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Franco Bianco: ”Vogliamo trasmettere i valori di una volta, quando la vendemmia era una festa ed un’occasione per stare tutti insieme” fotogallery

Proseguendo il nostro viaggio nella Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, facciamo una nuova tappa a Montegrosso d’Asti, dove ci soffermiamo ad ascoltare i racconti di una vita dedicata alla campagna.

Franco Bianco: ”Vogliamo trasmettere i valori di una volta, quando la vendemmia era una festa reciproca e un’occasione per stare tutti insieme”

di Elisa Grasso

Il 1910 segna l’inizio della tradizione di produrre vini di qualità, tramandata dal bisnonno Pasquale e da nonno Giovanni.
L’azienda agricola “Bianco Pasquale & Figli” è incastonata nel cuore della produzione della Barbera d’Asti in Montegrosso. Tutte le fasi della coltivazione e vinificazione sono seguite con cura e dedizione sotto la direzione del signor Franco Bianco, coadiuvato dalla moglie e, nel tempo libero, dai figli.

Cosa Vi ha spinto a produrre vino?

Per svelarVi la ragione più profonda, dobbiamo tornare indietro nel tempo, a cavallo degli anni ’60. A quei tempi, condurre una vita in campagna era abbastanza difficile: il benessere era rappresentato dalla città, da un posto di lavoro alla Fiat.
La nostra casa di allora, così come le altre abitazioni, era metà rustica e metà civile: dalla cucina si passava direttamente nella stalla, un luogo caldo e accogliente dove trascorrevamo parecchio tempo.
Ricordo che il bagno, che chiamavamo “la concimaia”, era all’aperto e per usufruirne dovevi uscire di casa. Era scomodo e, di inverno, molto freddo.
Così un giorno, mi venne l’idea, che proposi ai miei genitori (all’inizio un po’ scettici) di costruire un piccolo bagno all’interno della stalla. Questo rappresentava una novità e prevedeva una piccola, grande rinuncia: dedicare uno spazio a noi ci obbligava a sacrificare almeno un vitello.
Un piccolo gesto che mise in moto la mia determinazione: se non potevo trasferirmi in città per non lasciare la mia famiglia, dovevamo fare qualcosa di altrettanto grande qui, in campagna.
Il progresso che ebbe la campagna negli anni ’70 ci permise di creare un vigneto e da lì inizio la nostra attività, costituita da duro lavoro e sacrifici quotidiani, che, col tempo, ci hanno restituito altrettante soddisfazioni.

A quali tipologie di operatori è destinata la Vostra attività?

Una volta il nostro vino era prettamente destinato alla vendita all’ingrosso, tramite un mediatore che si poneva tra produttore e acquirente.
Successivamente, quando mio papà Pasquale ha iniziato a dirigere l’attività, ci siamo dedicati alla vendita al dettaglio, spesso preceduta dalla distribuzione di campioni di assaggio.
La nostra vendita avveniva principalmente in Lombardia: a Milano e Varese eravamo abbastanza conosciuti, perché il nostro punto forte è sempre stato il passaparola.
Siamo una piccola azienda e, anche oggi, non siamo “social”, non trascorriamo ore a promuovere su internet la nostra azienda, ma preferiamo una visita della nostra cantina, portare l’appassionato, il turista, a vedere le nostre vigne e gustare insieme il vino. Vogliamo trasmettere i valori sani, quelli di una volta, quando la vendemmia era una festa reciproca e un’occasione per stare tutti insieme.

Cosa è cambiato con il Riconoscimento UNESCO?

A mio avviso, ci sono pro e contro.
Questo riconoscimento ha sicuramente contribuito a far conoscere il nostro territorio e incuriosire i turisti: una forte attrazione verso le nostre colline li spinge a vederle e scoprire le nostre origini.
Per un’azienda piccola come la nostra, questo cambiamento ha anche, ahimè, complicato le procedure burocratiche.

Il Vostro acquirente tipo, in media, quanto vino consuma?

Rispetto ad una volta, il vino viene consumato meno.
Il privato e anche l’agriturismo, oggi, preferisce la bag in box rispetto alla tradizionale damigiana: questo gli permette di avere a disposizione una minore quantità di vino, magari di diverse qualità.
Siamo a disposizione, su appuntamento, a degustazioni abbinate a prodotti locali, con visita della nostra cantina e dei nostri attrezzi.

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti