La Brexit e il futuro dell’economia locale al centro dell’Assemblea annuale dell’Unione Industriale di Asti

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Il delicato tema della Brexit è stato il tema scelta dell’Assemblea Generale degli Associati all’Unione Industriale di Asti.

Paola Malabaila, Presidente Unione Industriale della Provincia di Asti, ha introdotto i lavori con una completa illustrazione della situazione attuale italiana e locale.

L’Italia, come ribadito anche negli interventi successivi, è il secondo Paese manifatturiero in Europa, dietro alla Germania, il settimo nel mondo, e pochi, soprattutto i giovani, ne sono consapevoli.

“Per ogni euro di aumento della produzione, il PIL del Paese aumenta del doppio, esportiamo in tutto il mondo ma i giovani non lo sanno. L’attività manifatturiera non è solo produzione – ha sottolineato, tra le altre cose – è anche formazione, innovazione e cultura.”

Anche se il momento congiunturale è positivo, con un aumento degli investimenti nel settore manifatturiero ed una crescita costante dell’export, la crescita generale dell’Italia è inferiore a quella degli altri Paesi.

Per la provincia di Asti è un buon momento, l’andamento è positivo, c’è stata una solida inversione di tendenza, aumento degli investimenti, maggiore produzione, diminuzione del ricorso agli ammortizzatori sociali ed è stabile il tasso di utilizzo degli impianti.

Il settore edile locale è invece ancora in difficoltà, servono gli investimenti pubblici e l’ammodernamento delle infrastrutture: dal completamento dell’Asti-Cuneo alla Tangenziale Sud-ovest di Asti, la viabilità, la banda larga; servono azioni per favorire nuovi insediamenti industriali e il mantenimento di quelle esistenti.

Malabaila ha poi illustrato le varie attività in cui è impegnata l’Unione Industriale di Asti, dal “Progetto Vino” alla stretta collaborazione con le scuole e le iniziative per i giovani.

Dal successivo intervento di Luca Paolazzi, Direttore Centro Studi Confindustria , è stata illustrata la situazione dell’Italia nelle catene globali del valore. È emerso come permanga nel nostro Paese lo scarso sostegno da parte delle banche, questo non facilita la ripresa: con i trend dal 2010 ad oggi, l’Italia tornerà ai livelli pre-crisi nel 2021.

E la Brexit?

Di Brexit ne ha parlato Lorenzo Codogno, professore alla London School of Economics.

Il discorso è ancora tutto in divenire. La Brexit sarà ufficiale il 29 marzo 2019, attualmente il Regno Unito sta lavorando ad un negoziato unico con l’UE che però vuole prima “chiudere la questione” e poi, solo successivamente, fare negoziati. L’incertezza dunque prevale e quelle che si possono fare adesso sono solo ipotesi.

La provincia di Asti esporta molto in Gran Bretagna e non solo nel settore agroalimentare: ma quello che sarà per ora non si sa ancora, il Regno Unito dovrà rinegoziare con la stessa UE e con tutte le altre aree del mondo

Sicuramente la situazione farà perdere fiducia verso il Regno Unito e, nel lungo periodo, si può pensare che quella inglese sarà un’economia inglese sempre più chiusa.

Se il Regno Unito dovesse chiudersi quello che è più a rischio sono i servizi, minori saranno invece i riflessi sulle merci che il Paese importa, ma anche quelle dovranno comunque fare i conti con uno scenario diverso.

L’incertezza regna sovrana sia per chi, in Italia, lavora con il Regno Unito, sia per chi ci vive e lo farà ancora dopo che la Brexit sarà ufficiale.

È quanto è emerso dagli interventi di Chiara Ercole, con l’esperienza della Fratelli Saclà, e di Subhash V. Thakrar, vice presidente della Camera di commercio di Londra.

La Saclà è presente a Londra dal 1991, nel mercato inglese si è imposta come leader nel settore dei sughi, con oltre il 50% di quote nel mercato del pesto. Dal 23 giugno 2016 l’incertezza regna sovrana su quello che sarà il futuro della loro presenza nel Regno Unito, nonostante una consolidata attività in oltre 25 anni di lavoro.

Il tasso di cambio e una campagna inglese sul consumo di prodotti autoctoni ha già influito sulle vendite ma non si riesce a capire come potrà essere il futuro. L’incertezza è il principale nemico.

Anche nel tessuto economico inglese è ancora l’incertezza a dominare. Ma la Camera di Commercio di Londra sta lavorando per fare in modo che non passi l’idea che debbano fermarsi le esportazioni dall’Italia alla Gran Bretagna.

“Per quante difficoltà si dovranno affrontare non si deve pensare che possa essere un disastro: il consumatore inglese è consapevole della qualità del prodotto italiano ed ha la possibilità di sostenere una spesa maggiore per un prodotto di qualità, come quelli italiani.” – ha cercato di rassicurare Thakrar, presentando le istanze che la Camera di commercio di Londra sta portando avanti sui vari temi legati alla Brexit.

“Dal momento che la Gran Bretagna – ha così concluso Thakrar – ha business con tutto il mondo fuori dall’UE, perchè si dovrebbe pensare che dopo Brexit non si possano continuare gli scambi commerciali? Ricordiamo che le opportunità arrivano proprio dove ci sono i cambiamenti”.

All’Assemblea sono intervenuti per portare i loro saluti, il Prefetto Paolo Formicola, il Presidente della Provincia di Asti Marco Gabusi, il sindaco di Asti Maurizio Rasero e l’Assessore Regionale Giorgio Ferrero.

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