Asti, presente e futuro dell’equipe di Cure Palliative dell’Asl AT: in cantiere la “palliative care box”

Il presente è caratterizzato da una equipe giovane e motivata, da un Hospice attivo a Nizza Monferrato dallo scorso aprile e da un incremento di cure domiciliari.

Il futuro riserba diversi progetti, dalla formazione continua del personale alla “palliative care box”.

Stiamo parlando dell’Equipe Cure Palliative dell’Asl di Asti formata dai dottori Franco Testore, direttore responsabile del reparto di Oncologia, Francesco Pinta, dirigente medico I livello, Paolo Rappa Verona, medico palliativista in libera professione, dal personale infermieristico formato da Margherita Caramuta, Elena Scarrone, Erika Mozzato, Manuela Menegaldo.

Il personale di Cure Palliative che lavora all’Ospedale Cardinal Massaia di Asti

A questi si aggiungono Deborah Bologna, coordinatrice delle infermiere e delle Oss che lavorano all’Hospice  Monferrato, la psicologa Ilaria Lombardi, volontari e personale amministrativo.

Il personale dell’Hospice Monferrato di Nizza

Tutti insieme lavorano per rispondere alle crescenti richieste di cure palliative che arrivano dal territorio di Asti e provincia, malati oncologici in particolare, ma anche per diffondere la cultura della palliazione e la conoscenza della Legge 38 del 2010.

“Si tratta di una legge che garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore che in molti ignorano” spiega Francesco Pinta, classe 1981, palliativista al Cardinal Massaia di Asti dal 2015.

Il dolore da cancro è una sfida a livello mondiale: l’incidenza di nuovi casi di cancro nel 2008 era 12.667.470, ma si arriverà a più di 15 milioni nel 2020. Tra i pazienti in trattamento, ben il 30% è portatore di dolore cronico e questa percentuale sale enormemente (70%) nei soggetti con patologia avanzata.

“L’accesso alla terapia del dolore da parte del malato è tutelato e garantito al fine di assicurare: tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione; tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine; equità nell’accesso all’assistenza; adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia” aggiunge Pinta.

Nell’ultimo periodo la Struttura di Cure Palliative ha implementato la prescrizione di terapia al bisogno al fine di poter migliorare l’assistenza dei pazienti domiciliari. In via sperimentale è stata, inoltre, avviata la compilazione di un “Diario antalgico-sintomi” al fine di migliorare l’aderenza terapeutica,  la  comprensione dei sintomi e il trattamento da effettuare al bisogno e la compliance del caregiver, cioè il rispetto dello schema di somministrazione quindi, il modo con cui chi assiste il paziente segue correttamente le prescrizioni del medico

“Attualmente stiamo valutando oltre a progetti di formazione per personale sanitario come medici curanti e guardia medica, e utenti della sanità, caregiver in modo particolare, anche l’utilizzo del “palliative care box”, una scatola contenente tutti i principali farmaci necessari per la corretta gestione di sintomi urgenti al domicilio come dolore, dispnea, nausea, emesi, agitazione, stipsi”.

Obiettivi del kit sono: migliorare il controllo dei sintomi a domicilio, la pronta disponibilità dei farmaci a domicilio, evitare richieste in urgenza alla farmacia,  ridurre il ricorso inadeguato a guardia medica e pronto soccorso soprattutto nel fine settimana, favorire l’aderenza alla terapia domiciliare da parte di chi assiste il malato.

In poche parole affrontare il dolore nel migliore di modi possibile per curare anche quando non si può più guarire.