Lettere al direttore

Angela Quaglia: “Su Vita Indipendente una scelta davvero inspiegabile”

Riceviamo e pubblichiamo.

“Ad Asti esisteva Vita Indipendente, un progetto del Comune finanziato con fondi regionali, che consentiva ai disabili motori di ottenere un contributo per rendersi indipendenti: decidere dove e con chi stare, autodeterminare la propria vita.

I requisiti dovevano essere quelli di lavorare, o studiare, e fare volontariato: insomma, di tenersi attivi e avere un ruolo attivo nella società.

Questo ha fatto sì che alcune persone, in questi anni, abbiano potuto vivere a casa propria, lavorare, studiare ed essere autonome.
Insomma, queste persone sono state un po’ meno disabili.
E visti i costi elevati che ha un “badante,” senza il contributo ciò non sarebbe stato possibile.

In queste settimane l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune ha invece deciso di modificare il regolamento per accedere al contributo, sostanzialmente riducendo pesantemente gli importi e introducendo requisiti insensati, (come il fatto che il richiedente sia dirigente di una Associazione di Volontariato: ma perché mai dovrebbe esserlo?).

Considerando che i fondi Regionali sul progetto ci sono, la scelta appare davvero inspiegabile.

Alcuni sostengono che la Giunta volesse colpire una persona in particolare; altri che ridurre gli importi dei singoli contributi, rendendoli un’elemosina, consentirà di dare qualcosa a tutti (ma non si sa quanti ne faranno richiesta), annullando di fatto il senso del progetto.

Io non so se sia vero, né m’interessa saperlo.

Piuttosto speravo che nel Consiglio Comunale aperto in cui si è discusso di Vita Indipendente, ci sarebbe stato uno scatto di dignità dei consiglieri di maggioranza, votando a favore dell’ordine del giorno che chiedeva di rivedere, insieme alle Associazioni dei disabili, tutta la questione, senza lasciare le persone in mezzo al guado, così come invece è successo.

Quello scatto non c’è stato e al netto di qualche imbarazzo la maggioranza si è invece supinamente allineata alla Giunta.

Le argomentazioni che ho sentito sono state surreali. Sono davvero nauseata.

Mi piacerebbe che il Comune tornasse sui suoi passi ma credo che non succederà, visto l’atteggiamento di totale chiusura.

Tuttavia, per queste persone il contributo di Vita Indipendente fa la differenza tra l’avere una vita dignitosa e libera ed il tornare ad essere a tutti gli effetti un handicappato (e uso questo termine di proposito) accudito come un malato e dipendente da qualcun altro per ogni piccolo gesto quotidiano.
Per questa ragione cercherò (e cercheremo) in altre sedi di contrastare questa scelta scellerata.
Forse non sarà sufficiente ma potremo dire di aver combattuto fino all’ultimo.

P.S. Come sono cambiate le cose dalla campagna elettorale quando si diceva di voler mettere al centro i disabili!”

 

Angela Quaglia