini della questione: un accordo con gli specialisti che possano recarsi in Casa di Riposo quando le liste di attesa per esami in Ospedale diventano troppo lunghe.

Le Case di Riposo svolgono un servizio evidente e potrebbero contribuire a immaginare nuove risposte ai bisogni “tenendo presente che l’impegno”, sostiene Agnese Bianco dell’Assessorato Politiche sociali, “è garantire risposte individuali in servizi residenziali e di assistenza diurna” e Marcello Francesconi invita a “a tenere in debita considerazione la formazione del personale per elevare la qualità del servizio offerto”.