Alla scoperta dell’artista emergente Matteo Bona, poeta e digital painter

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Matteo Bona, poeta e digital painter, è uno dei giovani artisti astigiani emergenti.

In questi giorni all’Enoteca La Buta è in corso la sua mostra d’esordio, denominata Rebel[A]ction.

E proprio in occasione del suo esordio artistico pubblico abbiamo avuto modo di fare una bella chiacchierata con Matteo Bona.

Come e quando nasce la sua passione per l’arte?

La mia passione per l’arte nasce da una necessità linguistica. Dopo aver pubblicato Oltre la Poesia, la mia prima silloge poetica, ho ricercato il senso ultimo dell’esposizione intellettuale, cercando di studiare le corde più profonde della comunicazione artistico-poetica. Riferendomi ai fondamenti della linguistica seassuriana, la quale identifica una duplice natura nell’atto espositivo della lingua, ho ricercato la vera vena della procedura scritturale: liberare da ogni sorta di arbitrarietà la prassi poetica.

Tuttavia, le mie tematiche non cambiano, e la connotazione negativa della realtà rimane un mio caposaldo estetico. Cito parte della mia II silloge, opera dalla quale nasce il manifesto della mia opinione estetica.

[…]Con Poesia, da questo punto in avanti, s’andrà intendendo tutto ciò che colloca l’intero divenire in un punto unico ed universalmente riconoscibile: tale sarà veramente creazione! Da una Poesia Grafica, intesa come carnificazione della scrittura – ovvero che diviene mono-rappresentazione e non duplice-rappresentazione -, si potrà e si dovrà categoricamente riconoscere il fondamento onnicomprensivo del divenire: la scrittura diverrà l’impalcatura materiale, la filosofia (unica non-Arte bensì madre di tutte queste) diverrà il costrutto con il quale motivare la definizione dell’impalcatura e la pittura diverrà il mezzo con il quale adornare di pathos il componimento. Ogni minima entità diverrà allegoria del mondo e la comprensione di queste sarà la l’unione descrittiva della malattia d’esso.

Matteo Bona, Dalla Palingenesi alla Poetica del Vuoto, ovvero L’Ultimo Romantico, LULU Editore Digitale 2016;

In questi giorni è in corso la sua prima mostra. Ci descrive le opere esposte?

Innanzitutto ci tengo a ringrazia lo staff de “La Buta”, ed in particolare Tatjana Sabo: grazie a loro, ed al loro splendido servizio, sono riuscito ad organizzare un evento elegante e preciso, attento alla mia necessità artistica.
La mostra nasce da un mio book sperimentale – The Aesthetic of the Renewal – e ricerca la vena principale di una nuova estetica contemporanea, più legata all’astratto ed al procedurale, cercando di superare la vetusta opinione del figurativo classico.
I pezzi forti sono due: Autumn in Blood ed Absolving Sins; queste due opere sono state pubblicate dalla Garfield Lake Review, Mangrove Journal, Eleven40seven Art-Lit Journal e dal 805Lit Review.

Quali sono i suoi progetti per il futuro prossimo e a medio termine?

Ci sono moltissimi progetti futuri in ballo. Probabilmente a fine anno, oppure nei primi mesi del 2018, pubblicherò la mia seconda silloge in maniera cartacea, edita dalla casa editrice Montedit. L’opera porta il nome di Il senso del nulla: questa particolare raccolta di poesie e racconti cerca di analizzare la forza del nichilismo attivo, contestualizzato alla vita
intellettuale di ogni essere umano. All’interno di questa raccolta verranno trattate tematiche molto importanti, come il suicidio, il femminicidio e la depressione. Una delle prose interne all’opera ha suscitato un ampio interesse della critica e dei lettori. Questo racconto narra le vicende e le dinamiche psicologiche all’interno del femminicidio, cercando di comprendere le motivazioni che portano al crimine.

Ho finito da poco di redigere la mia prima trilogia, avente il nome di I Silloge Totale ~ Il divenire,
VI ~ XII ~ MMXVII composta dalle opere:
– Oltre la Poesia;
– Dalla Palingenesi alla Poetica del Vuoto, ovvero L’Ultimo Romantico;
– Syllogo Gignonomicon;
Ora, pubblicando Il senso del nulla, do l’avvio alla stesura della II Silloge Totale ~ L’indolenza, composta dalla prima opera. I titoli delle altre due opere verranno rivelati successivamente, anche se sono già in fase di lavoro. Non vorrei mai togliervi il gusto di scoprirle col tempo.

Come valuta l’attività culturale nell’astigiano?

Non è una domanda facile: attualmente, l’astigiano è una delle terre più legate ad attività socio-culturali (ved. Asti Musica & Asti Teatro); tuttavia, riguardo alle possibilità dedicate alle giovani generazioni, gli spazi (espositivi, teatrali, culturali, ecc.) sono relativamente poco sponsorizzati e/o sostenuti.
Ho partecipato a numerosi concorsi a Roma, Milano, Padova e Genova, ed in tutte queste realtà sono stato accolto con grandi eventi organizzati (ved. Mostra Esili by Università Popolare di Padova): la realtà astigiana, per quanto sia stimolante ed attiva – per certi aspetti -, rimane strettamente legata ad una classe elitaria ed inaccessibile.
Ho ricevuto numerose proposte di esposizione a Milano, vedasi la Galleria MaMo, ma in Asti l’atmosfera è totalmente differente: la mancanza di spazi espositivi artistici relegano le giovani menti ad uscire dalla città, privandola della propria grande vena creativa. Nemo propheta in patria è la frasi più adatta, forse.

 

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